Notizie da Oltreconfine, la rassegna stampa internazionale di Policy Maker: Israele risponde agli Houthi con raid su Sana’a, l’Europa sospende i pacchi verso gli Usa e Evergrande esce dalla Borsa di Hong Kong.
Raid israeliani sulla capitale yemenita dopo l’attacco Houthi con munizioni a grappolo. Intanto gli operatori postali europei sospendono le spedizioni verso gli Stati Uniti per le nuove regole doganali, mentre Evergrande dice addio alla Borsa di Hong Kong.
OLTRECONFINE: ISRAELE COLPISCE SANA’A IN RISPOSTA ALL’ATTACCO HOUTHI CON MUNIZIONI A GRAPPOLO
Questa domenica Israele ha condotto attacchi aerei sulla capitale yemenita Sana’a, in risposta a un attacco missilistico degli Houthi di venerdì, che, secondo l’esercito israeliano, utilizzava munizioni a grappolo, armi bandite da oltre 100 paesi. Secondo Reuters gli obiettivi colpiti dallo stato ebraico includevano un complesso militare vicino al palazzo presidenziale, due centrali elettriche e un deposito di carburante. La medesima fonte riporta la testimonianza di un portavoce del Ministero della Salute Houthi secondo cui gli attacchi hanno provocato 6 morti e 86 feriti. L’operazione è stata supervisionata dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal ministro della Difesa Israel Katz, con Netanyahu che ha dichiarato, con parole riportate da BBC: “Chiunque ci attacchi, noi lo attacchiamo. Chiunque pianifichi di attaccarci, noi lo attacchiamo”. L’esercito israeliano sta indagando sul motivo per cui il missile Houthi, che ha disperso submunizioni causando lievi danni a una casa a Ginaton, in Israele, non sia stato intercettato. Come hanno sempre fatto da quando hanno iniziato quasi due anni fa l’offensiva contro Israele, gli Houthi hanno rivendicato l’attacco missilistico come un gesto di solidarietà con i palestinesi a Gaza. Da ottobre 2023, con l’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, gli Houthi hanno infatti condotto svariati attacchi missilistici contro Israele e navi commerciali nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, dichiarando di agire in sostegno ai palestinesi. Un alto funzionario Houthi, Abdul Qader al-Murtada, ha ribadito su X che il gruppo non abbandonerà la causa palestinese, nonostante i costi. Israele ha sempre risposto colpo su colpo con attacchi su aree controllate dagli Houthi, incluso il porto strategico di Hodeidah. A detta di Reuters, che cita un ufficiale dell’aeronautica israeliana, l’attacco di venerdì è stato il primo utilizzo confermato di munizioni a grappolo da parte degli Houthi nel conflitto attuale. Queste armi, che disperdono piccole bombe su un’ampia area, sono pericolose poiché molte non esplodono immediatamente, rappresentando un rischio a lungo termine.
SOSPENSIONE DELLE SPEDIZIONI POSTALI EUROPEE VERSO GLI USA
Come riferisce l’Associated Press, PostEurop, associazione di 51 operatori postali pubblici europei, ha dichiarato che, senza soluzioni entro il 29 agosto, tutti i suoi membri potrebbero sospendere temporaneamente le spedizioni di merci verso gli Stati Uniti. La decisione risponde all’ordine esecutivo firmato a luglio dal presidente Trump, che elimina l’esenzione “de minimis” per pacchi di valore inferiore a 800 dollari, precedentemente esenti da dazi. Dal 29 agosto, questi pacchi saranno soggetti a una tariffa del 15%, in linea con il nuovo accordo commerciale Usa-Ue, creando incertezze su raccolta dei dazi e gestione dei dati doganali. Nel 2024, secondo l’AP che cita l’agenzia doganale statunitense, l’esenzione “de minimis” ha permesso l’ingresso esente da dazi di 1,36 miliardi di pacchi negli Usa, per un valore di 64,6 miliardi di dollari. Operatori postali di Germania, Danimarca, Svezia e Italia hanno già sospeso le spedizioni di merci dal 23 agosto, con Francia, Austria e Regno Unito pronti a seguire nei giorni successivi, per evitare che i pacchi arrivino dopo l’entrata in vigore delle nuove regole. Poste Italiane ha annunciato la sospensione delle spedizioni di merci dal 23 agosto, mantenendo attive quelle di corrispondenza senza merci, in attesa di chiarimenti dalle autorità Usa. PostNord, operatore nordico, ha definito la sospensione “sfortunata ma necessaria” per adeguarsi alle normative. La mancanza di dettagli tecnici, forniti solo il 15 agosto, e il breve preavviso hanno reso difficile l’adeguamento dei sistemi informatici e delle procedure doganali. PostEurop ha evidenziato che, senza chiarezza su processi come la raccolta dei dazi e l’interazione con l’agenzia doganale Usa, i membri potrebbero limitare o sospendere le spedizioni. Lettere, libri e regali sotto i 100 dollari rimarranno esenti, ma soggetti a controlli.
DELISTING A HONG KONG DI EVERGRANDE
Come riporta BBC, China Evergrande Group, un tempo il più grande sviluppatore immobiliare cinese, è stato rimosso ieri dalla Borsa di Hong Kong, segnando la fine di 16 anni di quotazione. Con un debito di oltre 300 miliardi di dollari, ricorda la testata britannica, Evergrande è collassata nel 2021 dopo che le autorità cinesi hanno introdotto nel 2020 le cosiddette “tre linee rosse” per limitare l’indebitamento eccessivo dei costruttori. La società, simbolo del boom immobiliare cinese, non è riuscita a riprendere le negoziazioni entro 18 mesi dalla sospensione del 29 gennaio 2024, quando – come ricorda il New York Times – un tribunale di Hong Kong ne ha ordinato la liquidazione per l’incapacità di presentare un piano di ristrutturazione del debito. Il fondatore Hui Ka Yan, un tempo tra gli uomini più ricchi d’Asia, è stato detenuto nel 2023, multato di 6,5 milioni di dollari e bandito a vita dai mercati finanziari cinesi per frode, insieme all’ex CEO Xia Haijun. I liquidatori di Alvarez & Marsal, nominati per gestire il processo, hanno recuperato solo 255 milioni di dollari da asset, a fronte di crediti per 45 miliardi, controllando oltre 100 sussidiarie con asset valutati secondo il Nyt almeno 3,5 miliardi. La struttura complessa di Evergrande, con 1.300 progetti in 280 città, rende difficile il recupero per i creditori. Il delisting di ieri è un traguardo simbolico nella crisi immobiliare cinese, che ha ridotto i prezzi delle case del 30% e depresso la fiducia dei consumatori. Il settore, che rappresentava un terzo del Pil cinese, continua a pesare sull’economia, con altre imprese come Country Garden a rischio liquidazione. Pechino ha evitato salvataggi diretti, concentrandosi su misure per stimolare il mercato, ma la ripresa è lenta e i prezzi potrebbero calare fino al 2027.