Bonaccini firma la convocazione della direzione nazionale e finisce sotto attacco: la minoranza riformista lo accusa di appiattirsi sulla linea Schlein
Nel Pd è giunta l’ora della direzione nazionale. In molti l’avevano invocata nei mesi scorsi, ora per un confronto sui temi delle consultazioni referendarie, ora per dirimere i contrasti sul riarmo o sulla travagliata vicenda della scelta dei candidati in Campania e Puglia.
Alla fine la convocazione è arrivata ieri per martedì prossimo, a firma del numero due del Pd Stefano Bonaccini, a pochi giorni dal voto nelle Marche e senza preavviso. Il vicesegretario, capocorrente di Energia Popolare e riferimento delle minoranze interne, proverà a riunire i suoi in videocollegamento dopodomani mattina, ma il sospetto è che l’incontro preliminare possa risolversi in una mozione di sfiducia a suo carico.
DIREZIONE NAZIONALE DOPO SETTE MESI
L’organismo di vertice del Pd tornerà dunque a riunirsi, dopo sette mesi dall’ultima direzione nazionale. Si attende la relazione della segretaria Elly Schlein, unico punto all’ordine del giorno, che riguarderà l’ormai imminente chiamata alle urne.
Ma le tempistiche non convincono: con le regionali alle porte, difficilmente ci sarà spazio per un dibattito vero. Da qui il sospetto, diffuso nella minoranza, che si tratti di una mossa per blindare la leadership e soffocare i malumori.
BONACCINI SFIDUCIATO DAI RIFORMISTI?
Nel mirino ci finisce il vicesegretario Stefano Bonaccini, che contestualmente ha diramato una convocazione di Energia Popolare per dopodomani mattina. Diversi big tra le fila dei riformisti hanno già fatto sapere che non parteciperanno: da Lorenzo Guerini a Filippo Sensi, da Graziano Delrio a Pina Picierno, fino a Giorgio Gori, Marianna Madia e Lia Quartapelle.
I dissidenti imputano al vicesegretario un progressivo allineamento alla linea di Schlein, che avrebbe svuotato di rappresentanza una fetta significativa del Pd.
MALPEZZI ALL’ATTACCO
A guidare l’offensiva sarà Simona Malpezzi, pronta a rilanciare la richiesta di una linea autonoma rispetto alla maggioranza. L’ex capogruppo al Senato tornerà a puntare il dito contro Bonaccini, accusato di non dare più rappresentanza alla sua area già nella riunione precedente. Un processo politico che rischia di lasciare il vicesegretario isolato e conclamare le spaccature interne ai dem.