Ius sanguinis e ius soli, come variano le regole della cittadinanza in quattro grandi paesi europei: Francia, Germania, Spagna e Regno Unito
In Europa le regole per l’acquisizione della cittadinanza variano notevolmente da paese a paese. Francia, Germania, Spagna e Regno Unito adottano approcci diversi, che riflettono le loro tradizioni storiche, sociali e giuridiche.
Il Dossier “Cittadinanza. Cenni su: Francia, Germania, Regno Unito, Spagna”, elaborato dall’ufficio studi della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, offre una panoramica chiara su come funziona la cittadinanza in ciascuno di questi Stati.
COME SI OTTIENE LA CITTADINANZA IN FRANCIA
La Francia adotta un sistema misto, che combina ius sanguinis (diritto di sangue) e ius soli (diritto del suolo). La cittadinanza (nationalité) francese è disciplinata dal Codice civile, agli articoli da 17 a 33-2. Tali norme sono state incisivamente modificate o introdotte dalla legge n. 93-933 del 22 luglio 1993.
Il principio dello ius sanguinis viene così applicato: è francese il figlio, legittimo o naturale, di una coppia in cui almeno uno dei due genitori sia francese (art. 18 del codice civile) o il minore oggetto di adozione piena da parte di un francese (art. 20). Per quanto riguarda l’acquisizione per nascita (ius soli), è francese il figlio, legittimo o naturale, nato in Francia quando almeno uno dei due genitori vi sia nato, qualunque sia la sua cittadinanza (art. 19-3). La semplice nascita nel territorio nazionale non basta per reclamare l’attribuzione della cittadinanza se non per i minori figli di apolidi o di genitori sconosciuti o che non trasmettono la loro nazionalità.
I figli nati in Francia da genitori stranieri possono acquisire automaticamente la cittadinanza al raggiungimento della maggiore età, a condizione che abbiano risieduto stabilmente nel paese per almeno cinque anni.
È possibile ottenere la cittadinanza per:
- naturalizzazione dopo 5 anni di residenza (ridotti a due anni se si è completato un percorso universitario in Francia);
- matrimonio con un cittadino francese (dopo almeno quattro anni).
LE REGOLE PER LA CITTADINANZA IN GERMANIA
La disciplina tedesca in materia di cittadinanza è contenuta, oltre che nella Legge fondamentale (Grundgesetz– GG) del 1949, in un’apposita Legge federale sulla cittadinanza Staatsangehörigkeitsgesetz– StAG) del 22 luglio 1913, modificata nel giugno 2024. Inoltre, tutti i cittadini tedeschi sono automaticamente anche cittadini dell’Unione Europea.
La Germania ha storicamente seguito il principio dello ius sanguinis, ma negli ultimi decenni ha introdotto forme condizionate di ius soli.
Dal 1° gennaio 2000 acquisiscono automaticamente la cittadinanza tedesca non solo i figli di cittadini tedeschi, ma anche i figli di stranieri che nascono in Germania (ius soli o Geburtsortsprinzip), purché almeno uno dei genitori risieda abitualmente e legalmente nel Paese da almeno cinque anni e goda del diritto di soggiorno a tempo indeterminato (unbefristetes
Aufenthaltsrecht) o, se cittadino svizzero, sia in possesso di un permesso di soggiorno (Aufenthaltserlaubnis) rilasciato sulla base dell’Accordo del 21 giugno 1999 tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Confederazione elvetica, dall’altra, riguardante la libertà di circolazione (§ 4, comma 3).
La naturalizzazione è possibile solo se lo straniero possiede determinati requisiti:
- cinque anni di residenza stabile e legale sul territorio federale tedesco;
- età minima di 16 anni ai sensi o una rappresentanza legale;
- l’impegno al rispetto e all’osservanza dell’ordinamento libero e democratico stabilito nella Legge fondamentale tedesca, nonché – come previsto dalla riforma del 2024 – per la pacifica convivenza dei popoli;
- il diritto di soggiorno a tempo indeterminato, la carta blu UE (rilasciata ai lavoratori stranieri altamente qualificati) o un altro regolare permesso di soggiorno;
- la capacità di assicurare il mantenimento proprio e dei familiari a carico, senza far ricorso a sussidi sociali (Sozialhilfe) o all’indennità di disoccupazione (Arbeitslosengeld II);
- l’assenza di condanne penali per aver compiuto atti contrari alla legge o di misure di correzione e di sicurezza;
- la dimostrazione di una sufficiente conoscenza della lingua tedesca;
- la conoscenza dell’ordinamento sociale e giuridico tedesco nonché delle condizioni di vita in Germania a cui il candidato alla naturalizzazione deve conformarsi.
La doppia cittadinanza è generalmente scoraggiata, tranne in casi specifici (per esempio per cittadini dell’UE o rifugiati).
LA SPAGNA: PREMINENZA DELLO IUS SANGUINIS
La Spagna adotta principalmente lo ius sanguinis, ma prevede eccezioni per chi nasce sul territorio spagnolo da genitori stranieri, se questi non trasmettono altrimenti la propria cittadinanza. In alcuni casi, lo Stato può concedere la cittadinanza a persone apolidi nate in Spagna.
La normativa specifica sul diritto di cittadinanza è contenuta nel Codice civile, all’interno del Libro primo “Delle persone”, nel Titolo I “Degli spagnoli e degli stranieri” (artt. 17-28).
Sono spagnoli d’origine:
- i nati da padre o madre spagnoli;
- i nati in Spagna da genitori stranieri, se almeno uno di essi è nato in Spagna, ad eccezione dei figli di funzionari diplomatici o consolari accreditati in Spagna;
- i nati in Spagna da genitori stranieri, se entrambi non possiedono alcuna cittadinanza o la legislazione dei loro Paesi d’origine non assegna al figlio la cittadinanza;
- i nati in Spagna la cui filiazione non risulti accertata. In tal caso si considerano nati nel territorio nazionale i minori di età il cui primo luogo conosciuto di soggiorno sia la Spagna.
In aggiunta ai casi della cittadinanza d’origine, è possibile optare per la cittadinanza spagnola; tale possibilità è prevista, infatti, anche per gli adottati nella maggiore età, purché esercitino tale opzione entro i due anni dall’adozione.
Il codice civile individua, inoltre, altre due categorie che possono esercitare il diritto d’opzione:
- le persone che siano, o siano state, soggette alla patria potestà di uno spagnolo;
- coloro il cui padre o madre, nato in Spagna, abbia avuto in passato la cittadinanza spagnola.
La naturalizzazione è concessa dopo dieci anni di residenza ma ridotti a 2 anni per cittadini di Paesi latinoamericani, Andorra, Filippine, Guinea Equatoriale e Portogallo, mentre a un solo anno per coniugi o discendenti diretti di cittadini spagnoli. È richiesta, però, buona condotta civica, integrazione e un esame di cultura generale.
COME VIENE CONCESSA LA CITTADINANZA NEL REGNO UNITO
Il Regno Unito adotta un sistema basato prevalentemente sullo Ius soli ma con condizioni stringenti. La cittadinanza britannica è disciplinata principalmente dal British Nationality Act 1981, entrato in vigore il 1° gennaio 1983 e più volte modificato
I bambini nati nel Regno Unito acquisiscono la cittadinanza solo se almeno uno dei genitori è cittadino britannico o residente permanente.
La persona nata (o adottata) nel Regno Unito acquista la cittadinanza automaticamente (attraverso l’apposita “registration”) se uno dei genitori è cittadino britannico (oppure irlandese residente nel Regno Unito). La cittadinanza può essere acquisita automaticamente anche se al momento della nascita:
- uno dei genitori, cittadino di un Paese dell’Unione Europea (o dell’Area Economica Europea), è stabilito nel Regno Unito (“settled”)
- è residente a tempo indeterminato in quanto titolare di uno dei permessi di soggiorno rilevanti allo scopo
- è straniero (cittadino di Stati non appartenenti all’Unione Europea o alla AEE) e ha titolo a soggiornare nel Regno Unito a tempo indeterminato.
Anche nel Regno Unito è previsto l’acquisto della cittadinanza per matrimonio: il coniuge straniero di un cittadino britannico (così come il partner straniero di un’unione civile ai sensi del Civil Partnership Act 2004) può conseguire la cittadinanza dopo aver vissuto legalmente e in modo continuativo per almeno tre anni nel Regno Unito, purché in possesso dei requisiti prescritti per la naturalizzazione, personali e “residenziali”.