Paschal Donohoe si è dimesso da presidente dell’Eurogruppo e da ministro delle Finanze irlandese per assumere il ruolo di Managing Director alla Banca Mondiale. Si apre la partita per la successione: nella rosa dei nomi compaiono anche politici ed economisti italiani e europei, mentre in Italia si sussurra di un possibile intreccio sulla presidenza della Bce che vedrebbe coinvolti anche Giancarlo Giorgetti e Fabio Panetta
Ieri Paschal Donohoe ha formalizzato le dimissioni dalla carica di presidente dell’Eurogruppo e da ministro delle Finanze dell’Irlanda: una decisione che libera una delle caselle più influenti nella governance economica comunitaria e riapre il gioco delle nomine europee, già segnato dalle scadenze della Bce.
DONOHOE VA ALLA BANCA MONDIALE
Le dimissioni di Donohoe sono accompagnate da una lettera ufficiale, in cui l’economista irlandese spiega di aver accettato l’incarico di Managing Director and Chief Knowledge Officer presso il World Bank Group e di voler continuare la sua attività di servizio pubblico “a un livello diverso”.
Come previsto dalle procedure dell’Eurogruppo, il Ministro delle Finanze di Cipro Makis Keravnos assumerà la presidenza ad interim finché non verrà eletta una nuova guida. Per presiedere l’Eurogruppo, un ministro dell’Eurozona responsabile delle finanze deve ottenere il sostegno della maggioranza semplice dei suoi pari. La prossima votazione potrebbe tenersi già a dicembre.
CHI PUÒ SOSTITUIRE DONOHOE: I NOMI IN CAMPO
Il Financial Times segnala tra i favoriti Vincent Van Peteghem, vicepremier e ministro del Bilancio del Belgio, esponente del Partito Popolare Europeo (PPE). Figura rispettata nei tavoli economici, Van Peteghem aveva già valutato una candidatura in passato, poi accantonata per non scontrarsi con il presidente uscente Donohoe. Ora, con la posizione vacante, il suo nome torna prepotentemente sul tavolo, anche grazie al fatto che i ministri del PPE detengono la maggioranza nell’Eurogruppo e potrebbero voler sostenere un profilo politico della propria famiglia.
Un altro candidato di peso è Kyriakos Pierrakakis, ministro delle Finanze greco, anche lui appartenente al PPE. Considerato una delle figure emergenti della politica economica europea, Pierrakakis potrebbe beneficiare sia del sostegno dei governi conservatori sia dell’interesse greco a rafforzare la propria presenza nelle istituzioni comunitarie.
Fra i contendenti non viene escluso un nuovo tentativo di Carlos Cuerpo, ministro dell’Economia spagnolo e rappresentante della famiglia socialista. Cuerpo si era ritirato durante la precedente competizione, così come il socialdemocratico lituano Rimantas Šadžius, quando era apparso chiaro che Donohoe avrebbe ottenuto il consenso necessario. Dopo il recente rimpasto a Vilnius, Šadžius è stato sostituito da Kristupas Vaitiekūnas, ma non è ancora noto se la Lituania intenda sostenerlo in una nuova corsa.
GIORGETTI E PANETTA TRA EUROGRUPPO E AMBIZIONI BCE
Anche l’Italia potrebbe dire la sua. Secondo il Foglio nella rosa di papabili per la presidenza dell’Eurogruppo ci sarebbe pure Giancarlo Giorgetti, che compirebbe il grande salto nella finanza europea. Ma dentro il Carroccio lo vedrebbero bene come novello Draghi alla guida della Bce (il mandato di Christine Lagarde scade ufficialmente il 31 ottobre 2027).
Chiaramente una candidatura italiana a Francoforte o a Lussemburgo richiederebbe alleanze europee e un disegno politico nazionale chiaro, ma non è detto che il nostro ministro dell’Economia non possa ambire al ruolo, a coronamento dello sforzo compiuto per far uscire l’Italia dalla procedura d’infrazione con largo anticipo. Ma per carriera e blasone alla Bce aspirerebbe anche Fabio Panetta.

