La sfida tra Van Peteghem e Pierrakakis per la presidenza dell’Eurogruppo: domani il voto decisivo dei ministri dell’eurozona. Ecco chi sono i due principali candidati a raccogliere il testimone di Pascal Donohoe
Domani a Bruxelles si procederà all’elezione del nuovo presidente dell’Eurogruppo, casella rimasta scoperta dopo le dimissioni dell’irlandese Pascal Donohoe, che a fine novembre ha lasciato l’incarico per trasferirsi alla Banca Mondiale.
A contendersi la poltrona saranno Vincent Van Peteghem, vicepremier e ministro del Bilancio del Belgio, e Kyriakos Pierrakakis, ministro dell’Economia e delle Finanze della Grecia: un testa a testa tra due profili in parte sovrapponibili dal punto di vista politico – entrambi sono rigoristi provenienti da Paesi ad alto tasso di debito e membri del Partito Popolare Europeo – ma che incarnano una traiettoria europea ben diversa.
UN DERBY NELLA STORIA RECENTE DELL’EUROPA
A sfidarsi saranno anche due narrazioni dell’Europa contemporanea: da un lato i rigoristi che si oppongono all’impiego degli asset russi congelati, ma da sempre legati a doppio filo alle istituzioni dell’Unione, non foss’altro perché ne ospitano le sedi principali; dall’altro gli (ex) sconfitti della Trojka, che oggi hanno risalito la china tanto da poter competere alla presidenza dell’Eurogruppo, quindici anni dopo il terremoto che spinse Atene a un passo dal realizzare il Grexit.
L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELL’EUROGRUPPO
L’Eurogruppo è il foro informale che riunisce i ministri delle finanze dei Paesi della zona euro. Pur non essendo un organo previsto da tutti i trattati come istituzione formale dell’UE, svolge un ruolo centrale nella coordinazione delle politiche economiche e fiscali dell’area.
Secondo quanto stabilito dal Protocollo n.14 del Trattato di Lisbona, la presidenza viene eletta dai ministri dell’eurozona con maggioranza semplice per un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile; il voto richiede il sostegno di almeno 11 dei 20 ministri coinvolti.
CHI È VINCENT VAN PETEGHEM
Parlamentare dal 2014, già ministro delle Finanze nel precedente governo di Alexander De Croo, Vincent Van Peteghem è oggi uno dei vice del premier Bart De Wever, nonché suo ministro del Bilancio.
Figura nota all’interno dell’Eurogruppo — dove siede stabilmente dal 2020 —, aveva già valutato una candidatura alla presidenza in passato, poi accantonata per non scontrarsi con il presidente uscente Donohoe.
Ora Van Peteghem può giocarsi la carta della continuità, puntando sull’esperienza nelle dinamiche dell’organo e su un profilo da tecnico-politico che fa della disciplina di bilancio uno dei suoi marchi di fabbrica.
CHI È KYRIAKOS PIERRAKAKIS
Kyriakos Pierrakakis è ministro dell’Economia e delle Finanze della Grecia e si presenta come il candidato della rinascita nazionale, consapevole che un’elezione favorevole ad Atene sarebbe il coronamento di un percorso di risanamento a lacrime e sangue, che ha portato la Grecia dall’apice della crisi a una fase di crescita.
Pierrakakis è il volto della nuova classe dirigente greca che si è riguadagnata la fiducia delle istituzioni europee: parlamentare dal 2023, è stato già ministro della digitalizzazione nel primo governo Mitsokakis che chiuse l’era Tsipras. Sua la riforma che nel 2024 porterà Atene ai primi posti della classifica europea sulla digitalizzazione dei servizi alle imprese, resa possibile anche da un’apertura del mercato greco ai capitali stranieri. Oggi è un convinto sostenitore del mercato unico dei capitali in Europa.
NORD VS SUD
La sfida è anche un confronto tra due baricentri geografici dell’Unione: su Van Peteghem potrebbero convergere i voti dei Paesi del Nord, con Paesi Bassi e Finlandia in testa tra gli sponsor, mentre i greci possono contare sull’endorsement dei Paesi del Sud Europa, tra cui la Spagna, più Estonia e Lituania, infastidite dalla postura assunta dal Belgio sul tema degli asset russi.
L’INTRECCIO CON LA VICEPRESIDENZA BCE
Da ultimo, il voto s’intreccia anche con la partita per la successione alla vicepresidenza della Bce, dal momento che il mandato dello spagnolo Luis de Gundos termina a maggio 2026 e va rinnovato.
Atene guarda con interesse anche a questo posto, ma è difficile che riesca a ottenerli entrambi. Motivo per cui, in questo momento delicato, l’Eurogruppo potrebbe propendere per una nomina che guardi a Bruxelles in cambio di un ammorbidimento delle posizioni del Belgio sugli asset russi.

