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Chi è Luca Maestri, che guiderà Apple contro la multa di 13 miliardi dell’Ue

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Ci sarà il manager italiano Luca Maestri alla guida della delegazione Apple che discuterà la maxi multa imposta da Bruxelles

Luca Maestri guiderà la delegazione di 6 manager di Apple che questa settimana discuterà il ricorso della casa di Cupertino contro la storica decisione dall’Ue, che nel 2016 condannò Apple a versare all’Irlanda 13 miliardi di tasse arretrate. L’audizione dovrebbe durare 2 giorni (martedì e mercoledì) ed avere sede presso il Tribunale dell’Unione Europea, il secondo organo giurisdizionale dell’Ue per importanza, che ha sede in Lussemburgo.

LA BIO DI LUCA MAESTRI

Romano, studi alla Luiss ed alla Boston University, Luca Maestri è uno dei manager più pagati al mondo: è il Senior Vice President e Chief Financial Officer di Apple, nel suo ruolo riporta direttamente al ceo Tim Cook. Ed è in questo ruolo che sarà chiamato nei prossimi giorni a dare battaglia come il risarcimento record deciso dall’Ue, una decisione storica.

LA DECISIONE DEL COMMISSARIO UE VESTAGER

Nell’agosto nel 2016 Margrethe Vestager, Commissario Europeo alla Concorrenza, aveva stabilito che Apple, nel periodo 2003-2014, aveva goduto di un regime fiscale troppo favorevole, con il risultato di non aver versato le tasse dovute all’Irlanda. Irlanda che, insieme ad Apple, si è sempre opposta a questa lettura dei fatti.

Vestager aveva spiegato che le aliquote applicate dall’Irlanda ad Apple nel periodo incriminato avevano generato “benefici illeciti”, che dovevano essere rimborsati con la cifra record di 13 miliardi di euro di imposte arretrate. Il meccanismo applicato dalle autorità europee è semplice: i benefici illeciti sono come “aiuti di Stato”, ed in quanto tali sono recuperabili in maniera retroattiva per un periodo di 10 anni.

Nel 2016 la Vestager (danese, social liberale, di poco più giovane di Luca Maestri) aveva spiegato che il risarcimento non era una “punizione” per Apple. Anche se la stessa commissaria europea si diceva, in quanto cittadina, arrabbiata: “Quando vengo a sapere che Apple ha pagato di tasse l’1% dei profitti, per poi arrivare a pagarne lo 0,005%, come cittadino che paga le tasse mi sento arrabbiato”. Ed a chi definiva le scelte del management di Apple e dello Stato Irlandese come leciti mezzi di concorrenza sul mercato, replicava che la competizione tra imprese o tra Stati (che attraverso la leva fiscale cercano di attrarre investimenti) “non deve avvenire a spese dei contribuenti europei”.

IL RICORSO DI APPLE

Ed a partire dal 17 settembre 2019, più di 3 anni dopo, Apple si prepara a discutere il ricorso contro la decisione della Commissione europea, con una delegazione di 6 top manager, guidata proprio da Luca Maestri.

Il manager romano è in Apple dal 2013, dopo quasi 20 anni in General Motors, dove tra il 2000 ed il 2005 cura la (tra le altre cose) la joint venture con Fiat, e dopo aver svolto il ruolo di cfo in Nokia Siemens e Xerox. A Cupertino Luca Maestri è inizialmente a capo della contabilità, per poi diventare direttore finanziario.

MAESTRI PIÙ PAGATO DI TIM COOK

All’inizio del 2016 (prima della pronuncia dell’Antitrust europeo) fa notizia il suo compenso: il Wall Street Journal pubblica un report sui salari dei manager Apple nel 2015, e si scopre che il più pagato non è Tim Cook, successore e sodale dell’iconico Steve Jobs, ma l’italiano Luca Maestri.

Come spiegherà Il Sole 24 Ore, il manager romano ottenne nel 2015 un premio azionario che si aggirava sui 20 milioni di dollari, oltre al bonus per i 4 top manager che riportano direttamente al ceo Tim Cook ricevono per contratto.

Di Luca Maestri Tim Cook ha detto “Quando lo abbiamo assunto sapevamo che sarebbe stato il successore di Peter Oppenheimer, si è rapidamente guadagnato il rispetto dei colleghi”.

Parlando della sua esperienza in Apple Maestri ha spiegato “Uno si immagina queste grandi aziende come laboratori di creatività — penso anche a Amazon, Google, Facebook — ma sono davvero delle execution machine, hanno dei processi molto serrati, è un po’ come lavorare in un esercito”.

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