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Meloni

I primi due anni del governo Meloni: bilancio e sfide in sette punti

Dai risultati in politica estera alle fibrillazioni interne su autonomia e premierato, fotografia dei primi due anni del governo di centrodestra e della premier Meloni

E’ tempo di bilanci per il governo Meloni, che soffia le candeline a due anni dall’insediamento, in carica dal 22 ottobre 2022. L’esecutivo di centrodestra ha portato avanti numerose iniziative legislative e riforme, sia a livello nazionale che internazionale. Ecco un bilancio delle principali aree di intervento del governo in sette punti .

ACCORDO CON L’ALBANIA E PIANO MATTEI

Uno dei progetti più significativi in ambito internazionale è senza dubbio l’accordo con l’Albania sui migranti, al centro del violento scontro degli ultimi giorni con le toghe e oggetto di confronto all’interno della stessa Unione europea. Un accordo che prevede il trasferimento in territorio albanese di migranti soccorsi nel Mediterraneo dalle navi italiane e che, appena avviato, rischia già di arenarsi.

Altrettanto centrale è il “Piano Mattei”, un’iniziativa volta a rafforzare la posizione dell’Italia nel Mediterraneo. Il piano prevede un nuovo partenariato con gli Stati africani, volto a sviluppare cooperazione economica, sfruttamento sostenibile delle risorse e contrasto all’immigrazione illegale. Il piano si propone di dare all’Italia un ruolo di leadership nella regione, promuovendo crescita economica e stabilità.

POLITICA ESTERA E RELAZIONI EUROPEE

In merito ai principali dossier di politica estera, il governo Meloni si è schierato con fermezza a favore dell’Ucraina nel conflitto con la Russia, fornendo anche supporto. In Europa, nonostante alcune divergenze con la Commissione Europea, il governo ha mantenuto buoni rapporti con Ursula von der Leyen, che ha nominato Raffaele Fitto vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione e alle Riforme.

A partire dal 1° gennaio 2024, l’Italia ha assunto la presidenza del G7, rafforzando ulteriormente il suo peso sulla scena globale. Giorgia Meloni ha partecipato a numerosi incontri internazionali, tra cui quelli con il presidente americano Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping, consolidando la posizione dell’Italia tra le grandi potenze mondiali.

RIFORME DELLA GIUSTIZIA

La giustizia è un settore chiave delle riforme avviate dal governo. Tra le principali misure già adottate c’è l’abolizione dell’abuso d’ufficio, realizzata con la cosiddetta legge Nordio. Sono in corso anche discussioni in Parlamento sulla separazione delle carriere nella magistratura e sulla riforma della Corte dei Conti.

Il governo ha anche avviato il dibattito su una regolamentazione più rigida delle intercettazioni, con l’obiettivo di limitare gli abusi e garantire un maggiore equilibrio tra sicurezza e tutela della privacy.

AUTONOMIA DIFFERENZIATA E PREMIERATO

Uno degli obiettivi più ambiziosi del governo Meloni è la riforma costituzionale per introdurre il premierato, cioè l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Questo progetto è stato definito da Meloni come “la madre di tutte le riforme” e punta a rafforzare la stabilità governativa.

L’autonomia differenziata, invece, è già stata approvata e consente alle regioni di ottenere competenze su 23 materie, tra cui sanità e istruzione, in accordo con lo Stato. Questa riforma mira a decentralizzare alcune funzioni dello Stato, rispondendo alle esigenze di maggiore autonomia da parte delle regioni più sviluppate.

SICUREZZA E ORDINE PUBBLICO

Il tema della sicurezza è stato tra i primi affrontati dall’esecutivo. Con il cosiddetto “decreto rave”, il governo ha introdotto pene fino a 6 anni per chi organizza o promuove occupazioni illegali di spazi per eventi non autorizzati. Inoltre, è stato avviato l’iter per un disegno di legge sulla sicurezza che prevede una stretta sulle proteste, l’occupazione abusiva di case e la cannabis light. Questo pacchetto di misure mira a rafforzare il controllo dell’ordine pubblico e a garantire una maggiore sicurezza nelle città italiane.

RIFORMA FISCALE E ABOLIZIONE DEL RDC

Sul fronte economico, uno dei principali interventi del governo è stato il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro, entrato in vigore a maggio 2023. La riforma fiscale, ancora in fase di attuazione, prevede una riduzione delle aliquote da quattro a tre e l’introduzione di un nuovo concordato preventivo biennale per favorire la regolarizzazione fiscale.

Tra le altre misure economiche, il governo ha posto fine al Reddito di cittadinanza, sostituendolo con un nuovo assegno di inclusione, destinato a chi ha più difficoltà a rientrare nel mercato del lavoro, ma con criteri di accesso più rigidi.

FAMIGLIA E NATALITÀ

La natalità è un tema prioritario per il governo Meloni. Sono stati aumentati gli importi dell’assegno unico per le famiglie con almeno tre figli, e il congedo parentale è stato esteso di un mese con un pagamento all’80%. Inoltre, la nuova manovra finanziaria ha introdotto un bonus di 1000 euro per i nuovi nati, destinato alle famiglie con un ISEE fino a 40mila euro. Il tutto mentre dall’Istat arriva la doccia fredda con il nuovo record sul calo delle nascite.

Infine la gestazione per altri (nota come maternità surrogata) è stata resa reato universale, con pene severe per chi ne fa uso, anche se la pratica è realizzata all’estero.

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