All’imminente congresso del Pd genovese si misureranno i rapporti di forza tra tre attori chiave nelle dinamiche attuali del partito: la segretaria Schlein, la rampante sindaca Salis e l’ex ministro Orlando appena confluito nel correntone
Il congresso Pd di Genova può essere un crocevia per il partito di Elly Schlein. O quantomeno, dare un indizio forte su quale sarà il suo destino nei prossimi mesi.
Sì, perché nel capoluogo ligure è forte l’influenza di due nomi di peso nelle dinamiche attuali del Partito Democratico: uno è quella della sindaca di Genova Silvia Salis, che in molti, a partire da Matteo Renzi, vorrebbero catapultare immediatamente da Palazzo Doria-Tursi alla scena politica nazionale. L’altro è quello di Andrea Orlando, uno di quei tre maggiorenti del Pd che ora daranno vita al “correntone“.
GENOVA LABORATORIO POLITICO DELLA SEGRETERIA SCHLEIN
Ma oltre ai nomi c’è una questione di tradizionali appartenenze politiche – Genova è città “rossa” per eccellenza – e di precedenti, perché il capoluogo ligure è stato il laboratorio politico di Elly Schlein, il primo centro a vederla vittoriosa nel 2023 anche nei circoli di partito, prima di battere definitivamente Bonaccini alle primarie.
Insomma, a Genova s’incontrano i destini incrociati della rampante Silvia Salis, che dice di voler rimanere a Genova ma non lesina di esprimersi sulla questione dirimente delle primarie; Andrea Orlando, ex ministro che partecipa alla nascita del “correntone”; ed Elly Schlein che vuole guidare la coalizione.
IL CONGRESSO DEL PD GENOVESE
Tutti gli ingredienti per far sì che l’iter congressuale che porterà all’elezione del successore di Simone D’Angelo alla guida della segreteria provinciale del Pd funzioni da indicatore politico locale e da terreno di verifica per alleanze e rapporti di forza su scala nazionale.
Mercoledì 5 è convocata la riunione dei segretari di sezione; venerdì 7 la direzione provinciale definirà i passaggi operativi; il 20 novembre sarà dato il via formale alla discussione.
TOGNONI PROBABILE SEGRETARIO
Il candidato più accreditato è l’orlandiano Francesco Tognoni, espressione delle recenti svolte del partito locale, su cui si dovrebbe convergere senza troppi scossoni, vista anche la rinuncia di Vittoria Canessi Cerchi, inizialmente data per possibile candidata di minoranza.
IL PD GENOVESE VERSO IL CONGRESSO UNITARIO
Per il momento, il clima sembra suggerire un congresso unitario. Se l’alleanza di Orlando con l’area locale di Schlein tiene, e se a Palazzo Tursi la maggioranza progressista rimane in armonia con la componente partitica, allora Schlein avrà una dimostrazione pratica del fatto che una sintesi tra correnti, fronte “civico” e il suo cerchio magico è ancora possibile.
Dal canto suo Orlando potrà accreditarsi come figura di equilibrio tra due figure che nel dibattito pubblico spesso si cerca di mettere in contrapposizione (Schlein e Salis, per l’appunto). E Salis potrebbe rinsaldare il suo patto con la politica che, qualora tenesse fede agli annunci fatti, le permetterebbe di tenere salde le redini di Genova e magari correre per un secondo mandato.
MA SE SALIS SCEGLIE DI CORRERE PER ROMA PRONTO IL VICE TERRILE
Ma attenzione perché, come suggerisce Primocanale, proprio da Genova potrebbe arrivare un’ulteriore spinta al grande salto di Salis. Se la sindaca dovesse decidere di virare su Roma e provare la sua scalata alla politica nazionale, Palazzo Tursi non rimarrebbe sguarnito: come già accaduto con l’avvicendamento Bucci-Piciocchi, a ereditarne il posto sarebbe il “politico” Alessandro Terrile, vicesindaco con deleghe a Bilancio, Partecipate, Avvocatura e Sviluppo economico. Il quale si è guadagnato prima la stima dei compagni di partito, rinunciando a candidarsi per la poltrona di sindaco, poi la conferma con il voto. Una soluzione che qualcuno dalla base genovese potrebbe voler propiziare, qualora la presenza di Silvia Salis si facesse troppo ingombrante.

