Il congresso del PPE vuole chiudere la partita della presidenza e della scelta dei 10 vicepresidenti. Conferma scontata per Manfred Weber e per Antonio Tajani come vicepresidente
Oggi si chiude la due giorni del congresso del PPE, uno degli appuntamenti politici più importanti per il centro-destra europeo. Il PPE arriva al congresso di Valencia forte del risultato delle elezioni europee che gli hanno consegnato 188 europarlamentari e del fatto che 12 dei 27 commissari Ue appartengono al Ppe ai quali si aggiunge la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
LA TRANQUILLA MACCHINA DA GUERRA DEL PPE
Insomma, una macchina da guerra che raggruppa 80 partiti europei ma, allo stesso tempo, rassicurante tanto da rappresentare 13 dei 27 capi di Stato o di governo europei. Ultimo arrivato è Merz che dalla cancelleria tedesca guiderà il cuore dell’Europa economica. A questi si aggiungono quattro vicepremier, tra questi l’italiano Antonio Tajani. “In qualità di presidente del Ppe, vorrei innanzitutto sottolineare che siamo orgogliosi del fatto che il Ppe oggi non sia solo forte a livello europeo – ha dichiarato il presidente del PPE Manfred Weber -. Siamo il partito più grande se si guarda al numero di sindaci e governatori regionali in Europa”.
AL GOVERNO AD OGNI COSTO
La scelta della Spagna per il suo congresso non è casuale. Il congresso è co – organizzato con il Partido Popular che in Spagna ha alla sua destra il partito Vox. La collaborazione con formazioni alla destra del PPE e lontani dalla cultura profondamente europeista del PPE è, infatti, uno dei temi del congresso.
IL RINNOVO DEI VERTICI: LA CONFERMA SCONTATA DI MANFRED WEBER
Ma il tema principale all’ordine del giorno del Congresso ci sarà innanzitutto il rinnovo della presidenza. Non dovrebbero esserci dubbi per la riconferma del tedesco Manfred Weber, saldamente alla guida del Ppe dal 2022, per un secondo mandato triennale. Weber, al momento, infatti, è l’unico candidato.
BELLAMY E MONTSERRAT ALLA TESORERIA E ALLA SEGRETERIA GENERALE
Nel corso del congresso del PPE si terrà anche l’elezione di un nuovo segretario generale e un tesoriere. Quest’ultimo ruolo dovrebbe essere ricoperto dal francese François-Xavier Bellamy mentre il ruolo di segretario generale dovrebbe andare all’europarlamentare spagnola Dolors Montserrat.
LA PARTITA DEI DIECI VICEPRESIDENTI
Più aperta, invece, la partita dei dieci vicepresidenti da selezionare da una lista di 12 candidati. Tra questi dovrebbe conservare il suo posto il vicepremier italiano Antonio Tajani.
Elezione sicura, o quasi, anche per le tre candidate donne per motivi di equilibrio di genere: l’ex europarlamentare e commissaria bulgara Mariya Gabriel, la commissaria croata per il Mediterraneo Dubravka Šuica e l’ex commissaria per i servizi finanziari Mairead McGuinness.
Secondo quanto riportato da Euractiv, i favoriti sarebbero i candidati provenienti dal Parlamento europeo come l’eurodeputato rumeno Siegfried Mureșan, l’eurodeputato tedesco David McAllister, l’eurodeputato polacco Andrzej Halicki.
Candidati forti sono anche il primo ministro finlandese Petteri Orpo e il commissario per la Migrazione Magnus Brunner. A rischiare sarebbero il belga Wouter Beke, il ministro degli Esteri portoghese Paulo Rangel e il vice primo ministro greco Kostis Chatzidakis, volti nuovi per l’establishment del PPE.
LA RIFORMA DEL PPE
Nel corso dei lavori sarà presentata una riforma del Partito. “La riforma, fortemente sostenuta da Forza Italia – scrive il partito in una nota -, rafforzerà il ruolo della presidenza e il coordinamento fra istituzioni europee e governi nazionali tramite una più stretta cooperazione fra i ministri dei partiti PPE e i commissari europei”, si legge in una nota. Altri temi chiave, come scrive l’AdnKronos, saranno le riforme istituzionali Ue, dalla capacità di iniziativa legislativa del Parlamento europeo alla proposta, firmata Tajani, di eleggere il presidente della Commissione su mandato popolare. “Serve un solo presidente eletto dai cittadini, che sia presidente della Commissione e presidente del Consiglio, e serve dare più potere al Parlamento, che deve avere l’iniziativa legislativa”, ha detto il ministro degli esteri italiano. Sul tavolo anche la proposta di superare il voto all’unanimità per le decisioni del Consiglio, principio che nelle mani di singoli Paesi con visioni diverse, Ungheria in primis, è stato spesso usato per ostacolare le decisioni a livello europeo. Infine, i delegati tratteranno anche il tema dell’economia, con proposte per ridurre il costo dell’energia, risolvere la crisi abitativa e fermare l’inverno demografico nel continente europeo.