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Bollicine d’oro, Londra taglia le tasse su Prosecco e vini italiani

prosecco

Coldiretti: “La decisione del Governo britannico è la prima buona notizia per il Prosecco e gli spumanti italiani dopo i gravi problemi causati dalla Brexit tra difficoltà burocratiche ed amministrative legate all’uscita degli inglesi dall’Unione Europea”

La Brexit non danneggerà l’export dei vini e delle bollicine italiani indirizzati Oltremanica. La Gran Bretagna ha infatti tagliato le tasse sul Prosecco e sui vini spumanti con un calo di circa 1,3 euro a bottiglia che si riflette sui prezzi di vendita e rende più accessibile l’acquisto del vino italiano più consumato all’estero.

A darne notizia è la Coldiretti nel commentare l’annuncio del Cancelliere Rishi Sunak dell’intenzione di abbassare i prezzi di spumante, birra alla spina e sidro nell’ambito di una profonda revisione del sistema di tassazione sugli alcolici pubblicata il 4 di novembre. Lo sconto maggiore riguarda proprio le bottiglie di vino spumante con gradazione uguale o inferiore a 11 gradi mentre si fanno più pesanti i balzelli sul vino rosso sopra i 13,5 gradi alcolici, che dovrebbe rincarare di 56 centesimi di euro a bottiglia.

La decisione del Governo britannico è la prima buona notizia per il Prosecco e gli spumanti italiani dopo i gravi problemi causati dalla Brexit tra difficoltà burocratiche ed amministrative legate all’uscita degli inglesi dall’Unione Europea. Le criticità maggiori, per chi esporta verso il Regno Unito – precisa Coldiretti – interessano le procedure doganali e riguardano anche l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli.

Una situazione peraltro che – continua Coldiretti –rischia di favorire l’arrivo di contraffazioni ed imitazioni favorite dalla deregulation e non è un caso che proprio nei pub inglesi – riferisce la Coldiretti – sono state smascherate le vendite di falso prosecco in lattina o alla spina. Proprio per questo assume ancora maggiore rilevanza la necessità che la Commissione prenda una posizione di forte contrarietà alla richiesta croata di registrazione del Prosek che creerebbe un precedente pericoloso per la protezione del termine “Prosecco” ed in generale di tutte le indicazioni geografiche dentro e fuori i confini dell’Ue.

Nonostante ciò il Prosecco rimane il vino più amato dagli inglesi come conferma il fatto che nei primi sette mesi del 2021 le esportazioni in valore sono cresciute del 5%, in controtendenza rispetto all’andamento stagnante degli acquisti di prodotti agroalimentari Made in Italy che nello stesso periodo sono diminuiti dell’1%. Non a caso una bottiglia di Prosecco su tre esportata all’estero finisce proprio Oltremanica, che è il primo mercato di riferimento per le bollicine italiane.

La produzione di Prosecco abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una produzione complessiva che quest’anno dovrebbe raggiungere il record di 700 milioni di bottiglie prodotte – continua la Coldiretti – dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco.

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