L’Ue deve chiedersi quale posto nel mondo vuole occupare e solo dopo capire in che…
Chi è Mike Johnson, il vecchio nuovo speaker della Camera Usa
E’ stato necessario lo zampino di Trump per consentire al repubblicano Johnson di essere riconfermato
Flop o successo per Donald Trump? Nel giro di pochi minuti, il presidente eletto degli Usa è passato da una disfatta a tirare un sospiro di sollievo. Complici due telefonate. Tutto ruota intorno a Mike Johnson, figura centrale del partito repubblicano, che – al termine di una votazione rocambolesca – è stato rieletto, e quindi confermato, Speaker della Camera Usa al primo scrutinio. Un risultato tutt’altro che scontato, visto che inizialmente tre deputati repubblicani avevano negato il proprio sostegno. Il colpo di scena è arrivato grazie a una telefonata dell’ex presidente Donald Trump, che avrebbe convinto due di loro a cambiare idea. Alla fine, Johnson ha ottenuto 218 voti, superando il candidato democratico Hakeem Jeffries, fermo a 215.
UNA VITTORIA PIU’ CHE SIMBOLICA PER IL PARTITO REPUBBLICANO
Questa rielezione rappresenta un banco di prova superato non solo per Johnson, ma anche per il partito repubblicano, che controlla una maggioranza risicata nella Camera con 220 seggi contro i 215 democratici. Una fragilità accentuata da recenti perdite di deputati, come quella di Matt Gaetz e delle future dimissioni di Mike Waltz ed Elise Stefanik per assumere incarichi nella nuova amministrazione Trump.
IL SOSTEGNO DI TRUMP E MUSK A JOHNSON
Il successo di Johnson è stato sostenuto da endorsement di peso. Lo stesso Trump, sul suo social Truth, aveva definito Johnson “un uomo di grande capacità” e aveva previsto un risultato positivo, considerandolo una vittoria non solo per il partito ma per il movimento Maga (Make America Great Again). Anche Elon Musk aveva espresso il proprio supporto al candidato repubblicano, contribuendo a rafforzare la sua posizione.
Nonostante il successo iniziale, Johnson dovrà affrontare una situazione politica complessa. La perdita di alcuni deputati richiederà inevitabilmente un temporaneo supporto democratico per approvare provvedimenti chiave. Questo equilibrio delicato rischia di rallentare l’agenda di Trump, che punta su politiche di taglio delle tasse e misure restrittive sull’immigrazione.
Per evitare le turbolenze che hanno caratterizzato il mandato precedente, con la storica rimozione di Kevin McCarthy, i repubblicani hanno deciso di alzare la soglia per estromettere lo Speaker: ora servirà il voto di nove deputati, invece di uno solo. Una mossa pensata per garantire maggiore stabilità in un momento di forte incertezza politica.