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Cosa c’entra la guerra di Gaza con il blocco del Mar Rosso

Canale Di Suez

Sospesi i passaggi delle navi nel Mar Rosso, anche questa è una delle conseguenze del conflitto in corso sulla Striscia di Gaza. Cosa significa tutto ciò? Analisi di Riccardo Pennisi 

Il blocco del Mar Rosso – una delle conseguenze più inattese della guerra di Gaza – svela la composizione stratificata dei conflitti contemporanei: mai riducibili a una sola dimensione, direzione, destinazione.

Ecco 7 cose da sapere

Per il Canale di Suez transita il 10% delle merci mondiali. Il passaggio era stato bloccato già due anni fa – ricordate? – quando un’imbarcazione, la taiwanese Ever Given, si era incagliata in diagonale impedendo la navigazione. Ciò che accade tra Suez e Bab-el-Mandeb incide sempre sul commercio internazionale e sui prezzi dei beni.

I quattro grandi operatori di trasporto occidentali (MSC, Svizzera; CMA CGM, Francia; Maersk, Danimarca; Hapag Lloyd, Germania) hanno deciso nelle scorse ore di sospendere il passaggio delle loro porta-container dalla rotta Suez|Bab-el-Mandeb, per colpa dei continui attacchi condotti dai droni lanciati dalle milizie Huthi, impegnate nella guerra in Yemen. Tra i 5 top player mondiali in questo campo, solo la cinese Cosco continuerà a navigare in quelle acque.

Ormai da 9 anni in Yemen c’è una guerra civile che vede la componente Huthi, sostenuta dall’Iran e da Hezbollah, che controlla la capitale Sana’a, opporsi a fazioni sostenute invece dall’Arabia Saudita e dagli Emirati. Tra le due, si sono insinuate anche formazioni islamiste legate a Al-Qaida e ISIS.

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Si parla molto poco, pochissimo, di questa guerra, probabilmente proprio per colpa delle atrocità commesse senza risparmio da ambo le parti. Un dato piuttosto scomodo da digerire dal punto di vista diplomatico e politico in un’Europa che dipende in maniera decisiva dal petrolio saudita e dal gas emiratino, oltre che dalle loro operazioni finanziarie nel Vecchio Continente, e dove si tenta da anni di distendere le relazioni con l’Iran.

L’invasione israeliana di Gaza ha spinto gli Huthi a partecipare al conflitto in chiave anti-occidentale. Una delle ragioni strategiche dell’attacco di Hamas contro Israele era quella di impedire gli accordi tra lo Stato ebraico e sauditi-emiratini, che sono i nemici giurati dei filo-iraniani Huthi. La contrapposizione tra Iran e Arabia Saudita è una chiave necessaria alla comprensione di tutti gli attuali conflitti in Medio Oriente.

La contraerea USA-UK istallata su imbarcazioni militari che incrociano in zona ha abbattuto diversi droni (15 soltanto sabato) lanciati dallo Yemen, ma alcuni sono andati a segno. Gli Huthi assicurano di mirare solo a navi dirette verso Israele, ma ne hanno colpite anche alcune destinate in Arabia Saudita, e una petroliera.

Da Suez transitano una cinquantina di imbarcazioni al giorno e l’Egitto ne ricava circa 8,6 miliardi di euro l’anno. Nonostante l’offerta di sconti da parte delle Autorità del Canale (fino al 20%), le merci destinate dall’Asia all’Europa passeranno ora dal Capo di Buona Speranza (circumnavigando l’Africa). La deviazione provocherà un aumento dei costi e ritardi di 7-10 giorni nelle consegne delle merci.

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