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Bielorussia, la nuova Resistenza contro Lukashenko

Resistenza Bielorussia

Dalla Resistenza italiana a quella in Bielorussia, la leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya, in visita a Roma, ha ricordato che la lotta per la democrazia e i diritti civili nel suo Paese non è ancora finita

“L’Italia è nota per l’amore della libertà e il movimento della Resistenza: l’opposizione in Bielorussia è la nuova Resistenza nel cuore dell’Europa”. Sono le parole dell’attivista bielorussa Svetlana Tikhanovskaya, in audizione alla commissione Esteri della Camera.

Ad accoglierla è stata una delegazione del Pd composta dal segretario Enrico Letta, Debora Serracchiani, Stefania Malpezzi, Lia Quartapelle, Enrico Borghi, Emanuele Fiano e Alessandro Alfieri. Tikhanovskaya ha poi incontrato anche altri esponenti politici tra cui Virginia Raggi, Antonio Tajani, Maria Elena Boschi e Andrea Orlando.

TUTTE LE BUGIE DI LUKASHENKO

Nella stessa occasione, la leader dell’opposizione ha anche ricordato il disastro nucleare di Chernobyl del 1986, il cui 35esimo anniversario è stato proprio pochi giorni fa. “Ciò che accadde non fu solo un disastro tecnologico e ambientale, ma soprattutto una crisi umanitaria”.

“Allo Stato sovietico – ha ricordato Tikhanovskaya – non importava delle vite umane. Trentacinque anni dopo, il mio Paese affronta una simile crisi, causata dal disprezzo per la dignità umana”. Il regime del dittatore Alexander Lukashenko “ha mentito sulla portata della pandemia di Covid, ha mentito sul risultato delle elezioni politiche e continua a mentire” sugli arresti e sui prigionieri politici. I bielorussi fin dall’esito delle elezioni hanno reagito fermamente contro il regime, “hanno lottato per la loro dignità e i diritti umani”, ha proseguito l’attivista.

LA SOLIDARIETÀ TRA POPOLI

Tikhanovskaya ha poi detto che l’Italia e la sua cultura sono sempre stati vicini e cari ai bielorussi, citando i bambini provenienti dalle aree contaminate ospitati nel nostro Paese durante l’estate. “Io stessa sono stata ospitata da una famiglia irlandese”, ha detto, affermando che in tale contesto ha potuto apprendere una “lezione di empatia e solidarietà”.

“La solidarietà verso le persone detenute e i prigionieri politici ha fatto scendere in strada i bielorussi”, è stata costituita “una coalizione con i nostri amici internazionali”.

Per il momento i Paesi occidentali, dopo essersi rifiutati di riconoscere la vittoria di Lukashenko, hanno imposto sanzioni ad alcuni funzionari bielorussi per i presunti brogli elettorali e per la repressione sugli oppositori.

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LA SITUAZIONE IN BIELORUSSIA

La leader dell’opposizione, che ha partecipato anche all’Euronest, il forum interparlamentare dei Paesi del partenariato orientale dell’Ue, ha fatto sapere che in Bielorussia la repressione ha raggiunto livelli altissimi, “oltre 35.000 arresti e 3.000 casi penali aperti contro i manifestanti e i numeri continuano a crescere”.

La stessa Tikhanovskaya, rifugiata in Lituania dopo l’esplosione delle proteste nel suo Paese, è stata colpita direttamente dalle ritorsioni. La banca statale bielorussa ha bloccato i suoi conti correnti “nell’ambito delle misure per congelare i fondi delle persone incluse nell’elenco dei soggetti coinvolti in azioni terroristiche”, secondo quanto le è stato comunicato.

Su Twitter ha fatto sapere che l’unico accredito arrivato sul suo conto di recente è stato un sussidio sociale per il figlio disabile sotto i 18 anni pari a 223 rubli bielorussi al mese (circa 70 euro).

LE CONDIZIONI PER IL DIALOGO CON MINSK

“La leadership bielorussa – ha proseguito Tikhanovskaya – non ha diritto di rappresentare il popolo né in questa, né in nessun’altra piattaforma internazionale poiché ha fallito nel compito di garantire elezioni libere”.

Tikhanovskaya ha infine ricordato le tre condizioni per aprire il dialogo con le autorità di Minsk: “il rilascio dei prigionieri politici, nuove e libere elezioni e riforme delle istituzioni politiche. Se queste condizioni saranno accettate saremo pronti ad una mediazione assistita dall’Osce”.

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