Scade oggi l’ultimatum che il presidente Macron si è autoimposto per nominare il successore di Sébastien Lecornu. Ecco chi potrebbe essere incaricato di formare un nuovo governo in Francia e quando sarà annunciato il primo ministro
Macron si è dato 48 ore per decidere. L’imperativo dell’Eliseo è scongiurare nuove elezioni, chieste a gran voce soprattutto dal Rassemblement National e dalla France Insoumise: Marine Le Pen vuole sfruttare la crisi del governo per spingere verso elezioni anticipate, sperando di capitalizzare il malcontento parlamentare e sociale. Mentre il partito di sinistra radicale guidato da Jean-Luc Mélenchon vede la possibilità rafforzare la propria posizione in Parlamento contro il presidente.
La maggioranza parlamentare ha però comunicato a Macron la volontà di non voler riportare il Paese alle urne, aprendo uno spiraglio alla possibilità di un nuovo governo. Il dilemma dell’Eliseo però è a chi consegnare l’incarico, dato che la maggioranza sembra un rebus senza soluzione.
IL NODO SULLA LEGGE DI BILANCIO
Intanto la crisi economica incalza e Macron ha l’urgenza di far approvare la legge di Bilancio entro dicembre per non mettere a rischio la credibilità finanziaria della Francia e rispettare gli impegni con Bruxelles.
L’ipotesi è che il governo proponga all’Assemblea Nazionale di approvare una legge per estendere quella attuale per assicurare la continuazione dei servizi pubblici. Nel frattempo il ministro dell’Economia francese Roland Lescure all’Eurogruppo di Lussemburgo ha assicurato che la Francia rispetterà i suoi impegni sui conti pubblici, con l’obiettivo di raggiungere un deficit pubblico inferiore al 3% entro il 2029.
IL PUZZLE DELLA MAGGIORANZA NEL PARLAMENTO FRANCESE
Il puzzle non è per niente semplice da ricomporre, come hanno dimostrato le dimissioni quasi istantanee, dopo appena 27 giorni, di Sébastien Lecornu. Malgrado chieda continuità, il Parlamento è estremamente frammentato dopo le elezioni anticipate del luglio dell’anno scorso e ora più che mai il ruolo del premier appare il più ingrato della scena politica francese.
Ma l’imprevedibilità è uno dei tratti distintivi della politica di Macron e chissà che il presidente francese non riesca a tirar fuori dal cilindro un nome in grado di dare ancora linfa alla speranza di un governo.
CHI SARÀ IL PROSSIMO PREMIER FRANCESE
Nel frattempo è partita la caccia all’uomo in grado di risolvere il rebus. Tra i nomi che tornano i socialisti Bernard Cazeneuve, già valutato in passato, il segretario Olivier Faure, oltre a Laurent Berger, ex segretario della sindacato Cfdt, ipotesi però considerate troppo a sinistra dagli osservatori.
In primo piano resta anche Pierre Moscovici, oggi alla presidenza della Corte dei conti: il suo profilo tecnico ed europeista lo renderebbe adatto a rassicurare Bruxelles e i mercati, ma anche su di lui il timing e l’apertura di Macron appaiono incerti.
LA PISTA JEAN-LOUIS BORLOO: CHI È
Nella giornata di ieri è circolato con insistenza il nome di Jean-Louis Borloo, gollista, ex ministro dell’ecologia sotto Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy, padre del piano omonimo mirato al recupero delle periferie degradate. Non convince Macron, ma avrebbe l’appoggio dei Républicains di Bruno Retailleau, aspetto per nulla secondario. Peccato però Borloo stesso abbia smentito i rumors sul suo possibile coinvolgimento.
REITALLEAU AGO DELLA BILANCIA
Proprio il leader della destra moderata Retailleau, considerato uno dei principali responsabili della rapida caduta di Lecornu, è infatti il vero ago della bilancia delle trattative: per approvare le leggi fondamentali, come il bilancio, non si può prescindere dal voto dei Républicains, che hanno posto condizioni chiare per appoggiare il futuro esecutivo: nessun dietrofront sulla riforma delle pensioni, e un premier né macroniano né di sinistra.
IL MODELLO MELONI E IL RITORNO DI LECORNU
Per questo, alla fine potrebbe verificarsi l’unione delle destre sul modello del governo italiano, a cui in molti, Oltralpe, guardano in queste ore: la priorità non è più arginare Le Pen, quanto piuttosto dare al Paese una maggioranza in grado di governare con stabilità. Per questo non è escluso che a Matignon possa clamorosamente tornare proprio Lecornu,
QUANDO MACRON ANNUNCERÀ IL NUOVO PREMIER FRANCESE
È possibile che l’annuncio del nuovo premier arrivi in serata, dopo gli incontri e le consultazioni tenute durante il giorno, così almeno l’Eliseo ci ha abituato negli ultimi tempi.
D’altronde, è diventata ormai una consuetudine per Macron, che ne ha già incaricati sei dalla sua elezione nel 2017: Édouard Philippe, Jean Castex, Élisabeth Borne, Michel Barnier, François Bayrou e da ultimo Sébastien Lecornu. Chi sarà il prossimo?