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La ricetta Ue per attrarre cervelli dall’estero. Basterà?

Ricerca: l’Unione europea raddoppia i fondi. L’obiettivo è attrarre i ricercatori più brillanti che, negli ultimi mesi, stanno lasciando gli Stati Uniti 

Dal 2011 al 2023 circa 550 mila ragazzi tra i 18 e 34 anni hanno lasciato l’Italia per trasferirsi all’estero. Nello stesso periodo circa 172 mila sono tornati, per un saldo negativo di 377 mila. Un’emorragia che si fatica ad arginare. Quando si parla di giovani che espatriano il pensiero ricorre spesso alla fuga dei cervelli. Altro dossier spinoso, al centro anche di dinamiche geopolitiche, legate ai fondi della ricerca e che, nei giorni scorsi hanno animato una polemica a distanza (l’ennesima) tra Italia e Francia.

Il riferimento è alla conferenza “Choose Europe for Science” (Scegli l’Europa per la Scienza), il vertice organizzato da Emmanuel Macron per accogliere i ricercatori in fuga dagli Stati Uniti di Trump e che ha fatto irritare il ministero dell’Università italiano. “Mentre gli altri annunciano l’Italia ha già agito”, faceva notare il ministro Bernini riferendosi al bando da 50 milioni aperto il 7 aprile scorso per attirare in Italia i cervelli in fuga.

AL VIA IL PRIMO BANDO EUROPEO PER I RICERCATORI EXTRA-UE

Nel frattempo, l’Ue va avanti. Dal prossimo 22 maggio partirà il primo bando europeo dedicato ai ricercatori che decidono di trasferirsi in Europa da Paesi extra-Ue, come gli Stati Uniti. E’ questa la nuova misura lanciata dal Consiglio europeo della Ricerca (Erc) che ha deciso così di raddoppiare i fondi “aggiuntivi” a disposizione di ciascun scienziato estero: da 1 a 2 milioni di euro, che si sommano alle tradizionali sovvenzioni previste dai bandi.

L’obiettivo è attrarre i ricercatori più brillanti che, negli ultimi mesi, stanno lasciando gli Stati Uniti anche a causa delle nuove restrizioni imposte dall’amministrazione Trump. In un contesto globale in cui l’Europa si trova a dover competere con colossi come Cina e Usa, offrire condizioni favorevoli alla ricerca può diventare una carta decisiva per rilanciare innovazione e competitività.

La presidente dell’Erc, Maria Leptin (nella foto), ha spiegato che il finanziamento “start-up” nasce per supportare chi intende stabilirsi in Europa, con una particolare attenzione ai ricercatori statunitensi in difficoltà, ma con un’apertura globale: “È rivolto a tutti coloro che decidono di trasferirsi in Europa da Paesi terzi. L’obiettivo del Consiglio europeo della Ricerca rimane quello di “offrire opportunità ai migliori scienziati, indipendentemente dalla nazionalità, sostenendo la libertà e l’indipendenza della ricerca”.

NUOVE RISORSE PER GIOVANI SCIENZIATI

Il bando in arrivo il 22 maggio riguarda gli Advanced Grant, destinati a ricercatori con almeno dieci anni di esperienza. Un vincitore che lasci gli Stati Uniti, ad esempio, potrà ricevere una sovvenzione principale fino a 2,5 milioni di euro, a cui si aggiungono i 2 milioni extra per coprire costi legati all’avvio dell’attività in Europa: dal laboratorio alle attrezzature, fino alla formazione di un team di ricerca.

Il potenziamento dei fondi non si limiterà ai soli Advanced Grant. L’Erc prevede di estendere i finanziamenti extra anche agli Starting Grant (per ricercatori con 2-7 anni di esperienza dopo il dottorato) che potranno arrivare a 3,5 milioni di euro in totale. I Consolidator Grant, rivolti a studiosi con 7-12 anni di esperienza post-doc, potranno invece valere fino a 4 milioni di euro. Tutto ciò senza modificare i criteri di selezione: “l’eccellenza scientifica resta l’unico parametro di valutazione”, ribadisce l’Erc. L’Unione Europea punta a mantenere questi fondi aggiuntivi anche nei bandi del 2026 e 2027.

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