Liberation Day alle porte: arrivano i dazi Usa. Ecco le contromisure che adotterà l’Unione Europea
L’UE prepara le contromosse ai dazi Usa: stamane la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è intervenuta durante la plenaria del Parlamento per annunciare un piano di contromisure “molto decise, se necessario”.
Intanto arrivano pessimi segnali dal mondo finanziario. La settimana del “Liberation Day” si è inaugurata ieri con un tracollo generalizzato delle borse: investitori in fuga dagli asset a rischio, impennata del prezzo dell’oro e una stima nefasta di Goldman Sachs, che alza dal 15% al 35% la possibilità di recessione per gli Stati Uniti.
ARRIVA IL LIBERATION DAY
Da domani entrano in vigore i dazi del 25% su acciaio, alluminio e automotive, e Trump ha paventato in diverse occasioni la possibilità che a queste si aggiungano nuove tariffe reciproche dirette contro tutti i Paesi.
A dire la verità, nei giorni scorsi, il presidente degli Stati Uniti ha alternato dichiarazioni discordanti, prima suggerendo l’introduzione di dazi mirati verso i cosiddetti “Dirty 15” – le economie con i maggiori surplus commerciali nei confronti degli Stati Uniti: Cina, l’Eurozona, Giappone, Corea del Sud, Canada, Messico e Brasile – poi lasciando intendere la possibilità di un’estensione generalizzata su scala globale, pur accennando all’ipotesi di poter trattare singolarmente.
Alla fine, ieri, la Casa Bianca ha ribadito che le nuove tariffe adotteranno un approccio “reciproco”, con aliquote differenziate a seconda del Paese colpito.
LA RISPOSTA DELL’UE AI DAZI USA
Bruxelles non rimarrà però a guardare: la Commissione Europea ha in serbo un piano articolato per far fronte alla guerra commerciale scatenata dagli Stati Uniti. La strategia prevede un intervento su tre pilastri fondamentali: negoziazione e contromisure, diversificazione commerciale e rafforzamento del mercato unico. L’idea iniziale era quella di varare il piano definitivo delle tariffe per il 15 aprile, in modo da avere tempo per le trattative, ma la linea sempre più intransigente perseguita da Trump ha persuaso la Commissione a dare una prima risposta già domani.
Sul fronte immediato, l’UE ha già attivato ritorsioni per 26 miliardi di euro in risposta ai dazi americani su acciaio e alluminio. Una cifra calcolata sulla base del danno economico atteso per le aziende europee, stimato in circa 28 miliardi di dollari.
Per massimizzare l’impatto politico, Bruxelles ha scelto di colpire prodotti iconici del mercato statunitense, come Harley-Davidson, bourbon e jeans, mirando a Stati chiave per l’elettorato repubblicano. Inoltre, l’UE sta valutando di colpire settori cruciali per l’economia statunitense come agroalimentare, tecnologia e industria aerospaziale, minimizzando al contempo le ripercussioni sul proprio mercato interno. Nel caso di escalation, come ricostruisce oggi il Corriere, questa cifra potrebbe salire a 36 miliardi di euro.
APRIRE IL MERCATO UE
Ma la strategia europea non si limita alla semplice ritorsione. Per ridurre la dipendenza economica dagli Stati Uniti, Bruxelles sta accelerando le trattative per nuovi accordi commerciali con Mercosur, Messico e India.
Al contempo la Commissione europea sta lavorando a un piano strutturale per rafforzare il mercato interno e proteggere le economie degli Stati membri dagli shock esterni. Secondo un’analisi del Fondo Monetario Internazionale, citata anche da Draghi durante sua relazione sulla competitività dell’Ue, le attuali frammentazioni interne all’Unione Europea funzionano già come una sorta di dazio autoimposto, pari al 45% nel settore manifatturiero e addirittura al 110% nei servizi.
Eliminare questi ostacoli potrebbe rappresentare una risposta concreta agli attacchi commerciali provenienti dagli Stati Uniti e da altri competitor globali. Von der Leyen ha fatto sapere che il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, presenterà entro aprile nuove proposte per abbattere le barriere normative tra i Paesi UE e accelerare l’integrazione economica.
SENZA LINEE ROSSE: LA NUOVA ARMA DELL’UE CONTRO I DAZI USA
La Commissione Europea sta anche valutando una strategia “senza linee rosse”, che potrebbe segnare un cambio di passo radicale rispetto alle politiche commerciali adottate finora. L’obiettivo è garantire una risposta flessibile e adattabile alle mosse dell’amministrazione Trump, senza imporre restrizioni preliminari sulle possibili contromisure.
Tra le misure al vaglio c’è lo strumento anti-coercizione, che permetterebbe all’UE di applicare non solo dazi sui beni americani, ma anche limitazioni agli investimenti e ai finanziamenti. Questo potrebbe tradursi, ad esempio, nel blocco dell’accesso ai fondi europei per le aziende statunitensi o nella restrizione dell’import di determinati prodotti provenienti dagli USA.
Un altro elemento chiave della strategia europea riguarda il settore dei servizi digitali. Ursula von der Leyen ha lasciato intendere che, mentre gli USA stanno concentrando i loro attacchi sui beni materiali, Bruxelles potrebbe rispondere colpendo i colossi tech statunitensi, come Google, Amazon e Facebook.