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Che cosa sono le terre rare e perché Trump vuole impadronirsene

Un pugno di elementi chimici può decidere le sorti del mondo. O perlomeno di un Paese: l’Ucraina. A tre anni dall’invasione russa ai danni dell’Ucraina, ecco perché le terre rare sono il nuovo “oro” della geopolitica.

Un tempo era il petrolio, oggi sono le terre rare: spesso basta l’ambizione di controllare le materie prime altrui per scatenare una guerra. O per siglare una pace.

Mentre “l’oro nero” inizia la sua lenta discesa sul viale del tramonto, le terre rare, un gruppo di elementi chimici indispensabili per lo sviluppo di tecnologie avanzate e pulite, si candidano a diventare le nuove protagoniste del panorama geopolitico internazionale.

Lo sa bene Trump, la cui mediazione nel conflitto russo-ucraino è tutt’altro che disinteressata. L’Ucraina è infatti ricca di giacimenti che fanno gola agli USA. Vincolando il supporto militare all’Ucraina alla concessione di minerali strategici e terre rare presenti nel suo sottosuolo, Trump spera di ridurre la dipendenza americana dal leader mondiale, la Cina. 

Ma cosa intende quando parla di “terre rare”? E davvero l’Ucraina ne dispone in gran quantità?

CHE COSA SONO LE TERRE RARE

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica, comprendenti scandio, ittrio e i 15 lantanoidi. A dispetto del nome, questi elementi sono piuttosto diffusi sulla crosta terrestre; a essere “rari” sono i giacimenti sfruttabili a fini economici.

Si tratta di elementi fondamentali per la produzione di tecnologie avanzate, tra cui superconduttori, magneti, catalizzatori, componenti per veicoli ibridi e applicazioni optoelettroniche come laser e fibre ottiche. Il loro impiego nel campo della produzione di energia pulita li rende imprescindibili nel processo verso la transizione energetica in cui sono impegnati centinaia di stati nel mondo.

LA PROPOSTA DI TRUMP

Nelle ultime settimane, il presidente Usa Donald Trump ha manifestato in varie occasioni il suo interesse per le riserve dell’Ucraina, annunciando l’intenzione di ottenere forniture di minerali di terre rare dall’Ucraina come forma di compensazione per il sostegno finanziario fornito da Washington a Kiev durante il conflitto con la Russia.

Trump ha sottolineato che gli Stati Uniti hanno sostenuto l’Ucraina con quasi 300 miliardi di dollari e cercano una “equalizzazione” per questo aiuto. La proposta
Alla fine la proposta è stata quantificata: l’equivalente di 500 miliardi di dollari in terre rare, con l’accordo che sarebbe in chiusura, stando a quanto ha riferito lo stesso Trump alla convention dei conservatori Cpac. Ma per Zelensky la proposta non è “sul tavolo” delle trattative, sebbene l’Ucraina rimanga aperta alle negoziazioni per la pace, tenuta ferma la necessità di una garanzia rispetto a ulteriori aggressioni russe.

PERCHÉ TRUMP VUOLE LE TERRE RARE DELL’UCRAINA

L’Ucraina è uno dei Paesi con la più grande disponibilità di giacimenti minerari al mondo: pur occupando solo lo 0,4% della superficie terrestre, possiede il 5% delle risorse minerarie globali.

Oltre al titanio e al litio, imprescindibili, per esempio, nel campo della difesa e delle batterie ricaricabili, Kiev vanta inoltre giacimenti di 21 dei 30 minerali classificati come “critici” dall’Unione Europea, fondamentali per lo sviluppo di tecnologie avanzate e beni di largo consumo.

Quanto alle terre rare propriamente dette, non è chiara la disponibilità reale in mano a Zelensky. Secondo Javier Blas di Bloomberg, si tratterebbe di “un’illusione” creata dagli stessi ucraini per coinvolgere Trump nella difesa del Paese.

In ogni caso, è verosimile che Trump con questa espressione si riferisse più genericamente ai minerali “critici”. Il suo piano sarebbe quello di trovare un nuovo canale diretto per ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalla Cina, che attualmente dispone di quasi la metà delle riserve mondiali di terre rare, con 44 tonnellate a fronte delle 90 totali nel mondo, secondo i dati del U.S. Geological Survey.

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