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Digiuno Gaza

Sanità, il caso sul “no” all’azienda Teva dei digiunanti per Gaza

Il digiuno degli operatori sanitari in solidarietà con il popolo di Gaza è sfociato in un piccolo caso nel mondo sanitario. La risposta del presidente della Federazione dei medici e odontoiatri italiani e di Farmindustria-Egualia 

La giornata di digiuno per Gaza è stata l’ennesima occasione per saggiare quanto il tema della situazione nella Striscia rimanga divisivo a tutti i livelli: da una parte  ampie adesioni e richieste radicali di pressione politica ed economica; dall’altra, le preoccupazioni di chi ritiene che certe forme di boicottaggio possano essere controproducenti o al di fuori del ruolo istituzionale delle categorie professionali.

IL DIGIUNO PER GAZA

I promotori parlano di un grande successo: la giornata di digiuno per Gaza in programma lo scorso 28 agosto ha visto momento dimostrativi in molte strutture sanitarie italiane, dal Policlinico Umberto I di Roma al San Matteo di Pavia, dal Policlinico di Bari alle Molinette di Torino, fino a realtà più piccole come l’isola di Capraia. Alla giornata ha aderito una folta truppa – oltre 40.000 persone –  di medici e infermieri, insieme a più di 500 ospedali e strutture territoriali.

I promotori hanno articolato tre richieste principali: al Governo la sospensione degli accordi militari e la sospensione della fornitura di armi a Israele, con la richiesta urgente di un cessate il fuoco e di corridoi umanitari; alle istituzioni sanitarie, accademiche e professionali la presa d’atto formale del presunto genocidio e l’adozione di una dichiarazione/linea istituzionale in proposito (anche attraverso petizioni internazionali); l’adesione alla campagna di boicottaggio “No Teva”, finalizzata a interrompere contratti e rapporti con l’azienda farmaceutica israeliana Teva.

LA QUERELLE SUL “NO” A TEVA

All’iniziativa era collegata anche una campagna di Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS) che invita al ritiro degli accordi con l’azienda farmaceutica israeliana Teva, cui hanno aderito ufficialmente anche gli Ordini provinciali dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri delle province di Lecce e di Firenze.

LA RISPOSTA DI ANELLI (FNOMCEO)

Pur accogliendo i principi generali alla base della dimostrazione, nei giorni scorsi il presidente dei medici italiani Filippo Anelli ha preso “le distanze da ogni iniziativa di boicottaggio volta a danneggiare il popolo di Israele, che è vittima e non responsabile di questa ingiusta guerra”.

LA NOTA DI FARMINDUSTRIA-EGUALIA

Ciononostante, in una nota, Farmindustria ed Egualia si dicevano stupefatte del fatto che i due Ordini provinciali si fossero unite a campagne volte a dare “indicazioni sull’uso e la prescrizione di farmaci di un’azienda farmaceutica piuttosto che di un’altra, andando oltre le competenze e prerogative ad essi assegnate dalle normative a tutela della salute dei cittadini e della funzione medica”.

Ma l’Ordine dei medici di Firenze ci tiene a precisare: “Le prese di posizione di singoli medici, laddove espresse, appartengono esclusivamente a chi le ha formulate. L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze non ha mai emesso comunicati o deliberazioni che riguardino aziende farmaceutiche o la prescrizione di farmaci. Il nostro unico e costante riferimento resta la tutela della salute e della dignità della persona”.

 

 

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