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La Liguria chiede la Gronda, ma il Governo la vuole bloccare ancora

Il 18 gennaio, trentasette realtà associative di Genova e della Liguria hanno firmato il manifesto ‘Perché sì alla Gronda’, a favore della costruzione della Gronda autostradale di Ponente.

A rischio il progetto della Gronda di Genova così come molti altre grande opere localizzate nel settentrione: dalla Tav Torino-Lione – su cui su attende ancora la relazione costi-benefici – alla Brescia-Padova. Dal piano cosiddetto “sblocca-cantieri” del Governo, potrebbero insomma restare fuori opere di importanza strategica ed entrare interventi come il raddoppio della ferrovia Cremona-Mantova, la Val d’Astico, la Campogalliano-Sassuolo, i ponti sul Po, il rafforzamento del polo aeroportuale Firenze-Pisa, l’Alta Velocità Napoli Bari.

CONFINDUSTRIA E 37 ASSOCIAZIONI CHIEDONO LA GRONDA

Torino-Lione a parte, su cui è ormai chiaro che occorrerà attendere di sciogliere il nodo politico tra M5s e Lega, probabilmente dopo le europee, è soprattutto la Gronda ad attirare maggiormente l’attenzione, specialmente alla luce della ricostruzione del ponte Morandi e il cui stop è destinato a portare danni e ripercussioni negative sul territorio ligure. Il 18 gennaio, trentasette realtà associative di Genova e della Liguria hanno firmato il manifesto ‘Perché sì alla Gronda’, a favore della costruzione della Gronda autostradale di Ponente. Anche per il presidente Confindustria Genova Mondini “la partita adesso si gioca sulla Gronda, dal 13 agosto 2018 il progetto esecutivo è al MIT, quindi è tutto pronto, l’opera va cantierizzata. E’ un sì alla Gronda senza modifiche, ci mancherebbe visto che il progetto con più di vent’anni di storia ha tutte le autorizzazioni”.

COSA PREVEDE IL PROGETTO

I cantieri per la costruzione della Gronda sarebbero dovuti partire proprio all’inizio del 2019 e affidati ad Autostrade per l’Italia. Il progetto prevede un raddoppio dell’A10 nel tratto interessato dal crollo del Ponte Morandi. Allo stato attuale l’opera comporta un investimento di 4.3 miliardi di euro, totalmente a carico di ASPI, per la realizzazione di 72 chilometri di nuovi tracciati autostradali (54 in galleria) e 13 nuovi viadotti e l’ampliamento di 11 viadotti esistenti.

LA QUASI VENTENNALE STORIA DELLA GRONDA

E pensare che l’opera era cominciato nel lontano 2002 sotto i migliori auspici: il primo studio di fattibilità sul nuovo progetto della Gronda era stato sottoposto a Dibattito Pubblico con i cittadini delle zone interessate al tracciato nel 2009. Nel 2014 venne giudicato favorevolmente dalla Valutazione di Impatto Ambientale, e l’anno successivo inserito nel Piano Urbanistico Comunale del Comune di Genova. Nel 2017 era poi arrivata l’approvazione dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Il Dibattito Pubblico, realizzato in collaborazione tra ASPI e Comune di Genova, tra l’altro, ha rappresentato un primo esperimento del genere in Italia, e permesso sia di rafforzare i livelli di consenso sull’opera, sia di migliorare il progetto iniziale sulla base dei suggerimenti dei cittadini abitanti nelle zone interessate dal progetto. L’Italia era anche riuscita a farsi autorizzare dall’Unione Europea il finanziamento di un’opera di questa portata senza tariffe aggiuntive a carico dei cittadini e senza oneri per lo Stato, grazie all’allungamento di 4 anni della concessione di ASPI. Ma per ora non se ne farà nulla a quanto pare.

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