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Caos in Siria, gli interessi di Mosca e i rischi per l’Europa

Civili intrappolati e italiani evacuati da Aleppo, in Siria, mentre c’è chi teme una nuova ondata migratoria e chi, come Putin, guarda ai propri interessi

La guerra che ha nuovamente travolto la Siria sta colpendo in modo drammatico i civili, in particolare nella città di Aleppo, teatro di scontri intensi tra le fazioni in conflitto. In questa cornice di caos, la Farnesina ha annunciato il successo di una prima evacuazione: un gruppo di italiani è stato trasferito a Damasco tramite un convoglio organizzato dall’Onu. Tuttavia, l’evacuazione resta complicata per la maggior parte dei civili e per gli altri connazionali ancora presenti in città, ostacolati dai combattimenti nelle aree circostanti.

Antonio Tajani, Ministro degli Esteri, ha espresso un cauto ottimismo, assicurando che sia la Farnesina che l’ambasciata italiana a Damasco seguono minuto per minuto la situazione. Tra le difficoltà maggiori vi è il blocco dell’autostrada principale verso Damasco e le lunghe attese per utilizzare percorsi alternativi.

IL RUOLO DELLA RUSSIA E LA NUOVA INSTABILITA’

La crisi in Siria rappresenta per Mosca una sfida inattesa. La Russia, alleata storica del regime di Bashar al-Assad, si trova ora a dover fronteggiare l’avanzata delle milizie filo-turche, definite dal Cremlino “una minaccia alla sovranità della Siria”. Mosca ha avviato colloqui diplomatici con Turchia e Iran per cercare una soluzione, ma l’equilibrio della regione appare sempre più fragile.

Secondo alcune ricostruzioni riportate dalla stampa ucraina, dietro l’offensiva delle milizie jihadiste vi sarebbe anche un coinvolgimento indiretto dell’Ucraina, che avrebbe addestrato i combattenti per indebolire le posizioni russe. Sebbene Mosca non abbia confermato tali accuse, l’instabilità in Siria potrebbe trasformarsi per la Russia in un terzo fronte di guerra, dopo l’Ucraina e il Sahel africano, dove Mosca è già impegnata a sostenere regimi alleati contro ribelli e forze filo-occidentali.

GLI INTERESSI GEOPOLITICI DI MOSCA

La priorità per Mosca resta la difesa della base navale di Tartus, un punto strategico per il controllo del Mediterraneo. Tuttavia, il deterioramento dei rapporti con la Turchia complica il quadro: l’avanzata delle forze filo-turche rischia di minare il fragile coordinamento tra Russia, Turchia e Iran, costruito con il processo di Astana. Inoltre, i raid aerei russi nella regione di Aleppo hanno già colpito strutture civili, come il Terra Sancta College, spingendo l’Italia a sollecitare garanzie da Mosca per evitare ulteriori attacchi.

IL RISCHIO PER L’EUROPA DI UN NUOVO COLLASSO MIGRATORIO

Le conseguenze della guerra in Siria si fanno sentire anche in Europa, che teme un nuovo esodo di rifugiati. Tajani ha avvertito che un’escalation del conflitto potrebbe portare a un “collasso migratorio” simile a quello del 2015, quando milioni di siriani fuggirono verso l’Europa. La prospettiva di un’emergenza umanitaria su larga scala rappresenta un serio rischio per la stabilità del continente, già alle prese con le pressioni migratorie provenienti da altre aree di crisi.

In tutto ciò Aleppo rimane intrappolata in una spirale di violenza, simbolo di una tragedia che sembra non avere fine.

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