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Chi ha salvato il soldato von der Leyen?

La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen è salva ma dalla mozione di censura arriva una brutta notizia: la Presidente ha perso il 10% dei consensi


La Commissione guidata da Ursula von der Leyen non è stata sfiduciata dal voto di censura che aveva come primo firmatario Gheorge Piperea, eurodeputato di Ecr (lo stesso gruppo parlamentare in cui militano gli eurodeputati di Fratelli d’Italia). Trascinata davanti al giudizio parlamentare ufficialmente per il caso Pfizer, nell’Europarlamento serpeggiano malumori a sinistra e per via del piano RearmEu e a destra per una presunta discontinuità troppo labile in relazione alle politiche del Green deal rispetto a quanto fatto dalla precedente commissione von der Leyen. L’estrema destra si ritrova, invece, a contrastare von der Leyen per entrambe le ragioni.

COME HA VOTATO IL PARLAMENTO SULLA CENSURA A URSULA VON DER LEYEN

L’Aula di Strasburgo ha detto “no” alla censura a von der Leyen con 360 voti contrari. A votare a favore 175 eurodeputati mentre si contano 18 astenuti. Gli eurodeputati votanti sono stati solo 553 eurodeputati su un totale di 720 deputati. Affinché fosse approvata la mozione avrebbe dovuto raccogliere almeno 360 voti a favore e richiamare al voto almeno i due terzi degli eurodeputati. L’anno scorso la Commissione aveva ottenuto 401 voti per un secondo mandato. Oggi solo 360 eurodeputati hanno votato contro la mozione di censura, quindi, in circa un anno, il sostegno alla commissione von der Leyen è diminuito di circa il 10%.

CHI HA VOTATO A FAVORE DELLA SFIDUCIA

A votare a favore sono stati i Patrioti (gruppo nel quale siede la Lega), il gruppo Esn (quello di Alternative fuer Deutschland), una parte dell’Ecr e numerosi Non Iscritti. Tra gli italiani il Movimento 5 Stelle ha votato a favore della sfiducia come la Lega, alcuni suoi parlamentari hanno anche sottoscritto la mozione.

LA TECNICA DELL’ASTENSIONE NEL VOTO CONTRO VON DER LEYEN

Alla vigilia del voto i socialisti, che pure sostengono la commissione von der Leyen, non avevano comunicato una linea univoca. Tanto che tra i socialisti spunta anche un voto a favore del testo anti-von der Leyen: è quello di Matjaž Nemec, europarlamentare socialista Slovenia, dove governa il filorusso (e socialista) Robert Fico. Inoltre, 33 socialisti non si sono presentati al voto. Tra questi gli italiani Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Matteo Ricci ed Alessandro Zan. Il resto dei socialisti ha espresso voto contrario. Anche il gruppo di Renew Europe conta un voto favorevole alla sfiducia della commissaria, è quello dell’irlandese Ciaran Mullooly. Gli astenuti nel gruppo dove siede anche Italia Viva, sono 12. Tra i verdi, invece, le assenze arrivano a 16 deputati. Tra gli europarlamentari di Left in 29 non partecipano al voto, tra cui Ilaria Salis e Mimmo Lucano. Il dato più interessante è quello che riguarda i Popolari, il partito di Ursula von der Leyen: in 19 non votano.

ECR ESCE SPACCATO DAL VOTO SU VON DER LEYEN

Il gruppo uscito più indebolito da questo voto è proprio quello dell’Ecr che ha manifestato tutte le sue divisioni interne. Le delegazioni di Polonia e Romania hanno votato a favore, il Belgio ha respinto la mozione mentre la maggioranza, tra cui anche Fratelli d’Italia, che non ha partecipato al voto. “La nostra priorità – dichiarano in una nota i capi delegazione tra cui Carlo Fidanza di FdI – resta quella di rafforzare la cooperazione sui singoli dossier con le forze politiche affini. Sia al centro che a destra, che condividano i nostri obiettivi e sappiano andare oltre le barriere nazionali e i pregiudizi ideologici, cavalcando il vento del cambiamento generato dalle ultime elezioni europee”.

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