Nel fascicolo ci si sofferma sui Piani di medio termine e sulla metodologia e gli esiti dell’attività di valutazione condotta dalla Commissione, al fine di verificarne la conformità sia al “braccio preventivo” sia al “braccio correttivo” del Patto. È fornito anche un raffronto tra alcuni Paesi, inclusa l’Italia, con riguardo sia ai percorsi di spesa netta sia all’andamento delle principali variabili finanziarie.
Sono infine riportate informazioni relative alle verifiche condotte dalla Commissione, a partire dalle più recenti previsioni di primavera 2025, sulle “Relazioni Annuali sui Progressi Compiuti” in attuazione dei PSMT. In tale sede, la Commissione ha aggiornato le proprie valutazioni, tenendo conto dei dati di consuntivo 2024 nonché della flessibilità prevista dalla clausola di salvaguardia nazionale per le spese per la difesa (NEC), per i Paesi che ne hanno fatto richiesta.
La riforma del Patto europeo di stabilità e crescita approvata nell’aprile 2024 si basa su alcuni principi innovativi, tra cui: un focus sulla programmazione di medio termine, in luogo del precedente orizzonte temporale annuale o biennale e la partecipazione attiva dei singoli Paesi alla definizione dei vincoli contabili da seguire, nel rispetto del contesto regolatorio comunitario. L’Italia ha presentato il suo primo Piano Strutturale di Bilancio a Medio Termine nel settembre 2024. La Commissione ha espresso una valutazione positiva sul piano, così come sul Documento programmatico di bilancio (DPB).
La programmazione di medio termine prende le mosse dall’analisi di sostenibilità del debito (DSA), finalizzata a valutare il rischio finanziario di medio termine correlato alle previsioni sull’andamento del rapporto debito/PIL. Tale analisi, operata secondo una metodologia comune per tutti gli Stati membri, consente di individuare la correzione dei saldi di bilancio (in particolare, del saldo primario strutturale di bilancio), necessaria per ricondurre, nel medio termine, il rapporto debito/PIL su un andamento decrescente (o mantenerlo su un sentiero prudente, per i Paesi per i quali tale rapporto è inferiore alla soglia del 60 per cento).
