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Come funziona la rete di oligarchi che sorregge Putin, raccontato da Bill Browder (Fondo Hermitage)

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Il n.1 del Fondo Hermitage, espulso dalla Russia: “Con l’arresto di Mikhail Khodorkovsky, Ceo della Yukos, gli oligarchi hanno capito il messaggio: Putin poteva incarcerarli con accuse fasulle”

Una rete di oligarchi sorregge Vladimir Putin. Loro sono gli uomini più potenti della Federazione russa, messi là quando cadde il muro e implose il comunismo, nel tentativo di dar vita a privatizzazioni che liberalizzassero il Paese. Così, ovviamente, non è stato. E ora il presidente russo può contare su una schiera di fedelissimi che rappresentano il potere economico dell’intera nazione e che sanno bene che, vista la particolare situazione, per loro vale più che mai il principio simul stabunt vel simul cadent, che pure le sanzioni provano a scardinare, nel tentativo di spingere gli oligarchi a ribellarsi a Putin.

DUE MILIARDARI MORTI IN DUE GIORNI

Qualcosa potrebbe già essere accaduto: negli ultimi giorni, infatti, due oligarchi russi legati al settore del gas sono morti in circostanze ancora da chiarire: Sergey Protosenya e Vladislav Avayev, i cui corpi senza vita sono stati ritrovati a un giorno di distanza l’uno dall’altro accanto a quelli esamini dei propri familiari. In entrambi i casi si ipotizza un omicidio-suicidio, ma non si escludono altre piste. Il primo era stato vicepresidente di Novatek, un’impresa russa produttrice di gas, mentre il secondo aveva rivestito fino a poco prima del decesso l’incarico di vicepresidente di Gazprombank dopo un passato al Cremlino. Gli oligarchi potrebbero essersi uccisi perché colpiti dalle sanzioni, ma c’è anche chi ipotizza che dietro possa esserci un loro dissenso alla guerra ucraina di Putin, che di fatto sta mettendo a dura prova l’economia russa (impossibile dire come stia per davvero, qui le stime della Banca mondiale).

BROWSER: “COSì PUTIN HA PRESO GLI OLIGARCHI”

Ma come funziona la rete di oligarchi che sorregge Putin, al netto delle interpretazioni occidentali, che possono risultare falsate? Lo ha raccontato a Repubblica un testimone d’eccezione, Bill Browder, CEO e co-fondatore di Hermitage Capital Management, consulente per gli investimenti del Fondo Hermitage, che un tempo era il maggiore investitore di portafoglio estero in Russia, espulso dal Paese quando ha cominciato ad acquistare azioni della Gazprom e di altri colossi energetici. “Nel momento dell’ascesa di Putin – racconta Browder al quotidiano di Maurizio Molinari – il Paese era in ginocchio: la ricchezza era concentrata nelle mani di 22 oligarchi, ovunque c’erano squallore, violenza e corruzione, e la durata media della vita era di 57 anni”.

Ma la situazione non sembra essere cambiata con Putin: “Fin quando gli affari andavano bene ammetto di non essermi interessato più di tanto. Si dice che il potere corrompe e il potere assoluto corrompe in maniera assoluta: ho avuto un segnale chiaro quando Putin ha fatto arrestare Mikhail Khodorkovsky, Ceo della Yukos”.

“Come tanta gente – spiega il finanziere – ho pensato che si trattasse di una punizione nei confronti di una élite corrotta, ma in realtà era un segnale per gli altri oligarchi: ha mostrato in tv il più ricco e potente tra loro rinchiuso in una gabbia, e poi lo ha fatto incarcerare per dieci anni con accuse fasulle”.

Così Putin avrebbe stretto attorno a sé i miliardari: “Gli oligarchi hanno capito immediatamente il messaggio, cominciando a stornare da quel momento il 50 per cento dei loro introiti a Putin e, soprattutto, a non avere nessuna tentazione di autonomia o ribellione. Chi ha capito che l’unica opzione era piegare la testa è stato ricompensato, come Roman Abramovic, nominato governatore della Chukotka. Ma sia lui che gli altri oligarchi sanno che devono essere pronti a stornare anche il 100 per cento di alcuni affari: in questo non c’è alcuna differenza con la mafia, e intanto Putin è diventato l’uomo più ricco del mondo”.

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