La vicepresidente del M5S Chiara Appendino tira il freno a mano del campo largo alla Festa dell’Unità torinese, ufficializzando il suo veto a un Lo Russo bis. Ma l’incidente, alla fine, sembra rafforzare la candidatura del sindaco uscente per le Comunali del 2027
C’era grande attesa per la partecipazione di Chiara Appendino all’evento in programma lunedì sera alla Festa dell’Unità torinese. La speranza del Pd era che l’ex prima cittadina e numero due dei pentastellati potesse sotterrare l’ascia di guerra e aprire a una nuova fase di rapporto con i dem, soprattutto in funzione delle Comunali del 2027.
Il sindaco uscente Lo Russo è già in campagna elettorale e cerca l’appoggio del Movimento – che storicamente si trova sul fronte opposto – facendo leva sulle intese nazionali tra Schlein e Conte.
E invece nulla da fare: dal palco in Piazza d’Armi Appendino, a colloquio col senatore Pd Andrea Giorgis, ha frenato ogni entusiasmo chiedendo discontinuità rispetto all’attuale amministrazione e ribadendo il suo veto a Lo Russo.
APPENDINO: “SÌ AL CAMPO LARGO, NO A LO RUSSO”
Sì al campo largo, ma non con Lo Russo, dunque. “Non è una cosa personale – specifica l’ex sindaca – magari lo fosse: si risolverebbe davanti a un caffè. Io credo nella discontinuità. Non posso essere protagonista io. Ma non può esserlo neppure chi governa questa città”.
TESTARDAMENTE UNITARI O COERENTI?
Insomma, Appendino tira il freno a mano del campo largo. Le sue riserve non si limitano al sindaco uscente, ma sono una critica al progetto della segreteria Pd di tenere insieme tre forze diverse per giocarsi la partita uniti contro la coalizione di centrodestra. A Torino, specifica, l’obiettivo “non è battere le destre, perché in questa città sarebbe facile. Ma parlare a chi non crede più nelle istituzioni, a chi non va più a votare, a chi è in cassa integrazione e non arriva a fine mese”.
E il veto su Lo Russo diventa l’occasione per rovesciare anche il motto schleiniano del “testardamente unitari”, cui Appendino oppone un “testardamente coerenti” che chiude, almeno in teoria, a qualsiasi convergenza a Torino.
IL PD FA QUADRATO, AVS NICCHIA E LO RUSSO SI RAFFORZA
Naufragate le speranze di celebrare il matrimonio del campo largo anche a livello cittadino, il Pd è corso ai ripari facendo quadrato intorno a Lo Russo. Primo fra tutti lo stesso Andrea Giorgis, che ha prima tentato di ricucire e attenuare lo scontro dal palco, poi ha sintetizzato il nuovo sentimento dei dem torinesi: “testardamente fiduciosi”.
Dal Nazareno arrivano segnali di fastidio per un’uscita fuori tempo e in piena campagna per le regionali, e a cascata, da Bonaccini in giù, tutti blindano la posizione del sindaco, anche chi tramava per la defenestrazione di Lo Russo.
Avs, che in Consiglio vota spesso come i 5Stelle, sulla questione non si sbilancia: l’11% alle Regionali è un buon punto di partenza per reclamare più ascolto dal sindaco, e chissà che alla fine non ci sia la chance di proporre un candidato, ma salvo qualche blanda minaccia nel dibattito per le regionali, la rottura col Pd non avverrà.
Per di più Appendino ha scontentato i fan del campo largo di ambo le parti e rinfocolato i vecchi dissidi personali tra i due avvicendatisi a Palazzo di Città, scoprendo il fianco a chi, come Osvaldo Napoli, oggi nella segreteria di Azione, ricorda con amarezza la guerra di esposti della precedente sindacatura e auspica una maggiore condivisione tra maggioranza e opposizione in futuro. Insomma, la sensazione è che alla fine, per quanto potesse essere evitato, l’incidente abbia costretto i dem a difendere il proprio candidato, col risultato che adesso Lo Russo ne esce rafforzato.