Limitato a 12 il conto dei dirigenti pubblici che potranno beneficiare dell’aumento di retribuzione oltre i 300.000 mila euro. Enti a autonomia costituzionale e autorità indipendenti restano fuori dalla circolare come il Cnel e Bankitalia saranno esclusi
Chiuso il caso Brunetta, che da presidente del Cnel aveva deciso di incrementarsi lo stipendio da 240 mila a 310 mila euro annui in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito il tetto, il governo corre ai ripari per prevenire ulteriori bufere sulla retribuzione dei dirigenti pubblici.
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, sta infatti predisponendo una circolare che invita le amministrazioni a sospendere qualsiasi aumento in attesa di nuovi criteri normativi. Solo poche eccezioni — dodici alti ruoli — potranno vedere ripristinati stipendi oltre la soglia dei 300.000 euro. Ecco chi
LA CIRCOLARE: STOP AGLI AUMENTI FINO AL DPCM DI GENNAIO
Il ministro Paolo Zangrillo ha preparato una circolare indirizzata alle amministrazioni pubbliche con l’invito a “soprassedere” a qualsiasi adeguamento salariale in attesa dell’emanazione di nuovi criteri.
La misura nasce per evitare un effetto domino dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato il tetto ai compensi introdotto in passato come misura emergenziale. Il governo intende fissare regole più chiare tramite un Dpcm atteso entr gennaio.
CHI POTRÀ AUMENTARE: SOLO 12 ECCEZIONI
La sentenza della Corte apre formalmente alla possibilità di retribuzioni superiori alla vecchia soglia, ma il ‘liberi tutti’ non ci sarà. Stando alle anticipazioni, soltanto dodici alti funzionari vedranno ripristinati gli stipendi oltre i 300.000 euro per effetto diretto della sentenza della Consulta, senza dunque attendere l’ulteriore Dpcm.
Tra questi dovrebbero esserci Luigi Maruotti (presidente del Consiglio di Stato), Guido Carlino (Presidente della Corte dei conti), Carolina Lussana (presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria), Vittorio Pisani (Capo della Polizia), Salvatore Luongo (Comandante generale Carabinieri), Andrea De Gennaro (Comandante generale Guardia di finanza), Luciano Portolano (capo di Stato maggiore della difesa), Carmine Masiello (capo di Stato maggiore dell’esercito), Giuseppe Berutti Bergotto (capo di Stato maggiore della marina), Antonio Conserva (capo di Stato maggiore dell’aeronautica) e Fabio Ciciliano (capo Dipartimento Protezione civile).
I PRINCIPI CHE REGOLERANNO GLI ADEGUAMENTI
Il criterio guida annunciato è chiaro: saranno premiati merito, produttività e responsabilità, e non saranno più previsti aumenti automatici o meccanici. L’obiettivo dichiarato è evitare «un indiscriminato appiattimento verso l’alto delle retribuzioni», come ha spiegato Zangrillo, e agganciare i compensi a obiettivi verificabili. Il modello richiama una logica premiale collegata a performance e responsabilità di ruolo, che dovrà essere tradotta in parametri concreti all’interno del Dpcm e delle successive circolari tecniche.
GLI ENTI ESCLUSI DALLA CIRCOLARE
La circolare non intende intervenire sugli enti dotati di autonomia costituzionale e sulle autorità indipendenti, né sui capi dipartimento dei ministeri. Rientrano in questa fattispecie, ad esempio, il Cnel (coinvolto direttamente nella controversia che ha riacceso il dibattito) e istituzioni come Bankitalia.

