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Gli affari delle lobby americane nonostante il Covid-19

Lobby

La spesa per le attività di lobbying nel secondo trimestre 2020 crolla, ma le aziende di K Street continuano a prosperare attirando nuovi clienti. Molti i legami delle lobby con Trump

Nel secondo trimestre del 2020, quando la pandemia Covid-19 ha travolto gli Stati Uniti d’America e i legislatori non sono riusciti a trovare gli strumenti necessari per affrontare al meglio le sue devastanti conseguenze, la spesa totale per le attività di lobbying è notevolmente diminuita.

I DATI

Secondo OpenSecrets, da aprile a giugno, la spesa per le attività di lobbying è stata di 821 milioni di dollari. Si tratta di una cifra decisamente inferiore rispetto ai quasi 860 milioni di dollari totali registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. Nonostante il calo, ciascuna delle principali società di lobbying ha però aumentato le proprie entrate grazie all’arrivo di nuovi clienti. Questo significa che in molti stanno cercando di raggiungere le consolidate lobby di K Street a Washington mentre la crisi peggiora. Nel secondo trimestre 2020, la spesa per le lobby americane è scesa al livello più basso da quando Donald Trump è entrato in carica. È calata drasticamente al di sotto rispetto al primo trimestre, quando aveva raggiunto il record di 938 milioni di dollari. La cifra è quasi sempre più alta nel primo trimestre in confronto ai periodi dell’anno successivi, ma questo tipo di calo è senza precedenti.

LE LOBBY

In cima alla lista quasi ogni anno ci sono gli studi legali Akin Gump e Brownstein Hyatt, che hanno incassato rispettivamente 12,5 e 12,3 milioni di dollari. Nel secondo trimestre per loro i ricavi sono stati da record. Anche la veterana Holland & Knight ha aumentato le sue entrate nel secondo trimestre 2020, con quasi 7,2 milioni di dollari rispetto ai 6 milioni di dollari dell’anno precedente. Ognuno di questi studi ha chiuso accordi con almeno 20 nuovi clienti da aprile a oggi.  Anche le società di lobbying che hanno stretti legami con il presidente Trump hanno avuto un enorme incremento delle entrate. Ballard Partners ha visto il suo fatturato annuale salire a 6,5 milioni di dollari, rispetto ai 4,7 milioni di dollari dell’anno scorso, con 25 nuovi clienti a partire da aprile. Gestita dal prolifico fundraiser Brian Ballard – sostenitore di Trump – si colloca tra i primi in classifica, nonostante l’impiego di soli otto lobbisti registrati.

Lobby K street

GLI AFFARI NONOSTANTE LA CRISI

L’American Continental Group, guidato dal consulente della campagna di Trump, David Urban, ha ottenuto 4,4 milioni di dollari, il suo miglior trimestre registrato fino a oggi. Miller Strategies, il cui principale lobbista ha raccolto svariati milioni di dollari per la campagna di rielezione di Trump, è passato da 2,1 milioni di dollari annuali a 3,4 milioni. Le consolidate aziende di K Street e le lobby con stretti legami con Trump sono dunque in crescita e stanno guadagnando bene nonostante la pandemia. I clienti hanno speso 418 milioni di dollari in contratti di lobbying con ditte esterne, il più alto numero in un secondo trimestre mai registrato. Tuttavia, la spesa complessiva per le attività di lobbying è diminuita perché le aziende, le associazioni di categoria e altri gruppi hanno ridotto la spesa per i loro dipartimenti interni che si occupano di affari governativi.

LA CAMERA DI COMMERCIO

I gruppi che spendono meno includono la Camera di Commercio degli Stati Uniti, il principale finanziatore annuale delle attività di lobbying. La Camera sta spingendo per ottenere, nel prossimo pacchetto di sgravi, tagli alle tasse sui salari e protezioni di responsabilità Covid-19 per le imprese. Il potente gruppo imprenditoriale non è riuscito a ottenere molte delle sue priorità nel CARES Act. La Camera ha speso un importo di 15 milioni di dollari nel secondo trimestre del 2020, un calo di quasi 3 milioni di dollari rispetto all’anno precedente.

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