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Conclave

Chi è l’ultimo cardinale arrivato al Conclave

Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, arcivescovo di Giacarta e ordinario militare per l’Indonesia, è il cardinale “ritardatario” arrivato nelle scorse ore a Roma per il conclave

Una valigia dall’Indonesia, un cuore aperto e una speranza: proseguire il cammino tracciato da Papa Francesco. Il protagonista? Il cardinale “ritardatario” Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo.

IL PORPORATO DA GIACARTA CHE HA STREGATO ROMA

È arrivato quasi in extremis, ma con lo spirito giusto. Il cardinale Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, arcivescovo di Giacarta e ordinario militare per l’Indonesia, è stato l’ultimo tra gli elettori a raggiungere Roma per il Conclave. “Sono arrivato ieri”, ha raccontato ai giornalisti entrando in Vaticano, sereno e sorridente, pronto a vivere per la prima volta uno dei momenti più solenni e segreti della Chiesa cattolica.

Mercoledì varcherà la soglia della Cappella Sistina per esprimere il proprio voto insieme agli altri cardinali. Lo farà “con cuore aperto” come ha più volte sottolineato parlando con la stampa. Alla domanda su chi sarà il prossimo Papa, Hardjoatmodjo si è affidato “allo Spirito Santo. Non lo so, dipenderà da Lui”, ha detto con semplicità.

Del resto stiamo parlando del Conclave più internazionale di sempre. A eleggere il successore di papa Francesco saranno infatti 135 cardinali elettori, provenienti da tutti i continenti, espressione di una Chiesa sempre meno eurocentrica e sempre più attenta alle periferie del mondo.

PER HARDJOATMODJO UN PAPA IN CONTINUITA’ CON FRANCESCO

Nonostante la riservatezza sui nomi, il cardinale indonesiano ha lasciato trasparire un auspicio chiaro: continuità con Papa Francesco. “Spero che il nuovo Pontefice prosegua su quella linea” ha spiegato, aggiungendo che al momento non ci sono ancora indicazioni precise sul favorito. “Tanti interventi, ma nessun passo avanti sul nome. L’unica cosa chiara è la volontà di andare avanti sulla linea di Bergoglio”.

Hardjoatmodjo è convinto che il Conclave sarà rapido, forse tre giorni al massimo. Una previsione condivisa anche da altri cardinali, come il patriarca caldeo Raphael Sako, che spera in “un pastore che guardi all’unità e all’integrità della Chiesa”, o come l’arcivescovo di Algeri Jean-Paul Vesco, per il quale “l’importante è avere un buon Papa, anche se non arriva subito”.

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