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Yermak, Umerov, Budanov, Zaluzhny: chi sono i quattro uomini chiave per il futuro di Zelensky

Grandi movimenti sullo scacchiere ucraino: Zelensky prova a riorganizzare i suoi dopo il caso corruzione che travolto il suo braccio destro Andryi Yermak. Ecco chi lo sostituirà ai negoziati per la pace, all’Ufficio presidenziale e gli intrecci con il destino di Kiev

Nel giro di poche settimane in Ucraina si è aperto un nuovo, enorme fronte. La linea di faglia stavolta non corre lungo i confini con la Russia: il terremoto che sta travolgendo i vertici dell’amministrazione Zelensky ha il suo epicentro proprio nella sua cerchia ristretta, aprendo a inquietanti interrogativi sulla gestione delle risorse inviate in aiuto a Kiev.  Il caso più eclatante è quello di Andriy Yermak, suo braccio destro e capo delegazione nei negoziati per la pace, dimessosi dopo l’irruzione degli investigatori anti-corruzione nei locali di Bankova.

Sotto attacco da tutti i fronti e già in grave difficoltà per le intese russo-americane raggiunte senza il parere dell’Ucraina, Zelensky deve serrare le fila dei suoi e mostrare di avere salda in mano la leadership del paese se non vuole essere deposto, soluzione questa che piacerebbe molto a Mosca. Il primo passo sarà riorganizzare il proprio gabinetto, rimpiazzando Yermak e respingendo il ritorno sulla scena del suo possibile successore, Valerii Zaluzhny.

IL RISIKO DI KIEV: YERMAK LASCIA, BUDANOV PER I NEGOZIATI, UMEROV PER l’UFFICIO PRESIDENZIALE

Come detto, in capo a Yermak c’era anche la conduzione dei delicati negoziati di pace, ora trasferiti nelle mani di un altro uomo chiave, Rustem Umerov. Scartata la pista che portava al capo dei servizi segreti Kyrylo Budanov, altro uomo di Zelensky, che d’ora in poi guiderà l’Ufficio presidenziale – battuta la concorrenza del vice di Yermak Pavlo Paslisa, del ministro Mykhailo Fedorov e della prima ministra Yulia Svyrydenko.

CHI È ANDRIY YERMAK

Vicino a Zelensky dai tempi della sua avventura televisiva, Yermak entra nello staff presidenziale con la vittoria elettorale nel 2019, dapprima come consigliere per gli affari internazionali. Dopo l’upgrade alla guida dell’Ufficio, diventa il principale regista politico della presidenza, il “braccio destro” che coordina la macchina operativa dello Stato e guida la delegazione negoziale. Supervisiona  dossier, nomine e strategie comunicative, cura i rapporti con gli alleati occidentali, muovendosi con discrezione e autorità, spesso influenzando direttamente il lavoro dei ministri e dei vertici militari. Per i detrattori è un uomo troppo potente; per i sostenitori è il garante della coesione interna in un Paese costantemente sotto pressione. Dopo l’irruzione della Nabu nei suoi uffici, ha rassegnato le dimissioni da tutti gli incarichi, annunciando di voler andare al fronte e dicendo di essere vittima di una persecuzione politica.

BUDANOV AL SUO POSTO: ECCO CHI È L’EX CAPO DEI SERVIZI UCRAINI

Al suo posto a capo all’Ufficio presidenziale andrà Kyrylo Budanov, il temuto capo dell’intelligence spesso indicato anche come suo possibile successore. Figura quasi mitologica della resistenza ucraina, grazie anche ai numerosi attentati a cui è miracolosamente scampato – dieci, secondo fonti di Kiev –  e al suo carattere glaciale, prima della sua nomina a capo del GUR, nel 2020, Budanov era un oscuro funzionario dell’intelligence.  Nativo della capitale, si è formato forma nell’accademia per paracadutisti di Odessa, per poi venire impiegato sul campo nella stessa Crimea già nel 2014 e successivamente anche in Donbass. Nel 2019 sfugge a  una mina dei servizi russi che fa saltare in aria la sua auto, l’anno dopo gli viene affidata la guida dei servizi ucraina, che rivoluzionerà completamente, trasformando la sua in un vero e proprio Stato nello Stato, capace di coniugare la guerra sul campo alle risposte di natura ibrida messe in atto da Kiev. Ora per lui è pronta la poltrona più importante dell’inner circle del presidente: una mossa pensata anche per tenerlo a bada come possibile competitor.

A RUSTEM UMEROV LA GUIDA DELLA DELEGAZIONE NEGOZIALE. IL PROFILO

La delegazione incaricata di sostenere i negoziati costruiti intorno alla proposta di pace americana è passata invece nelle mani di Rustem Umerov, imprenditore, uomo delle istituzioni e figura ben vista da Washington. Già ministro della Difesa e oggi consigliere per la sicurezza, è uno dei volti più pragmatici e diplomatici della leadership ucraina  È considerato l’uomo giusto per mantenere i rapporti diplomatici in un momento in cui Kiev deve rassicurare gli alleati su riforme, trasparenza e gestione degli aiuti e ha bisogno di uomini la cui immagine non sia stata intaccata dallo scandalo.

ZALUZHNY SI OFFRE COME ALTERNATIVA

Intanto è tornato a farsi sentire il generale Valerj Zaluzhny, ex comandante della difesa ucraina, eroe nazionale, allontanato da Kiev con l’incarico di ambasciatore a Londra, e oggi candidato a succedere a Zelensky alla guida del paese, forte di un consenso popolare guadagnato sul campo. Il “generale di ferro” prova a rilevare i segni di una rivoluzione politica nel momento vissuto dall’Ucraina, e affida al Financial Times alcune sue riflessioni sul destino del paese, che sembrano auspicare un cambio ai vertici, senza peraltro mai citare l’attuale presidente ucraino.

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