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Scirè

Cos’è il sommergibile Scirè e perché fa litigare il Parlamento

Caos in Senato: un sommergibile fa discutere l’Italia. Ecco cos’è successo

Cosa ci fa un sommergibile della Seconda guerra mondiale al centro di una bufera politica nel 2025? E perché se ne parla come se fosse un simbolo ideologico? La storia del regio sommergibile Scirè – affondato nel 1942 con sessanta militari a bordo e assegnato alla famigerata flottiglia X Mas – è tornata prepotentemente d’attualità con l’approvazione in Senato della legge che lo dichiara “sacrario militare subacqueo”. Una legge che, in apparenza, doveva essere solo un atto commemorativo. E invece è diventata una miccia accesa sotto i banchi del Parlamento.

IL NODO POLITICO: SPARITA LA FRASE SUI REGIMI

La scintilla che ha fatto esplodere il caso è stata una modifica al testo originario, approvato alla Camera l’anno scorso, che recitava: “al fine di onorare i marinai italiani che hanno perso la vita in un conflitto mondiale per responsabilità dei regimi nazional-socialista e fascista”. Quella frase è sparita durante il passaggio in commissione Esteri del Senato, su iniziativa della maggioranza.

Una scelta che ha provocato le dure reazioni delle opposizioni: secondo Alleanza Verdi-Sinistra “una vergogna storica” e per il Partito Democratico “la prova che il Senato sta diventando il fortino del revisionismo”. In Aula i toni si sono infuocati. Il senatore Bruno Marton (M5S) ha lanciato un’accusa durissima alla maggioranza: “Nessuno mette in discussione il sacrificio di quei marinai, ma senza la giusta contestualizzazione storica questo è un inno al fascismo”. Peppe De Cristofaro (Avs) ha rincarato la dose: “Davvero nel 2025 si può sostenere in Senato che la Seconda guerra mondiale non sia stata causata da Hitler e da Mussolini? È scritto nei libri di storia, è scritto nella nostra Costituzione”.

IL PUNTO CRITICO: LA DECIMA MAS

A rendere la questione ancora più delicata è il fatto che lo Scirè faceva parte della Decima Mas, unità della marina militare che, durante la Repubblica Sociale Italiana, si macchiò di torture e omicidi ai danni di civili e partigiani. Il senatore Dario Parrini (Pd) ha ricordato che il comandante dello Scirè, Junio Valerio Borghese, fu uno dei simboli del fascismo più estremo. “Cancellare la responsabilità storica significa onorare i morti dimenticando chi li ha mandati a morire. È un’offesa alla memoria e alla verità”.

IL DIETROFRONT, SI TORNA AL TESTO ORIGINALE

La tensione ha rischiato di far saltare tutto. Ma dopo una sospensione dell’Aula e una mediazione della Lega, si è trovata la quadra: il relatore Roberto Menia (FdI), pur contrario, ha annunciato che la maggioranza accetterà gli emendamenti dell’opposizione per ripristinare la formulazione originale, quella con la frase sui regimi. Il testo è stato approvato “per alzata di mano”, con Menia che si è astenuto “coerentemente”, spiegando: “Almeno da oggi lo Scirè è un sacrario, anche se un sacrario con lo stigma non si è mai visto”.

Il caso Scirè è il simbolo di una frattura che continua a dividere il Paese: da una parte chi chiede una memoria condivisa ma senza concessioni o rimozioni storiche, dall’altra chi accusa la sinistra di avere un’“ossessione per il fascismo”.

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