“Io sono Giorgia”, l’autobiografia di Giorgia Meloni, pubblicata da Rizzoli nel 2021, è stato tradotto in inglese e distribuito negli Usa da Skyhorse, la stessa casa editrice che ha pubblicato “Melania”, la biografia della first lady. Il libro della Premier può vantare la prefazione di Donald Trump Jr., figlio maggiore del presidente Usa. Ma cosa accomuna il numero uno della Casa Bianca con l’inquilina di Palazzo Chigi?
Giorgia Meloni è una donna, è una madre, è una cristiana. Ma è anche una trumpiana? Una speculazione poco interessante vista la scelta di campo obbligata per il nostro paese. Più intrigante è che, stando a quanto emerso negli ultimi giorni, sarebbe Donald Trump ad essere (per il momento) un meloniano.
I AM GIORGIA
Andiamo ai fatti. “Io sono Giorgia” il libro, edito da Rizzoli nel 2021, con il quale l’allora leader di Fratelli d’Italia si presentava a quelli che si augurava essere i suoi futuri elettori, è stato tradotto in inglese e commercializzato negli Stati Uniti d’America. La versione americana della biografia della Premier, “I am Giorgia”, è anticipata da una ricca prefazione siglata da Donald Trump Jr., figlio maggiore del numero uno della Casa Bianca.
CHI È TONY LYONS, L’EDITORE DI GIORGIA MELONI NEGLI USA
A pubblicare l’autobiografia di Giorgia Meloni al di là dell’Atlantico è la casa editrice Skyhorse Publishing, la stessa che ha pubblicato “Melania”, la biografia di Melania Trump. Come riporta La Stampa, l’editore che nel 2006 ha fondato Skyhorse si chiama Tony Lyons, un avvocato e attivista convinto MAGA, che co-dirige dal 2023 insieme a Kennedy Jr, Make America Healthy Again, un movimento che si ispira allo slogan che ha portato al successo Trump declinandolo rispetto ai temi della salute. Lyons, così come Kenney Jr, sostiene “una verità alternativa sul Coronavirus e sulla lotta contro la pandemia”. La casa editrice di Lyons ha nel suo listino alcuni libri critici nei confronti delle politiche vaccinali, “uno di Rand Paul, Deception – The Great Covid Cover Up”, e un altro scritto da Robert Kennedy Jr. esplicitamente contro Anthony Fauci, “The real Anthony Fauci. Sottotitolo impegnativo: “Bill Gates, Big Pharma e la guerra globale alla democrazia e alla salute pubblica”. Anthony Fauci, è bene ricordarlo, immunologo di fama mondiale, è stato consigliere medico capo del Presidente Joe Biden ma anche membro della task force per affrontare l’emergenza coronavirus chiamato dal presidente Donald Trump.
L’ENDORSEMENT DI TRUMP A MELONI
Il Presidente statunitense, all’indomani dell’incontro a Sharm el-Sheikh per la pace in Medioriente, nel corso del quale ha rivolto complimenti, anche galanti, alla Premier Meloni, ha sponsorizzato il suo libro sul suo profilo social di Truth. “Giorgia Meloni, la GRANDE premier italiana, ha scritto un nuovo libro, I am Giorgia: My roots, my principles – ha scritto Donald Trump – Giorgia sta facendo un lavoro incredibile per le meravigliose persone italiane, e questo libro approfondisce il suo percorso di Fede, Famiglia e Amore per la patria, che le ha dato la Saggezza e il Coraggio necessari per servire la sua Nazione e rendere orgoglioso il suo popolo. Lei è un’ispirazione per tutti. Compratene una copia”. Un endorsement in piena regola.
COSA HA AMATO TRUMP DI “IO SONO GIORGIA”
Ma cosa ha trovato Donald Trump, nel libro di Meloni, di così affine alla sua visione del mondo? Sono almeno cinque i punti sui quali l’inquilino della Casa Bianca può essersi riconosciuto sfogliando le pagine della biografia della nostra Premier.
SOVRANISMO E PATRIOTTISMO
Prima di tutto i valori di sovranismo e patriottismo. “Il sovranismo è l’idea che la sovranità debba essere riconsegnata ai popoli e agli Stati nazionali” (“Io sono Giorgia”, ed Rizzoli, 2021, pag. 224). Meloni, come del resto fa il Presidente Trump, sottolinea la necessità di riscoprire i valori di sovranità popolare e nazionale, criticando aspramente le “élite apolidi” e le “entità sovranazionali” come l’UE o la finanza globale.
LA FINANZA GLOBALE E LE BIG TECH
In questo filone di pensiero si collocano le intemerate della leader di Fratelli d’Italia contro il potere delle “Big Tech”, delle istituzioni finanziarie e delle élite “sradicate”. “Libertà significa autodeterminazione in ambito economico: perché anche così si promuove l’interesse generale. E libertà è anche privacy: perché io sono padrone della mia vita – a cui rispondo in coscienza o in fede – scrive Meloni -. Ma non posso rispondere di ciò né allo Stato, che deve fermarsi necessariamente alla porta, né tantomeno ai padroni di Big Tech”. Un’eco lo possiamo trovare sia nello slogan trumpiano “America First” sia nell’allergia del tycoon alle organizzazioni sovranazionali, Nato compresa.
LA FAMIGLIA
Un altro tema di pieno contatto è quello che tocca i temi della famiglia. Come il presidente Usa anche la Premier italiana promuove una visione tradizionale della società. “L’ulteriore stadio dell’identità viva è quello della famiglia e del suo ruolo mai abbastanza riconosciuto”, si legge a pagina 158 dell’autobiografia della Premier.
IMMIGRAZIONE
Nel testo di Meloni c’è un approccio restrittivo alle politiche migratorie. “L’immigrazione di massa immette sul mercato milioni di disperati che costringono i lavoratori a ricontrattare al ribasso i propri diritti” (“Io sono Giorgia”, ed Rizzoli, 2021, pag. 224). Anche se c’è un richiamo al blocco navale per fermare i flussi migratori irregolari, questa non è paragonabile alla lotta contro l’immigrazione illegale condotta dagli Usa del Presidente Trump. Un contrasto che ricorre anche alla derisione e allo scherno delle persone espatriate attraverso contenuti video diffusi dai canali ufficiali della Casa Bianca.
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UNA COMUNICAZIONE FRANCA ED EMOTIVA
Chiudiamo questa rapida rassegna con il tema dei temi: lo stile comunicativo. Emotiva, emozionale, musicale, franca e diretta: è questa la forma dialettica che il presidente Trump ha mostrato di padroneggiare egregiamente e che ispira la nostra Premier. La quale, nonostante i 20 anni di attività parlamentare, è riuscita a presentarsi, credibilmente, come l’underdog del sistema politico italiano. Il numero uno della Casa Bianca, ha però, un altro passo. Spregiudicato e con poche remore, il Tycoon, è riuscito, da multimilionario turbocapitalista, a convincere i salary men americani di essere proprio lui a detenere le risposte alle loro istanze di equità sociale.