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La Cina post Covid-19 mette il turbo con il Piano quinquennale 2021-2025

Cina Xi Jinping

Si è conclusa il 29 ottobre scorso la sessione plenaria del Partito Comunista Cinese guidata dal presidente Xi Jinping. Durante l’assemblea sono state decise le prossime mosse dell’amministrazione centrale, che si avvia spedita verso la ripartenza post Covid-19. L’articolo di Niccolò Ellena

Tra il 26 e il 29 ottobre scorsi si è tenuta la quinta sessione plenaria del 19° Comitato del Partito Comunista cinese, in cui è stato redatto il 14° Piano quinquennale per lo sviluppo economico del Paese nel periodo 2021-2025. I principali contenuti, anticipati alcuni giorni prima dal leader Xi Jinping durante un discorso a Shenzhen, mirano a modificare profondamente la Cina per come è conosciuta oggi.

LA CINA E LA RIPARTENZA POST COVID-19

Superato con successo il momento di difficoltà dovuto alla pandemia, la Cina procede con passo svelto verso il nuovo anno dopo che la sua economia ha chiuso in positivo il terzo trimestre del 2020 con +0,7%. Da quanto emerso dall’assemblea, la Cina sembra voler prendere una direzione molto più autarchica e indipendente rispetto al passato. In particolare il Governo centrale punterebbe maggiormente sul mercato interno, in forte crescita rispetto a quello esterno, in risposta alla recente crisi dell’economia globale. Questo è un passo obbligato per la Cina, capace di scrollarsi di dosso il disastro della pandemia, ma consapevole di dover prendere posizioni decise, specialmente nel conflitto in atto con gli Stati Uniti sui dazi doganali.

LA DOPPIA CIRCOLAZIONE E L’INNOVAZIONE

Da quanto è emerso sembra che i punti cardine del Piano quinquennale ruotino intorno all’innovazione, già prerogativa della Cina negli ultimi anni, e alla dual circulation, ossia un mercato che favorisca l’economia interna a scapito delle esportazioni.
Chiaramente queste prese di posizione fanno presagire non pochi cambiamenti: sul fronte dell’innovazione tecnologica potremmo vedere la Cina iniziare a primeggiare a discapito degli USA, con il 5G  e i nuovi super computer quantistici sempre più sviluppati, mentre sul fronte del mercato potremmo vedere un Paese sempre più orientato verso l’autosufficienza e meno interessato all’espansione esterna. Queste, secondo Pechino, che nel frattempo potrebbe fissare la crescita annuale del Pil al 4-5% nel prossimo quinquennio, sembrano essere le mosse scelte dall’amministrazione centrale per rafforzare il mercato interno, più solido rispetto a quello dell’export, duramente danneggiato dalla globalizzazione e dalla guerra tariffaria con gli Stati Uniti.

IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA

Tuttavia questi cambiamenti così significativi potrebbero essere solo la punta di un iceberg molto più profondo. I numerosi viaggi in Cina intrapresi da Xi Jinping nelle regioni più arretrate, sulla scia di quelli dello storico leader Deng Xiaoping, sono serviti per capire se e come queste possano raggiungere un giorno il livello di benessere e di sviluppo delle regioni costiere, prime a crescere e a svilupparsi. Oggi che i tempi sembrano maturi, il Governo centrale pare deciso a mobilitarsi per diminuire la discrepanza in termini di qualità della vita nelle regioni più arretrate. Secondo il vicepresidente della Commissione per le riforme e lo sviluppo nazionale (NDRC), Ning Jizhe, una volta discussa la strategia da intraprendere con il partito, verranno presentati i nuovi obiettivi numerici da raggiungere in termini di crescita economica e qualità della vita. In definitiva sarà da vedere come questi cambiamenti influenzeranno lo scacchiere internazionale esterno alla Cina e come miglioreranno eventualmente la vita dei cittadini cinesi all’interno del Paese nei prossimi cinque anni, in un processo di evoluzione che non sembra accennare ad arrestarsi.

Articolo pubblicato su ilcaffegeopolitico.net

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