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Vitalizio

Lunga vita al vitalizio: chi sono gli oltre 1300 ex deputati contro il taglio dell’assegno

La battaglia per il ritorno al vitalizio coinvolge oltre 1300 ex parlamentari, determinati a ribaltare la delibera Fico del 2018. In gioco c’è il principio della “legittima aspettativa” e un assegno che, per molti, vale migliaia di euro al mese.

Una nuova battaglia si consuma nei corridoi di Montecitorio. A ingaggiarla non è un partito, ma un esercito trasversale di ex deputati, più di 1300, che si oppongono con forza al taglio del vitalizio introdotto nel 2018 dall’allora presidente della Camera Fico.

La delibera trasformava l’assegno in una sorta di pensione calcolata con il metodo contributivo, cioè in base a quanto versato. Generando in alcuni casi sforbiciate fino al 90%, specie nel caso degli ex parlamentari più anziani, che fecero prontamente ricorso.

IL PRIMO RICORSO DEGLI EX PARLAMENTARI “ANZIANI”

Nel 2022 questo primo gruppo ottenne una sentenza favorevole: il tribunale interno alla Camera aveva stabilito che il principio costituzionale della “legittima aspettativa” doveva prevalere. Il ricalcolo dell’assegno non poteva partire retroattivamente dal momento in cui era stato percepito per la prima volta, ma solo dal 2022 in poi. Quella decisione azzerò gli effetti della delibera per centinaia di ex deputati, alcuni dei quali in condizioni fisiche e anagrafiche molto precarie.

LA NUOVA ONDATA DI RICORSI PER IL RITORNO DEL VITALIZIO

Ora tocca agli ex parlamentari “più giovani”, quelli che nel 2018 non erano ancora in età da vitalizio ma che ne hanno maturato i requisiti successivamente. Anche loro hanno fatto ricorso, appellandosi allo stesso principio. Il Consiglio di Giurisdizione della Camera diede loro torto, ma gli oltre 1300 ricorrenti non hanno gettato la spugna e mercoledì scorso si sono presentati davanti al Collegio d’Appello interno di Montecitorio presieduto da Ylenja Lucaselli (Fratelli d’Italia) e composto da altri quattro parlamentari-avvocati: Ingrid Bisa (Lega), Pietro Pittalis (Forza Italia), Marco Lacarra (Pd) e Vittoria Baldino (M5s).

GLI EX DEPUTATI IN ATTESA DEL VERDETTO

Nel lunghissimo elenco dei ricorrenti compaiono nomi illustri e controversi, provenienti da tutte le stagioni politiche della Repubblica. C’è l’ex finiano Italo Bocchino, che ha fatto causa dopo che gli fu negato l’assegno nel 2013, nonostante 17 anni di mandato. C’è l’ex ministro Mario Landolfi, condannato per corruzione, Massimo Abbatangelo, assolto per la strage del Rapido 904 ma condannato per la fornitura dell’esplosivo.

Ricorrono anche la vedova di Pinuccio Tatarella, Angela Filipponio, e vecchie glorie del craxismo come Fabrizio Cicchitto, Margherita Boniver e Claudio Martelli. Una frotta eterogenea di ex Dc (Giampiero Catone), ex radicali come Mario Capanna e Ilona Staller, post-missini come Carmelo Briguglio e Gianni Alemanno, magistrati in attività e a riposo (Tiziana Maiolo, Michele Vietti, Isabella Bertolini) ed ex giornalisti (Paolo Guzzanti e Gennaro Malgero), fino agli atleti olimpionici (Manuela Di Centa). E ancora Antonio Bassolino, Rosa Russo Iervolino, Claudio Scajola, Angelino Alfano, Giovanna Melandri, Aldo Brancher, Francantonio Genovese e Alfredo Vito.

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