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Aziende in fuga dalla Russia, Bp esce da Rosneft

Rosneft Bp

Bernard Looney, l’amministratore delegato di Bp, si dimetterà con effetto immediato dal consiglio di amministrazione di Rosneft. “La decisione che abbiamo preso come consiglio di amministrazione non è solo la cosa giusta da fare, ma è anche nell’interesse di lungo termine della compagnia”

Bp esce dalla sua partecipazione azionaria (qui per approfondire) nella russa Rosneft, nella quale ha una quota del 19,75% dal 2013, e ha annunciato che Bernard Looney, l’amministratore delegato di Bp, si dimetterà con effetto immediato dal consiglio di amministrazione di Rosneft.

Lo annuncia la stessa Bp in una nota, nella quale precisa che “l’attacco della Russia in Ucraina è un atto di aggressione che sta avendo tragiche conseguenze nell’area”. “La decisione che abbiamo preso come consiglio di amministrazione non è solo la cosa giusta da fare, ma è anche nell’interesse di lungo termine di Bp”, ha voluto sottolineare l’ad Looney.

NON C’È SOLO LA PARTNERSHIP BP – ROSNEFT

C’è poi un’altra compagnia britannica con operazioni importanti in Russia: Shell tuttora possiede una partecipazione del 27,5% nel primo impianto russo di gas naturale liquefatto (Gnl), il Sakhalin 2, oltre a joint venture con il gigante energetico statale Gazprom.

Tra le europee, infine, la norvegese Equinor (qui altri dettagli) dal 1996 è partner nello sviluppo del giacimento petrolifero di Kharyaga nel bacino di Timan-Pechora situato nel distretto di Nenets a 60 chilometri a nord del Circolo Polare Artico.

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Nel 2012 Equinor ha avviato una cooperazione strategica con Rosneft con riferimento al giacimento petrolifero North Komsomolskoye nella Siberia occidentale, un programma pilota di esplorazione per valutare il potenziale di produzione commerciale dalla formazione calcarea di Domanik nella regione di Samara e 12 licenze di esplorazione e produzione nella Siberia orientale. Soltanto l’anno scorso, Equinor ha firmato un accordo di cooperazione sulla gestione del carbonio con Rosneft.

 

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