Comunali Genova 2025: tutti i candidati in corsa tra continuità e innovazione, dalla sfida Salis-Piciocchi agli outsider antisistema, mentre monta la polemica sulla nomina di Maresca al Comitato di gestione del Porto
Genova arriva al voto del 25 e 26 maggio con molti nodi irrisolti sul tavolo: dalla gestione delle grandi opere allo spopolamento dei quartieri, passando per il destino delle aree industriali dismesse, le tensioni legate alla tempesta giudiziaria che ha travolto l’ex presidente di Regione Giovanni Toti e il ricordo della tragedia del ponte Morandi.
Un banco di prova decisivo per gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra: da un lato l’opzione in continuità, dopo il vuoto creato da Bucci, passato da Palazzo Tursi alla presidenza della Regione. Sull’altro fronte le comunali sono l’occasione per saggiare la tenuta del campo largo, che in caso di vittoria acquisterebbe concretezza anche sul piano nazionale. In mezzo 5 candidati “outsider” provano a imporsi con programmi antisistema, civici o radicali.
PICIOCCHI, L’USCENTE CHE CORRE PER LA CONTINUITÀ
Pietro Piciocchi, 47 anni, avvocato, è il candidato del centrodestra e attuale sindaco facente funzione dopo l’elezione di Marco Bucci – di cui fu assessore al Bilancio per 8 anni – alla guida della Regione Liguria.
A Genova governa da tempo come vicesindaco ed è sostenuto da una coalizione solida, composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc, nuovo Psi-Dc, Noi Moderati e le liste civiche di centrodestra.
La sua proposta politica punta molto sulla continuità: grandi opere, mobilità pubblica gratuita per anziani e ragazzi sotto i 14 anni, sviluppo del porto, infrastrutture come la Gronda e il Terzo Valico – cui, come ha dichiarato ieri Salvini, verranno destinati parte dei fondi recuperati dal contestatissimo taglio del 70% sulla manutenzione delle strade provinciali.
Piciocchi ha fatto della parola “attrattività” il fulcro del suo programma: infrastrutture per fermare lo spopolamento e convincere nuovi abitanti a scommettere su Genova.
SILVIA SALIS: IL VOLTO NUOVO DEL CAMPO LARGO
Silvia Salis, 39 anni, ex atleta olimpica e numero due del Coni fino a pochi mesi fa, è la candidata del centrosinistra unito, o meglio del “campo larghissimo”: una coalizione che va dal PD al M5S, passando per Italia Viva, Azione, Verdi e Sinistra Italiana.
Una candidatura che ha unito anime molto diverse e che punta a riconquistare una città simbolo per la sinistra, perduta da oltre dieci anni. E che funge da banco di prova per la creazione di una coalizione anche anche sul piano nazionale.
Salis ha proposto un modello di sviluppo industriale sostenibile, promettendo di mantenere la vocazione produttiva delle aree dell’ex ILVA, e di avviare una mappatura delle aree dismesse da riconvertire. Ha mostrato attenzione al mondo giovanile, al lavoro, al clima e all’equità sociale, cercando di portare un linguaggio nuovo, più moderno e partecipativo.
GLI ALTRI CANDIDATI: CRUCIOLI, GUALCO, MARRAS, RONZITTI, TOSCANO
Oltre a Salis e Piciocchi, corrono per Palazzo Tursi altri cinque aspiranti sindaci.
Tra questi Mattia Crucioli, avvocato amministrativista ed ex senatore M5S, che guida la lista “Uniti per la Costituzione” con un programma antisistema e sovranista fondato su politiche sociali e redistributive.
Raffaella Gualco, avvocato civilista e leader di “Genova Unita” – nata in parte dalla scissione del Pd e dal passo indietro di Filippo Biolè – si presenta come espressione della società civile puntando su trasparenza, rigenerazione urbana e sostegno ai giovani.
C’è poi Antonella Marras, veterana delle battaglie ambientali in Valpolcevera e portavoce di Sinistra Alternativa: propone la reinternalizzazione dei servizi pubblici e una sinistra di lotta basata su uguaglianza ed ecologia.
La coordinatrice del Partito Comunista dei Lavoratori Cinzia Ronzitti si ripresenta per la terza volta, dopo le campagne del 2017 e del 2022 con un programma elettorale antifascista e antirazzista che mette il lavoro e la formazione giovanile al primo posto.
Infine, Francesco Toscano, originario di Gioia Tauro e già candidato alla presidenza regionale del 2024. Il presidente di Democrazia Sovrana Popolare, porta in campo un sovranismo “popolare” anti-globalista, sostenendo democrazia partecipata e rottura delle logiche clientelari.
POLEMICHE PER LA NOMINA DI MARESCA
A due giorni dal voto, a scuotere ulteriormente l’atmosfera già tesa è arrivata la nomina di Davide Maresca al Comitato di gestione del Porto, decisa dalla Città Metropolitana guidata proprio da Piciocchi. La nomina ha suscitato forti polemiche per i legami familiari – Maresca è fratello dell’assessore comunale uscente ai Porti, Francesco Maresca – e per la tempistica giudicata inopportuna da buona parte dell’opposizione.
Il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle hanno denunciato l’episodio come un nuovo esempio di gestione clientelare del potere, parlando di una “nomina last minute” per piazzare amici di partito.
“Mio fratello è un bravo professionista nel suo campo ed è nominato da un ente diverso dal Comune di Genova di cui io sono assessore. Il centrodestra nomina persone competenti e all’altezza”, replica Francesco Maresca.