Rimossa l’intitolazione al giurista ed ex senatore Gianfranco Miglio dalla facciata del polo scolastico di Adro. La questione ora rischia di travalicare i confini locali: mentre la Lega promette battaglie politiche e parlamentari, denunciando una scelta che ritiene illiberale e antistorica, il centrosinistra locale parla di normalizzazione amministrativa, dopo le controversie di quindici anni fa
Sulla facciata del polo scolastico di Adro, piccolo comune della Franciacorta in provincia di Brescia, rimane ormai soltanto l’ombra dell’intitolazione a Gianfranco Miglio, disposta quindici anni fa dall’allora sindaco Danilo Oscar Lancini.
La rimozione della dicitura riaccende ora un dibattito che l’attuale primo cittadino Davide Moretti, eletto nel 2024 con una lista civica vicina al centrosinistra, non immaginava di sollevare e che invece ha scatenato un’ondata di proteste da parte degli ambienti leghisti. L’accusa nei confronti della giunta è di “sopruso ideologico” nel tentativo di cancellare la memoria di un illustre studioso e giurista, considerato il padre del federalismo fiscale.
DALLA LEGA: UN SOPRUSO IDEOLOGICO PER CANCELLARE LA MEMORIA DI MIGLIO
La decisione dell’amministrazione comunale ha provocato la dura reazione dei vertici e dei rappresentanti locali della Lega. Il deputato Eugenio Zoffili ha annunciato che porterà il caso alla Camera, ritenendo l’atto «un vergognoso sopruso ideologico» e chiedendo al sindaco «di chiedere scusa e tornare sui suoi passi», mentre Fabio Rolfi, vicepresidente della Provincia, definisce la scelta un “atto codardo e di debolezza della sinistra”.
LA DIFESA DEL COMUNE: SCELTA NON POLITICA
L’amministrazione ha motivato l’intervento come una scelta organizzativa, non politica. “Il Polo Scolastico è l’edificio di competenza comunale, mentre l’Istituto Comprensivo è la scuola come istituzione, gestita dal Consiglio di Istituto e dipendente dal Ministero dell’Istruzione e del Merito”, spiega il Comune in una nota.
“All’epoca della costruzione della scuola, il mancato accordo sulla denominazione dell’edificio portò a uno stallo e alla decisione di lascare l’Istituto senza un nome, mentre il polo fu dedicato alla memoria di Gianfranco Miglio, persona, secondo il Comne, “dalla forte connotazione politica e ideologica”.
La dicitura avrebbe inoltre creato confusione, tanto più che, con la realizzazione di un nuovo parcheggio, la facciata oggetto della controversia è diventata ora il retro dell’edificio, aumentando, secondo il Comune, l’incongruenza della posizione della targa.
IL PRECEDENTE: I 700 SOLI DELLE ALPI
L’ex roccaforte della Lega, oggi in mano a una giunta di centrosinistra, era già stata al centro delle polemiche quindici anni fa, quando l’allora sindaco Lancini aveva disposto l’intitolazione a Miglio e la decorazione dell’edificio con centinaia di “Soli delle Alpi”, uno dei simboli storici del Carroccio.
La vicenda degenerò in una lunga polemica e si concluse con una condanna della Corte dei Conti all’amministrazione, che dovette risarcire oltre 10 mila euro per l’uso di fondi pubblici a fini propagandistici.
CHI ERA GIANFRANCO MIGLIO
Miglio, politologo ed ex senatore leghista defunto nel 2001, è considerato dagli ambienti del Carroccio uno dei padri del federalismo fiscale. Accademico e autore di numerosi saggi, fu tra i pensatori che promisero una lettura critica del rapporto fra Stato centrale e autonomie locali, contribuendo alla diffusione delle teorie sul federalismo e la devoluzione. Figura complessa e talvolta controversa, mantenne per lungo tempo un profilo da studioso indipendente pur avvicinandosi politicamente, in una fase della sua vita, ad alcune istanze del movimento autonomista; il suo lavoro ha influenzato dibattiti su istituzioni, assetti costituzionali e riforme territoriali in Italia, rendendolo un punto di riferimento per chi sostiene maggiore autonomia degli enti locali.