Le presidenziali Usa si avvicinano. Preoccupazioni e speranze di fronte all’ipotesi di un secondo mandato per Donald Trump
Il possibile ritorno di Trump alla Casa Bianca angustia gli alleati dell’America e dà speranza ai suoi rivali. I leader alleati riconoscono che un secondo mandato di Trump sarebbe sostanzialmente più caotico e imprevedibile del primo. L’America sotto Trump sarebbe molto più nazionalista, unilateralista, protezionista e disimpegnata nei confronti degli alleati. Di contro i russi confidano nella vittoria di Trump perché sperano indebolisca il sostegno occidentale all’Ucraina mentre a Pechino, nonostante i toni virulentemente anti-cinesi del tycoon, sperano l’instabilità indebolisca gli Stati Uniti e le loro alleanze sia con paesi come Giappone e Corea del Sud (che Trump propose di non proteggere qualora non avessero finanziato la presenza militare americana in zona) che con gli europei.
L’amministrazione Biden ha provato a ristabilire, in larga parte con successo, un canone di ordinarietà dopo l’anomala presidenza di Donald Trump che ha iniziato a mettere in crisi consensi bipartisan sulla politica estera che reggevano da decenni. Quattro anni dopo essere stato sconfitto (e non aver mai accettato tale sconfitta) le proposte politiche di Trump sono ancora più radicali, come più radicale e forte (ma anche oscura) è l’ala populista di estrema destra dentro al partito repubblicano.
LE PREOCCUPAZIONI DI BIDEN E DEGLI ALLEATI
Biden stesso ha dovuto riconoscere a tal riguardo le preoccupazioni degli alleati. La presidenza Trump si è connotata per aver spesso paragonato alleati e nemici, portato avanti atteggiamenti scostanti (la minaccia di nuclearizzare la Corea del Nord seguita a pomposi vertici con Kim Jong Un che si sono rivelati sostanzialmente inutili) e ingaggiato contese commerciali con i paesi alleati. L’attuale presidente americano ha messo fine a tutto questo ribadendo gli storici impegni americani nei confronti degli alleati e dei partner degli Stati Uniti, smettendo di elogiare dittatori nemici, togliendo ogni ambiguità su chi siano i nemici e gli alleati dell’America, anche con riferimento alle attività diplomatiche dell’amministrazione Trump che hanno a lungo preoccupato le cancellerie internazionali (Seoul ha temuto un imminente ritiro degli americani dalla penisola sulla falsariga delle dichiarazioni di Trump).
Il 2024 determinerà se la parabola di Donald Trump alla Casa Bianca sia stata un anomalia (relativamente gestita) o un fenomeno in grado di mettere a soqquadro la gestione della politica estera americana e le relazioni di Washington con il resto del mondo. Una situazione estremamente pericolosa mentre potenze del calibro di Cina, Russia, Iran e Corea del Nord attaccano l’ordine liberale internazionale minacciando l’influenza americana e gli alleati degli Stati Uniti. Dalla risposta americana a questi anni di crisi passa la formulazione dei futuri assetti internazionali che si stanno delineando per il XXI secolo. Nel 2020 l’America è tornata, ma per quanto?