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Natoli Csm

La maggioranza apre lo scouting: serve un volto nuovo per il Csm

Dopo le dimissioni di Rosanna Natoli dal Csm, la maggioranza dovrà trovare un accordo con l’opposizione per un nuovo nome da mandare al Consiglio superiore della magistratura

L’avvocato Rosanna Natoli, consigliere laico in quota Fratelli d’Italia nel Consiglio superiore della magistratura, si è dimessa. La sua decisione arriva a seguito di un’indagine che la vede coinvolta e lascia la maggioranza parlamentare con un voto in meno a palazzo Bachelet.

PERCHÉ ROSANNA NATOLI ERA STATA SOSPESA

Rosanna Natoli era stata sospesa dal Csm a causa di un procedimento a suo carico in merito alla presunta violazione del segreto delle deliberazioni in camera di consiglio e del segreto istruttorio. Natoli avrebbe rivelato alla giudice Maria Fascetto Sivillo, magistrato presso il tribunale di Catania dove esercitava le funzioni di giudice delle esecuzioni immobiliari, informazioni coperte da riservatezza in merito alle deliberazioni della Sezione disciplinare del Csm. La giudice Sivillo è deceduta in seguito a una grave malattia ma il procedimento è andato avanti. Secondo l’accusa, come riporta il quotidiano Il Dubbio, avrebbe riferito che, durante l’udienza disciplinare del 25 luglio 2023, Fascetto Sivillo avrebbe reso dichiarazioni ritenute offensive nei confronti di altri magistrati, a causa delle quali la Sezione avrebbe deciso di applicare la sanzione più grave, cioè la perdita di un anno di anzianità, anziché la censura, come proposto da Rosanna Natoli.

UN NOME CONDIVISO DA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE PER IL CSM

La questione ora non è di semplice soluzione. Non si tratta, infatti, solo di trovare un nuovo profilo in sostituzione della giudice Natoli ma anche di farlo votare dal Parlamento. Per quanto riguarda l’elezione dei giudici laici, di solito, il Parlamento vota contestualmente i nomi proposti dalla maggioranza e dalla minoranza. Infatti, la maggioranza richiesta è dei tre quinti dell’assemblea, per i primi due scrutini, e dei tre quinti dei votanti per le consultazioni successive. Una percentuale difficile da raggiungere con un candidato di parte.  Sarà necessario, dunque, trovare un nome condiviso da maggioranza e opposizione sebbene la candidatura, in teoria, spetti all’area di Fratelli d’Italia. Un altro indizio per definire il profilo del candidato è il suo genere. Il Quirinale, infatti, aveva caldamente suggerito che per lo meno il 40 per cento dei laici fosse di sesso femminile.

LA RIFORMA CARTABIA COMPLICA LE VOTAZIONI PER LA MAGGIORANZA

Attualmente i dieci membri eletti dal parlamento sono: Roberto Romboli, Michele Papa, Enrico Aimi, Isabella Bertolini, Felice Giuffrè, Claudia Eccher, Ernesto Carbone e Daniela Bianchini. L’elezione dei giudici laici nel 2023 ha seguito le regole della riforma Cartabia. Il Parlamento ha attinto a una lista di giuristi, avvocati, professori universitari in possesso dei requisiti di legge. Tali professionisti si erano autocandidati per diventare giudici laici del Csm; dunque, il prossimo membro laico dell’organo che si occupa dell’autogoverno della magistratura italiana potrebbe essere già presente in quella lista che riporta più di 180 profili.

I NOMI PER IL CSM

Ma chi sono i papabili presenti in quella lista? C’è Giuseppe Valentino, proposto e poi ritirato in corsa nel 2023, gli ex parlamentari Ciro Falanga, Riccardo Ventre, Luigi Florio e Antonino Lo Presti, ex deputato di Alleanza Nazionale; i candidati non eletti Beatrice Rinaudo e Antonio Ciarambino.

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