Un soprannome da wrestler, un temperamento da falco e un ruolo chiave nelle strategie belliche degli Stati Uniti in Medio Oriente: il generale Erik Kurilla, alias “il Gorilla”, è l’uomo del momento al Pentagono. Ecco perché.
KURILLA, IL GENERALE DEL MOMENTO
Al vertice del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), Erik Kurilla è diventato una figura centrale nella risposta americana all’escalation tra Israele e Iran. Descritto da fonti interne come un “falco” e noto con il soprannome di “Gorilla”, Kurilla è considerato il principale promotore di un’azione militare Usa contro Teheran. Secondo quanto riportato da Politico, il generale sta esercitando una forte influenza sulle decisioni del segretario alla Difesa Pete Hegseth e ha guadagnato un livello di autorità “insolito”, a scapito di altri alti ufficiali.
ACCESSO DIRETTO A TRUMP E VIA LIBERA ALLE SUE RICHIESTE
Da quando Israele ha lanciato il suo attacco all’Iran alla fine della scorsa settimana, tutte le richieste operative avanzate da Kurilla – dallo spostamento delle portaerei all’invio di caccia – sono state approvate senza esitazione. Il generale, secondo più fonti, ha ottenuto più accesso a Donald Trump rispetto ad altri ufficiali e ha sostenuto con forza la necessità di rafforzare la presenza militare americana nella regione, anche contro il parere del generale Dan Caine, capo degli Stati Maggiori Riuniti, più cauto rispetto a un ulteriore coinvolgimento in Medio Oriente.
LO SCONTRO SOTTERRANEO AL PENTAGONO
Kurilla ha finito per imporsi anche su Elbridge Colby, influente sottosegretario per la strategia, vicino all’universo ideologico Maga e America First. Colby era stato voluto da Hegseth proprio per ridimensionare l’influenza dei vertici militari tradizionali, ma l’abilità tattica e il piglio deciso di Kurilla hanno ribaltato il gioco: il generale ha saputo presentarsi come il “guerriero” che l’ex conduttore di Fox News – oggi segretario alla Difesa – aveva sempre sognato.
UN FALCO TRAVESTITO DA GORILLA
L’ultimo segnale della crescente influenza di Kurilla è arrivato nei giorni scorsi: il Pentagono ha ordinato l’invio in Medio Oriente della Uss Nimitz, seconda portaerei che si aggiunge alla Uss Carl Vinson, con l’intero gruppo d’attacco. Aerei da guerra come F-22, F-35 e F-16 sono stati mobilitati, molti dei quali sottratti ad altri teatri operativi, come il Mar Cinese Meridionale.
Fonti vicine a Hegseth raccontano che l’ex conduttore è facilmente colpito da figure militari che incarnano l’immagine del “duro”, e Kurilla ha saputo giocare alla perfezione questo ruolo. “Il Centcom sta cercando di prendersi tutti gli asset che può dagli altri teatri. È quello che fa sempre”, dice una fonte – come riporta sempre Politico. Nessuna delle sue richieste, finora, è stata respinta. E il suo ruolo – seppur dietro le quinte – è diventato decisivo nella possibile svolta bellica degli Stati Uniti