Trump aveva cavalcato le teorie cospirazioniste sul Caso Epstein e aveva promesso alla base MAGA che, una volta giunto al potere, avrebbe fatto chiarezza su quanto successo. Ora, Trump vuole rimangiarsi tutto ma i MAGA non ci stanno
Jeffrey Epstein rischia di fare male a Trump anche da morto. Nel corso della sua ultima campagna elettorale Donald Trump ha cavalcato la teoria (complottista?) secondo la quale un fantomatico “Deep State” protegga i collaboratori di Epstein nel Partito Democratico e di Hollywood. Una serie di nomi altisonanti presenti nei cosiddetti “Epstein files” (la cui esistenza è tutta da dimostrare) che il presidente Trump ha, a più riprese, promesso (o minacciato) di rendere pubblici.
CHI ERA JEFFREY EPSTEIN E COS’È IL CASO EPSTEIN
Facciamo un passo indietro. Jeffrey Epstein era un finanziere multimiliardario sessantaseienne che nel 2019 fu arrestato con l’accusa di aver sfruttato sessualmente decine di ragazze minorenni. Epstein vantava legami con personaggi del mondo dello spettacolo e con uomini potenti, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’ex presidente Bill Clinton ed era molto legato al principe Andrea, fratello di Re Carlo. Arrestato in New Jersey, Epstein si è suicidato in carcere dopo essersi dichiarato non colpevole dei fatti che gli erano imputati.
IL CASO EPSTEIN PUÒ FARE MALE A TRUMP
Trump aveva promesso alla sua base elettorale che, una volta giunto al potere, avrebbe fatto chiarezza su quanto successo e avrebbe pubblicato i fantomatici Epstein files. Ora la sua amministrazione ha di fatto messo a tacere le teorie cospirazioniste legate a Epstein: il Dipartimento di Giustizia e l’FBI hanno dichiarato che non esistono prove che Epstein tenesse una lista clienti, che stesse ricattando personaggi potenti. Inoltre, hanno bollato come falsa la pista secondo la quale Epstein sarebbe stato ucciso in carcere, confermando la sua morte per suicidio. La base Maga non ci sta e ora accusa Trump e la sua amministrazione di nascondere la verità.
I TRE SCENARI DI KHARDORI SU POLITICO
Ankush Khardori, un avvocato e columnist di base a Washington, ha elaborato, per Politico, tre scenari che provano a spiegare il cul de sac nel quale sarebbe finita l’amministrazione Trump seguendo piste cospirazioniste.
MANIPOLAZIONE POLITICA DI UN CRIMINE ORRENDO
La prima possibilità è che i più alti funzionari dell’amministrazione Trump — inclusi il presidente Donald Trump, il vicepresidente JD Vance, il procuratore generale Pam Bondi e il direttore dell’FBI Kash Patel — abbiano sfruttato una terribile tragedia legata al traffico sessuale di minori per ottenere vantaggi politici e finanziari personali – scrive Khardori -. Alcuni di questi funzionari, forse tutti, sapevano che non esisteva alcuna cospirazione governativa elaborata né alcuna copertura dei crimini o della morte di Epstein, ma hanno intenzionalmente fuorviato milioni di americani per anni al fine di guadagnare denaro, riportare Trump alla Casa Bianca, o entrambi. E ora che sono al potere, stanno affrontando le conseguenze del disastro che hanno contribuito a creare.
L’INSABBIAMENTO A USO DI TRUMP
Una seconda possibilità è che la revisione delle prove da parte del Dipartimento di Giustizia nel caso Epstein abbia fatto emergere riferimenti a Trump — in qualcosa di simile a una “lista clienti” o in altro modo — e che il governo sia ora impegnato in un insabbiamento per proteggere il presidente. Questo non può essere escluso, dato il passato sociale di Trump con Epstein prima dell’arresto di quest’ultimo; Trump è già stato citato in documenti pubblici emersi in cause legali legate a Epstein, anche se non è mai stato accusato di alcun reato in merito. Potenzialmente significativo è anche il tentativo fortemente difensivo di Trump, durante una riunione di gabinetto la scorsa settimana, di archiviare la questione affermando che il pubblico dovrebbe ignorare le teorie del complotto e andare avanti — una posizione sorprendente per un uomo famoso proprio per le sue teorie del complotto e per non “andare mai avanti” da nulla.
AMMINISTRAZIONE VITTIMA DELLE PROPRIE ILLUSIONI
Una terza possibilità, infine, è che l’amministrazione abbia detto la verità fin dall’inizio — cioè che i funzionari credevano davvero nelle teorie del complotto che avevano alimentato e solo ora stanno scoprendo che non esiste alcuna “lista clienti” di Epstein e nessuna prova che Epstein abbia ricattato qualcuno. In questo scenario, Trump e tutti gli altri sarebbero rimasti sorpresi da queste rivelazioni tanto quanto lo sono molti dei suoi sostenitori, e ora stanno cercando di gestire le conseguenze.