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Sciopero generale

Ecco chi parteciperà allo sciopero generale di domani e perché

La CGIL e i sindacati di base proclamano uno sciopero generale per l’intera giornata di venerdì 3 ottobre in risposta all’abbordaggio della Global Sumud Flotilla e alla grave situazione umanitaria a Gaza

Dopo l’intervento militare israeliano contro la Global Sumud Flotilla, l’Italia si prepara a una giornata di mobilitazione nazionale.

CHI HA INDICATO LO SCIOPERO

La giornata di sciopero in solidarietà col popolo palestinese era già stata proclamata in precedenza da Sì Cobas, ma dopo l’abbordaggio della Flotilla da parte delle autorità israeliane, la chiamata si è estesa a un fronte molto ampio, a partire dalla Cgil, che denuncia in una nota: “L’aggressione contro navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani, rappresenta un fatto di gravità estrema. Un colpo inferto all’ordine costituzionale”. Allo sciopero generale si sono unite anche la CGIL e Usb e altre sigle sindacali, tra cui Fiom, Cub e Sgb.

I CORTEI SPONTANEI

Già nella serata di ieri la notizia dell’abbordaggio e della  proclamazione dello sciopero ha portato a varie manifestazioni spontanee in diverse città italiane.

I cortei si sono costituiti in forma spontanea in risposta all’appello degli attivisti imbarcati nel Mediterraneo, che chiedevano all'”equipaggio di terra” una mobilitazione parallela sul piano interno per estendere la portata della missione.

A Napoli gli attivisti Pro Pal hanno occupato i binari della stazione centrale, mentre il presidio alla stazione Termini a Roma è sfociato in un corteo diretto verso Palazzo Chigi. Intanto la protesta si estendeva anche a Torino, Bologna, Firenze e Genova.

LE RAGIONI DELLA CGIL

Secondo la Cgil, l’intervento contro la Flotilla è “un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati”, cui il governo non si sarebbe opposto. Per questo, su proposta del segretario generale l’assemblea del sindacato, ha votato all’unanimità il mandato alla segreteria per proclamare uno sciopero generale «tempestivo».

Pur definendo l’astensione come “tempestiva”, la direzione della CGIL ha espresso l’orientamento a rispettare un intervallo di circa 24 ore tra la proclamazione e lo svolgimento dello sciopero, che sarà comunque effettuato nel rispetto delle fasce minime di garanzia previste dalla legge n.146/90; per il trasporto pubblico locale le fasce garantite possono variare a seconda delle disposizioni comunali e regionali.

L’USB: “BLOCCHIAMO TUTTO”

Ancora più duri i toni dell’Unione sindacale di base, già protagonista dello sciopero del 22 settembre che ha visto sfilare nelle piazze italiane decine di migliaia di lavoratori e attivisti: ”È necessario mobilitarsi da subito, in ogni città, in ogni luogo di lavoro, nelle strade e nei porti in segno di protesta contro il crimine di guerra commesso da Israele e contro la complicità dei governi occidentali, Italia compresa”.

L’Usb chiede dunque di “bloccare tutto” – “produzione, logistica, trasporti, scuola, servizi” – e chiede al governo di “interrompere ogni collaborazione militare ed economica con lo Stato di Israele, chiudere i porti alle navi che commerciano con esso, sospendere gli accordi industriali e fermare l’economia di guerra”.

LA LINEA DEL GOVERNO

“Il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme”, attacca la premier Giorgia Meloni. Secondo la presidente del Consiglio, lo sciopero avrebbe poco che fare con le ragioni del popolo palestinese e sarebbe una protesta diretta contro il governo italiano.

Intanto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha già paventato l’ipotesi di precettare il personale per limitare i disagi, sostenendo che alcune motivazioni addotte dai sindacati non giustificherebbero la mancata osservanza delle procedure di preavviso.

IL NODO SUL PREAVVISO

Su questo punto, la Commissione di Garanzia degli scioperi e i sindacati hanno mostrato fin qui un orientamento diametralmente opposto. Il Garante ha già avvisato in occasione di altre mobilitazioni per Gaza che gli scioperi devono garantire i sevizi pubblici essenziali, non ravvisando alla base degli scioperi una minaccia dell’ordine costituzionale o “gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”. Motivo per cui i sindacati si richiamano esplicitamente alla Costituzione e sottolineano come la protesta sia rivolta a tutela dei lavoratori, contestando apertamente l’indirizzo della Commissione.

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