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Cos’è la direttiva europea sulla protezione temporanea degli sfollati

Secondo le stime dell’Unhcr, ogni giorno centomila profughi lasciano l’Ucraina e la diaspora potrebbe riguardare tra i 3 e i 7 milioni di persone. L’Ue corre ai ripari attivando la direttiva europea sulla protezione temporanea degli sfollati

Per la prima volta da quando è stata faticosamente siglata, si applicherà la direttiva europea per la “Protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati”. L’accordo è rimasto in bilico fino all’ultimo a causa delle resistenze di alcuni Paesi, in particolare della Polonia, contrari a includere nel testo anche i cittadini non ucraini in fuga dal Paese in guerra. Ma sarebbe stato impossibile fare disperati di serie A e di serie B.

A COSA SERVE LA DIRETTIVA SULLA PROTEZIONE TEMPORANEA DEGLI SFOLLATI

L’obiettivo è dare una pronta risposta comune e comunitaria all’emergenza umanitaria in atto, garantendo agli ucraini in fuga, di fatto soggetti extracomunitari, di soggiornare nell’Ue per un periodo di un anno, rinnovabile a due, evitando loro di dover attivare onerose procedure di asilo dopo i 90 giorni di soggiorno senza visto.

La direttiva europea per la “Protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati” risale al 2001 ma, visto che l’Ue in tema migranti è sempre stata divisa (la Danimarca deve ancora recepirla), finora non era mai stata applicata. Introduce una protezione immediata e temporanea senza imporre alcuna distribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo nei Paesi dell’Unione.

 

I Paesi dell’Unione europea devono fornire a chi ha ottenuto protezione temporanea un titolo di soggiorno, valido per tutta la durata della protezione. Le persone che godono di protezione temporanea devono poter esercitare attività di lavoro subordinato o autonomo; accedere all’istruzione per adulti, alla formazione professionale e a esperienze di lavoro, ottenere un alloggio, avere accesso all’assistenza sociale, sostegno economico e cure mediche.

I minori acquisiscono il diritto ad accedere all’istruzione alle stesse condizioni dei cittadini del Paese ospitante. Se alcuni membri della stessa famiglia hanno ottenuto protezione temporanea in diversi Paesi dell’Ue, o se alcuni membri della famiglia non sono ancora nell’Ue, scatta il diritto al ricongiungimento nello stesso Paese dell’Ue

Secondo le stime dell’Unhcr, i profughi stanno lasciando l’Ucraina a un ritmo di centomila al giorno. Almeno 400mila bambini sono già stati costretti a fuggire dall’inizio del conflitto e cercare salvezza altrove e sono esposti al rischio di fame, malattie, traffico e abusi, dopo che il numero di persone costrette a fuggire dall’operazione militare russa in Ucraina ha raggiunto il milione. Secondo Save the Children almeno il 40% dei profughi che hanno raggiunto Romania, Polonia, Moldavia, Ungheria, Slovacchia e Lituania, per mettersi in salvo è costituito da bambini, e c’è chi tra loro non ha altro che i pochi vestiti che indossa.

PUTIN: UCRAINI IMPEDISCONO CORRIDOI UMANITARI SICURI

In totale, compresi gli adulti, potrebbero fuggire dal Paese verso l’Europa tra i 3 e i 7 milioni di persone. Sempre che reggano i corridoi umanitari. “I nostri militari forniscono corridoi sicuri per i civili”, ma “i neonazisti ucraini lo impediscono e stanno trattando i civili come scudi umani”, ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, lasciando intendere che potrebbero verificarsi incidenti e vittime tra i civili dei quali non dovrà essere però ritenuto responsabile (sarebbe anche un reato perseguibile dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja).

 

 

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