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Quanto corre il carrello della spesa

Inflazione in calo, ma non per tutti. Il punto sui prezzi dei beni di prima necessità e sulle differenze tra Nord e Sud 

Nel mese di maggio l’inflazione in Italia ha registrato un lieve rallentamento. Secondo l’Istat, l’indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,1% rispetto ad aprile e ha segnato un aumento dell’1,6% su base annua, lievemente inferiore alla stima preliminare dell’1,7%. Questa dinamica è stata influenzata principalmente dal calo dei prezzi dei beni energetici, degli alimentari non lavorati e dei servizi di trasporto.

CARRELLO DELLA SPESA SEMPRE PIU’ CARO

A dispetto del raffreddamento dell’inflazione generale, i prezzi dei beni di prima necessità continuano a salire. Il cosiddetto “carrello della spesa” – che include generi alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona – ha registrato a maggio un incremento annuo del 2,7%, in accelerazione rispetto al +2,6% di aprile. Una tendenza che colpisce soprattutto le famiglie a basso reddito, più esposte all’aumento dei beni essenziali.

L’inflazione di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi, è scesa all’1,9% (dal 2,1% di aprile), mentre quella depurata solo dei beni energetici è passata dal 2,2% al 2,1%. Il calo tendenziale dei prezzi è più marcato per i beni, che passano da un +1% a un +0,8%, e per i servizi, che rallentano da +3% a +2,6%. Su base annua, crescono soprattutto i prezzi legati all’abitazione, all’acqua, all’elettricità e ai combustibili (+3,9%), insieme a quelli dei servizi ricettivi e di ristorazione (+3,4%).

Secondo l’Istat, i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande hanno segnato a maggio un incremento del 3,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In parallelo, sono aumentati in modo significativo anche i costi connessi al turismo: il Codacons ha rilevato un’impennata dei voli nazionali (+30,8%) e dei traghetti (+9,7%). In controtendenza, invece, i trasporti nel loro complesso, che registrano un calo del 1,9% su base annua.

INFLAZIONE TERRITORIALE, DIFFERENZE TRA NORD E SUD

L’inflazione non colpisce tutte le aree del Paese allo stesso modo. A maggio, le città con i maggiori aumenti dei prezzi sono state Bolzano, Napoli e Venezia (tutte con +2,3%), seguite da Padova (+2,2%). Le variazioni più contenute si registrano a Firenze (+1%), Aosta (+0,9%) e Parma (+0,8%). Il Sud, pur registrando un tasso superiore alla media nazionale, mostra un rallentamento, con l’inflazione che passa dal 2% all’1,9%.

Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, il rallentamento dell’inflazione è “un’illusione ottica”. Infatti, i beni di uso quotidiano – dal cibo ai prodotti per la casa – continuano a rincarare, rendendo più pesante il bilancio delle famiglie. Una situazione che penalizza in particolare le fasce più fragili della popolazione, già messe a dura prova dall’inflazione degli ultimi anni.

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