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Alessandra Bianchi

Genova, bagarre in Consiglio. Bianchi (Fdi): “L’odio moltiplica l’odio”

Caos a Palazzo Tursi: il minuto di silenzio per Kirk voluto dalla minoranza degenera in una grave espressione del dem Chiarotti nei confronti della capogruppo di Fdi Alessandra Bianchi 

Seduta tesissima del Consiglio comunale di Genova oggi a Palazzo Tursi. All’origine di tutto c’era la richiesta del centrodestra di osservare un minuto di silenzio per Charlie Kirk, l’attivista conservatore ucciso negli Stati Uniti, contestata duramente dalla maggioranza. Finché, fuori microfono, si è sentita una frase del consigliere Pd Claudio Chiarotti rivolta alla capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandra Bianchi, che ha scatenato il caos: seduta sospesa, scuse di Chiarotti, presa di distanza della sindaca Silvia Salis e dure reazioni dell’opposizione. Bianchi, contattata attraverso la sua portavoce, cita Mattarella e commenta: “L’odio moltiplica l’odio…”.

LA SEDUTA E L’ANTEFATTO

La seduta del Consiglio comunale odierna si annunciava già foriera di scontri per questioni politiche interne legate alle linee programmatiche della sindaca Salis. A far degenerare i toni è stata la decisione dei consiglieri di minoranza di tenere un minuto di silenzio in memoria di Charlie Kirk, nonostante il diniego della Conferenza dei Capigruppo.

La discussione è iniziata con l’esposizione, da parte dei consiglieri di minoranza, di fogli recanti la scritta “Prove me wrong”, lo slogan collegato a Kirk. La vicepresidente che presiedeva i lavori aveva espresso il parere contrario, ma il minuto di silenzio è stato comunque osservato dalla minoranza. Da qui è nato un primo scambio acceso con la maggioranza: scontri verbali, accuse di illegittimità procedurale e reciproche contestazioni che hanno innalzato i toni in Aula.

LO SCONTRO IN AULA: COS’HA DETTO CHIAROTTI

La polemica ha raggiunto il culmine quando la capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandra Bianchi, ha richiamato l’attenzione sulla gravità delle frasi vergate sui proiettili che hanno ucciso Kirk. Dalla maggioranza il consigliere Pd Claudio Chiarotti, fuori microfono ma captato dalla registrazione ufficiale, ha replicato con parole durissime: “Non dire ca…te, vi abbiamo già appesi per i piedi una volta”. La frase, percepita come un richiamo alle impiccagioni dei fascisti, ha innescato immediatamente lo sdegno dell’opposizione.

LA SOSPENSIONE E LE REAZIONI DELL’OPPOSIZIONE

Dopo la diffusione della registrazione, alcuni consiglieri di maggioranza hanno interrotto i lavori: il capogruppo di Vince Genova, Pietro Piciocchi, ha chiesto le dimissioni del consigliere, e il centrodestra ha sollecitato una presa di distanza ufficiale dall’intero Consiglio. In aula si è levata la protesta degli esponenti di Lega e Noi Moderati, che hanno definito la frase “vergognosa”, “violenta” e “incompatibile con il ruolo istituzionale” di chi la ha pronunciata.

LA DISSOCIAZIONE DELLA SINDACA E LE SCUSE DI CHIAROTTI

Al ritorno in Aula la sindaca Silvia Salis si è dissociata con fermezza: “Ha sbagliato, ha detto una cosa grave”, ha detto chiedendo le scuse pubbliche. Chiarotti ha quindi presentato le proprie scuse formali: “Sono andato sopra le righe, chiedo scusa — ha detto — la mia affermazione non era riferita a nessuno in quest’aula. Rivendico il mio essere antifascista e non penso che qui dentro ci siano dei fascisti”. L’esponente Pd ha sottolineato il proprio attaccamento ai valori della Resistenza e il rammarico per aver mancato di rispetto alle istituzioni.

IL COMMENTO DI ALESSANDRA BIANCHI: “L’ODIO MOLTIPLICA L’ODIO”

Contattata attraverso la sua portavoce, Alessandra Bianchi ha commentato l’episodio: “Le scuse a livello personale sono accettabili perché mi auguro che quelle del consigliere Chiarotti non siano minacce, ma non possiamo accettare un clima come questo perchè ‘L’odio moltiplica l’odio e la violenza moltiplica la violenza’ come ha detto il presidente Mattarella. Quindi prendiamo atto che, politicamente, per il Sindaco e per la maggioranza di quest’aula minacciare chi è stato eletto dai cittadini genovesi per rappresentare le sue posizioni politiche è ritenuto ‘accettabile’. Le scuse del consigliere Chiarotti, non nuovo a questo tipo di affermazioni, dovrebbero quindi essere rivolte all’aula e a tutti i cittadini. Spiace constatare come la violenza delle sue affermazioni, per di più rivolte verso una donna, di fatto non fanno altro che legittimare e alimentare il clima di intolleranza tanto caro alla sinistra nei confronti di chi non è allineato al pensiero unico”.

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