La querelle sulla nomina di Fulvio Macciardi come Sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli rischia di far deflagrare lo scontro tra il sindaco del capoluogo campano Gaetano Manfredi, il Ministero della Cultura e il presidente della Campania Vincenzo De Luca, con risvolti anche sulla battaglia per le regionali del prossimo autunno.
Il rischio che la controversia sul Sovrintendente del Teatro San Carlo si risolva ancora una volta a carte bollate è ormai una certezza: il sindaco di Napoli, nonché presidente del Consiglio di indirizzo del lirico napoletano, impugnerà la decisione del MiC di ratificare la nomina di Fulvio Macciardi.
Un pasticcio che trascina uno dei teatri più prestigiosi del mondo in una trama di forzature a sfondo politico. Sul tavolo rimane infatti un interrogativo irrisolto: perché il consigliere di De Luca ha votato a favore di Macciardi, allineandosi così ai desiderata del governo?
LA RIUNIONE CHE NON DOVEVA ESSERCI
C’era grande attesa ieri per il responso del MiC, chiamato a validare la decisione presa lunedì dal Consiglio di indirizzo del San Carlo in assenza del presidente Manfredi e dell’altro rappresentante della Città Metropolitana, Maria Grazia Falciatore, che è anche capo di gabinetto in Comune.
A causa della concomitante convocazione a Palazzo Chigi della cabina di regia su Bagnoli, i due non potevano essere presenti e la riunione era stata pertanto sconvocata.
Ma gli altri tre membri del Consiglio di indirizzo si sono ugualmente incontrati: presenti la consigliera anziana Marilù Faraone Mennelli, indicata dal MiC, che ha presieduto in mancanza di Manfredi; Gianfranco Nicoletti, rettore della Vanvitelli, anche lui nominato in quota ministeriale; e l’economista Riccardo Realfonzo, rappresentante della Regione.
LA NOMINA E L’ANNUNCIO DEL RICORSO
I tre hanno votato a favore di Fulvio Adamo Macciardi, violinista ed ex sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, profilo gradito al Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi.
In serata arriva la firma del ministro Giuli che ne valida l’elezione alla guida del San Carlo.
Intanto Manfredi aveva già fatto sapere dell’intenzione di ricorrere al Tar nel caso di un’eventuale ratifica da parte di via del Collegio Romano. Appoggiandosi al parere dei revisori dei conti del Massimo napoletano, che hanno contestato in una lettera inviata al MiC la validità giuridica e amministrativa del voto, il sindaco ritiene che “il Cdi non si è riunito formalmente” e annuncia ora che farà ricorso al Tar.
DE LUCA-MAZZI, L’ASSE IMPREVISTO TRA GOVERNO E REGIONE
Al di là dell’ormai probabile contesa giuridica, il blitz del CdI lascia sul tavolo anche un’indicazione politica, ossia l’asse tra il governo e la Regione sulla nomina di Macciardi. Il consigliere Realfonzo, legato di De Luca, ha infatti votato in accordo con i due referenti ministeriali.
Il governatore ha subito difeso il responso dell’assemblea (“Sono quattro mesi che il teatro San Carlo è allo sbando, che altro bisognava aspettare?”), in aperto contrasto con le posizioni espresse dai compagni di partito del Pd e dai (presunti) alleati del Movimento 5 Stelle, e in linea con le richieste di Mazzi, che chiedeva tempi brevi e la nomina di Macciardi.
OLTRE IL SIPARIO DEL SAN CARLO, LE REGIONALI
Archiviata la fase di dialogo tra Comune e governo, resta da capire se la vicenda intaccherà l’equilibrio, già di per sé precario, tra Manfredi, dato per federatore del centrosinistra in vista del voto autunnale, e il governatore uscente: aspetto non secondario, considerato che serve il placet di De Luca per portare a dama la candidatura alla Regione di Fico, su cui si regge l’intesa tra Pd e M5S in Campania e non solo.