È stato pubblicato il Media Freedom Report 2025, quarto rapporto annuale sulla libertà dei mezzi d’informazione nella Ue
“Pressioni senza precedenti” subite dai giornalisti Rai. Il Liberties media freedom report 2025 realizzato dalla Civil liberties union for Europe dedica ampio spazio al servizio pubblico italiano, che – si legge – “da tempo” è “soggetto a influenza politica”. Viene messa in evidenza una realtà scomoda ma urgente: la libertà di stampa in Europa è minacciata da tendenze sistemiche che si consolidano anno dopo anno. Il rapporto, il quarto redatto da 40 organizzazioni per i diritti umani dell’Ue, identifica delle aree critiche che stanno erodendo le fondamenta del pluralismo e del giornalismo indipendente nell’Unione Europea.
IL SERVIZIO PUBBLICO ITALIANO: IL CASO RAI
Nel report si legge: “Il servizio pubblico radiotelevisivo in Italia, rappresentato dalla Rai, è da tempo oggetto di critiche per l’eccessiva influenza politica, una questione oggi particolarmente rilevante in vista dell’applicazione del European Media Freedom Act (EMFA), prevista entro agosto 2025”. La governance della Rai è regolata dalla Legge n. 220/2015 (Legge Renzi).
Come prevede la normativa, il consiglio di amministrazione è composto da sette membri: due nominati dal governo, due dalla Camera dei Deputati, due dal Senato e uno dai dipendenti dell’azienda. Questo sistema permette alla maggioranza di governo – viene sottolineato – di esercitare una importante influenza sulla direzione dell’emittente. All’interno del report si evidenzia come nel maggio 2024 due ricorsi legali sono stati presentati per fermare il rinnovo del consiglio d’amministrazione, ritenendo che non rispettasse i principi di trasparenza e imparzialità previsti dall’European Media Freedom Act.
Nonostante i ricorsi e le polemiche, il nuovo cda è stato insediato a ottobre 2024. Contemporaneamente, i giornalisti Rai hanno segnalato pressioni crescenti e autocensura. Un caso emblematico – ricorda sempre il Liberties media freedom report – che ha fatto discutere e riportato nel rapporto è la cancellazione, nell’aprile 2024, di un monologo antifascista di Antonio Scurati, con la giornalista Serena Bortone, conduttrice del programma, finita sotto procedimento disciplinare. Per protestare contro questi episodi, Usigrai, il sindacato dei giornalisti, ha indetto uno sciopero di 24 ore, con il 75% dei membri aderenti, denunciando tentativi di trasformare la Rai in uno strumento di propaganda governativa. Nel novembre 2024, la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai ha organizzato un incontro per discutere la riforma del servizio pubblico, cercando di allinearsi con i principi dell’Emfa e affrontare le sfide del futuro della Rai.
MANCANZA DI TRASPARENZA NELLA PROPRIETA’ DEI MEDIA
Il rapporto evidenzia la crescente concentrazione della proprietà mediatica da parte di pochi grandi gruppi, limitando la varietà di voci e punti di vista a disposizione del pubblico e minando la libertà di informazione e il pluralismo. A ciò si aggiunge la mancanza di trasparenza sulla proprietà dei media, che rende difficile capire chi controlla realmente l’informazione e quali interessi economici o politici possono influenzarla. In Italia, come si legge nel Liberties Media Freedom Report 2025, “il mercato è dominato da realtà editoriali la cui proprietà effettiva rimane spesso nascosta dietro strutture societarie complesse, a più livelli, dove una holding controlla diverse aziende e i rispettivi mezzi di comunicazione. Questo rende difficile risalire al vero proprietario finale, aumentando il rischio di concentrazione mediatica e di possibili legami con interessi politici o economici”.
ATTACCHI ALLA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE E AL PLURALISMO DEI MEDIA
In diversi Paesi dell’Unione europea, la libertà di espressione è sottoposta a pressioni crescenti, spesso attraverso l’adozione di leggi e provvedimenti legislativi che, con il pretesto di “migliorare la sicurezza” o “proteggere l’ordine pubblico”, finiscono per limitare il dibattito pubblico e ostacolare la libertà di stampa. Tali normative – è il ragionamento del report – comprometterebbero gravemente la possibilità per i media e i giornalisti di operare in modo indipendente, minando così il diritto dei cittadini a ricevere un’informazione libera, imparziale e accurata.
Anche in Italia, sebbene il quadro normativo non sia apertamente repressivo, la libertà di espressione è messa a dura prova da strumenti come le cause per diffamazione strumentali e le Slapp (Strategic Lawsuits Against Public Participation), sempre più utilizzate per intimidire i giornalisti che svolgono inchieste scomode.
IL CASO DELL’ACQUISIZIONE AGI
Il caso dell’acquisizione Agi è un punto importante del report: “La possibile acquisizione dell’Agenzia Giornalistica Italia da parte del gruppo Angelucci guidato da Antonio Angelucci – deputato della Lega e magnate dell’editoria che già possiede diversi quotidiani di rilievo, tra cui Il Giornale, Libero e Il Tempo. Questo ha immediatamente suscitato preoccupazioni riguardo alla concentrazione mediatica, all’influenza politica e a potenziali conflitti di interesse sollevando forti preoccupazioni riguardo al pluralismo dei media in Italia”.
Questo ciò che si legge nel Liberties Media Freedom. Inoltre, la vicenda ha suscitato polemiche politiche, con il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle che hanno sollevato dubbi sulla conformità dell’operazione alle normative europee sulla libertà dei media, chiedendo l’intervento della Commissione Europea.
MINACCE ALLA SICUREZZA DEI GIORNALISTI
Un’attenzione particolare è rivolta anche alla sicurezza dei giornalisti, dal momento che nel 2024 i dati raccolti hanno evidenziato una situazione preoccupante. Minacce, aggressioni fisiche, intimidazioni, cause legali e sorveglianza sono divenuti fenomeni quotidiani per molti giornalisti in Europa. Non da meno, il report segnala che le giornaliste sono particolarmente vulnerabili: le molestie e le minacce nei loro confronti sono un problema sempre più rilevante, con casi significativi in Bulgaria, Italia, Slovacchia e Svezia.
PRESIDENTE COMMISSIONE VIGILANZA RAI: “SUBITO SBLOCCO RIFORMA”
La presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia, commenta: “È davvero avvilente leggere il report sulla libertà di stampa 2025, prodotto da Liberties, che ancora una volta presenta un quadro davvero preoccupante per l’Italia. Le problematiche legate alla libertà di stampa e all’indipendenza dei media rimangono tutte lì, anzi in certi casi c’è stato un peggioramento. Le criticità che il report aveva già sollevato lo scorso anno, come la legge Renzi sulla Rai e le sue contraddizioni con il Media Freedom Act europeo, come sappiamo sono ancora ben lontane da una riforma.
L’unico elemento positivo citato nel report europeo a riguardo gli stati generali del servizio pubblico che si sono tenuti a novembre 2024, il cui spirito però è stato tradito dai partiti di maggioranza. In commissione al Senato non si è mosso nulla. La situazione è ulteriormente aggravata dal blocco della commissione di vigilanza Rai, che dura ormai da oltre sei mesi, una situazione inaccettabile che sta impedendo il controllo democratico da parte di un organo di garanzia fondamentale per il nostro sistema informativo. Questo immobilismo farà sprofondare l’Italia in una procedura di infrazione, che su questo tema sarebbe un’umiliazione”.