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Se anche il caso Agi-Angelucci finisce nel report di Rsf sulla libertà di stampa in Italia
Nella Giornata mondiale ONU per la libertà di stampa ecco la classifica internazionale del 2024 stilata da Reporter Senza Frontiere
Peggio di Tonga, Fiji, Slovenia. Per trovare l’Italia nella classifica internazionale sulla libertà di stampa del 2024 stilata da Reporter Senza Frontiere bisogna arrivare fino al 46mo posto. Il nostro Paese perde cinque posizioni rispetto allo scorso anno quando, invece, ne aveva recuperate 17 rispetto al 2022.
Non un buon messaggio per la stampa italiana, nella Giornata mondiale ONU per la libertà di stampa, in cui hanno fatto sentire forte e chiaro la propria voce il presidente Mattarella e Papa Francesco proprio a difesa delle libertà di espressione e di stampa.
IL RIFERIMENTO DI RSF ALL’AGI E AD ANGELUCCI
“Alcuni gruppi politici alimentano l’odio e la sfiducia nei confronti dei giornalisti insultandoli, screditandoli e minacciandoli – si legge nel report di Rsf – Altri stanno orchestrando un’acquisizione dell’ecosistema mediatico, sia attraverso media di proprietà statale sotto il loro controllo, sia attraverso media di proprietà privata attraverso acquisizioni da parte di uomini d’affari alleati”.
E qui scatta la citazione per il caso della possibile vendita dell’agenzia di stampa AGI al gruppo Angelucci. “L’Italia di Giorgia Meloni (46esima) – dove un membro della coalizione parlamentare al potere sta cercando di acquisire la seconda più grande agenzia di stampa (Agi) – è scesa di cinque posizioni quest’anno”.
MATTARELLA: “SALVAGUARDARE LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE”
Sulla giornata, come detto, pesano anche le parole del capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla cerimonia per i premi David di Donatello: “Grande attenzione va rivolta in particolare all’espressione dei giovani artisti, che devono poter provare, sperimentare, dunque formarsi e crescere. L’ingresso di nuove generazioni produce nuova ricchezza. Esprime libertà, quella libertà da assicurare anche a chi non condivide i nostri gusti, a chi la pensa diversamente”.
IL PAPA: “LA LIBERTA’ DI STAMPA E’ FONDAMENTALE”
Al Presidente della Repubblica ha fatto eco Papa Francesco su X con un tweet nella Giornata mondiale dedicata alla libertà di stampa: “La libertà di stampa è fondamentale per sviluppare un assennato senso critico e per imparare a distinguere la verità dalla menzogna e a lavorare in maniera non ideologica per la giustizia, la pace e il rispetto del creato”.
La #LibertàdiStampa è fondamentale per sviluppare un assennato senso critico e per imparare a distinguere la verità dalla menzogna e a lavorare in maniera non ideologica per la giustizia, la pace e il rispetto del creato. #WPFD
— Papa Francesco (@Pontifex_it) May 3, 2024
COSA SI DICE NEL MONDO?
In generale, però, Italia a parte, la situazione internazionale desta qualche preoccupazione perché “un numero crescente di governi e autorità politiche non stanno assolvendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo e del diritto del pubblico ad avere notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate. Rsf – si legge ancora nello studio – vede un preoccupante calo del sostegno e del rispetto per l’autonomia dei media e un aumento della pressione da parte dello Stato o di altri attori politici”.
Le Nazioni sul podio sono Norvegia, Danimarca e Svezia. Chiudono la classifica Afghanistan, Siria ed Eritrea, fanalini di coda rispettivamente ai posti numero 178, 179 e 180.
COSA DICE IL REPORT DI RSF SULL’ITALIA
La libertà di stampa in Italia – scrive Rsf – continua ad essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, soprattutto nel sud del Paese, nonché da vari piccoli gruppi estremisti violenti. I giornalisti denunciano anche i tentativi da parte dei politici di ostacolare la loro libertà di coprire i casi giudiziari attraverso una “legge bavaglio” – oltre alle procedure SLAPP che sono una pratica comune in Italia.
IL CONTESTO POLITICO, SECONDO RSF
La maggior parte dei giornalisti italiani gode di un clima di libertà. Ma a volte cedono all’autocensura, sia per conformarsi alla linea editoriale della loro testata giornalistica, sia per evitare una causa per diffamazione o altre forme di azione legale. Ciò può essere aggravato per i giornalisti di cronaca nera e giudiziaria dalla “legge bavaglio” sostenuta dalla coalizione di governo del primo ministro Giorgia Meloni, che vieta la pubblicazione di un ordine di detenzione provvisoria fino alla fine dell’udienza preliminare.
IL QUADRO GIURIDICO E LA SICUREZZA
Una certa paralisi legislativa sta frenando l’adozione di vari progetti di legge proposti per preservare e persino migliorare la libertà giornalistica. Ciò spiega in parte i limiti che alcuni giornalisti incontrano nel loro lavoro. La criminalizzazione della diffamazione e le numerose procedure SLAPP (acronimo di “Strategic Lawsuits Against Public Participation” – azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica) limitano la libertà giornalistica.
I giornalisti che indagano sulla criminalità organizzata e sulla corruzione sono sistematicamente minacciati e talvolta sottoposti a violenza fisica per il loro lavoro investigativo. Le loro auto o case vengono talvolta distrutte da incendi dolosi. Vengono orchestrate campagne di intimidazione online contro coloro che perseguono questi problemi. Una ventina di giornalisti vivono attualmente sotto protezione permanente della polizia dopo essere stati bersaglio di intimidazioni e attacchi.
IL CONTESTO ECONOMICO E SOCIO-CULTURALE
A causa della crisi economica i media dipendono sempre più dagli introiti pubblicitari e dai sussidi statali. Anche la carta stampata si trova ad affrontare un graduale calo delle vendite. Il risultato è una crescente precarietà che mina pericolosamente il giornalismo, il suo dinamismo e la sua autonomia.
La polarizzazione della società italiana durante la pandemia di Covid-19 – conclude il Report di Rsf – ha colpito i giornalisti, che sono stati vittime di attacchi sia verbali che fisici durante le proteste contro le misure sanitarie. Questa polarizzazione persiste, cristallizzandosi attorno a questioni politiche o ideologiche legate agli eventi attuali.