Taranto si prepara al voto del 25 e 26 maggio. Una tornata elettorale che si annuncia ad alta tensione dopo lo scioglimento del Consiglio comunale, tra vecchie conoscenze, nomi nuovi e candidati “impresentabili”
A Taranto non si vota solo per scegliere un nuovo sindaco: si vota anche – e forse soprattutto – per decidere quale direzione dovrà prendere una città da anni stretta nella morsa di un conflitto irrisolto tra lavoro e salute. L’ombra dell’ex Ilva, il colosso dell’acciaio divenuto simbolo della crisi ambientale e sociale del territorio, è pesata come un macigno su una campagna elettorale dimessa e senza troppi proclami, in un clima di generale rassegnazione
In un contesto segnato anche dalla presenza di cinque candidati inseriti nella lista nera della Commissione parlamentare Antimafia – primato nazionale per la città – Taranto affronta un voto che potrebbe segnare una svolta, o riproporre l’eterno ritorno degli stessi volti e delle stesse logiche.
ELEZIONI IL 25 E 26 MAGGIO
Nella città dei due mari si torna alle urne dopo lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale, provocato dalle dimissioni simultanee di 17 consiglieri su 32. È caduta così l’amministrazione guidata da Rinaldo Melucci, aprendo una fase di grande incertezza politica, che si spera di chiudere con le elezioni comunali del 25 e 26 maggio.
Ben 28 le liste presentate, con 867 candidati al Consiglio comunale, tra cui 415 donne.
CHI SI CANDIDA A SINDACO DI TARANTO
Il nome del centrodestra è Luca Lazzaro, ex presidente regionale di Confagricoltura, appoggiato da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati-Lazzàro Sindaco e Partito Liberale.
C’è poi Piero Bitetti, esponente del movimento Con, è sostenuto dal Partito Democratico e da ben otto liste. Politico navigato, con un passato tra Di Bello, Florido ed Emiliano, rappresenta la coalizione più ampia ed è dato per favorito, secondo alcuni commentatori.
Buon seguito anche per Annagrazia Angolano, giornalista d’inchiesta e volto critico dell’Ilva: è la candidata del Movimento 5 Stelle. Si presenta con una lista personale oltre a quella ufficiale del M5S e ha chiuso la campagna elettorale con l’ex premier Giuseppe Conte.
Tra i primissimi nomi anche quello di Mario Cito: l’ex consigliere provinciale e comunale ha respinto apparentamenti politici con l’una e l’altra parte e corre da solo. Figlio dell’ex sindaco Giancarlo, si candida con AT6 – Lega d’Azione Meridionale, la tv-partito ereditata dal padre, già deputato e primo cittadino, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e recentemente scomparso.
Francesco Tacente, avvocato e presidente uscente del Consorzio trasporti pubblici, guida una coalizione composita sostenuta da sette liste, tra cui Noi Taranto, Taranto Popolare e Udc. La sua figura è stata rilanciata anche dalla visita in città del vicepremier Matteo Salvini, scatenando polemiche nel centrosinistra.
Mirko Di Bello, avvocato e nipote dell’ex sindaca Rossana Di Bello, si presenta con sei liste riunite sotto il simbolo di Adesso.
Escluso dalla corsa invece Antonello De Gennaro, giornalista,per irregolarità nella raccolta delle firme.
A TARANTO RECORD DI “IMPRESENTABILI”
La Commissione parlamentare Antimafia ha assegnato a Taranto un primato poco invidiabile: è la città con il maggior numero di candidati “impresentabili” d’Italia secondo il codice di autoregolamentazione.
Pur non avendo valore di legge, il codice invita partiti e movimenti a non candidare né sostenere persone coinvolte in procedimenti penali per reati di mafia o reati collegati (come racket, usura, riciclaggio, tratta di esseri umani, traffico di rifiuti), anche se solo indagate, rinviate a giudizio o condannate in via non definitiva.
Per questa tornata elettorale, la Commissione ne ha individuati 23 a livello nazionale, di cui cinque a Taranto.
Tra questi figurano Mimma Albano, di “Noi Taranto” con la lista di Tacente, attualmente a processo per usura, e Rossella Basile, schierata con il Movimento Sportivo di Di Bello e imputata per autoriciclaggio. La Democrazia Cristiana di Bitetti candida Antonio Damiano Milella, già condannato in primo grado per turbativa d’asta, mentre Forza Italia – nella coalizione di Lazzaro – schiera Cataldo Renna, accusato di traffico di influenze illecite, e Rosario Ungaro, indagato per corruzione aggravata e turbativa d’asta.