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Cosa farà Donald Trump alla Casa Bianca? Scenari e interrogativi
Dalla politica estera all’economia, dall’ambiente all’immigrazione, scenari post elettorali negli Stati Uniti dopo la vittoria di Trump. Il punto
“Abbiamo fatto la storia”, sul palco di West Palm Beach, Donald Trump ha dichiarato la vittoria e ha promesso di portare una nuova “età dell’oro” negli Stati Uniti. Cosa significa e come si tradurrà questo nel corso dell’Amministrazione che sarà guidata dal 47esimo presidente Usa? Sono tanti infatti gli interrogativi sugli scenari che si apriranno con il nuovo corso di Trump alla Casa Bianca: dalla politica estera (i rapporti con Israele e l’Iran da un lato, con Zelensky e Putin dall’altro) all’economia (protezionismo?), dall’ambiente (addio all’accordo di Parigi sul clima?) fino all’immigrazione (confini chiusi).
I RAPPORTI CON LA NATO E CON L’EUROPA
Come scrive Giuseppe Gagliano su Start Magazine, la rielezione di Donald Trump “potrebbe avere implicazioni significative per l’Europa e la Nato. (…) In tema di alleanze, Trump aveva già mostrato un atteggiamento critico verso la Nato, considerando l’organizzazione un fardello finanziario sproporzionato per gli Stati Uniti. È probabile che il suo ritorno alla Casa Bianca porterebbe nuove pressioni sugli alleati europei affinché incrementino le loro spese per la Difesa. Trump potrebbe anche cercare di ridurre l’impegno statunitense nell’Alleanza atlantica, spingendo per una condivisione più equa dei costi e lasciando intendere che la difesa europea debba essere garantita principalmente dall’Europa stessa. Questo potrebbe creare tensioni con i paesi europei che, sebbene abbiano aumentato i loro budget per la difesa negli ultimi anni, non sono ancora pronti a fare a meno del supporto americano.
Sul piano geopolitico, l’Europa potrebbe trovarsi costretta a riconsiderare le proprie strategie di sicurezza. Un possibile distanziamento degli Stati Uniti dalla Nato costringerebbe i paesi europei a sviluppare un apparato difensivo autonomo e a rafforzare le proprie capacità di deterrenza, in particolare nei confronti della Russia. Alcuni paesi potrebbero anche cercare di rafforzare le proprie relazioni con potenze extra-Nato, come la Cina o l’India, per bilanciare eventuali vuoti lasciati dagli Stati Uniti”.
POLITICA ESTERA DI TRUMP: SVOLTA VERSO IL NAZIONALISMO?
“Non inizierò guerre ma le fermerò”: questo un altro passaggio chiave del primo discorso di Trump da Presidente eletto. In politica estera promette di porre fine alla guerra in Ucraina e in Medio Oriente, anche se resta da capire come intenda perseguire questi obiettivi. Per l’Ucraina, secondo analisti americani Trump vuole congelare il conflitto, mantenendo l’integrità territoriale con regioni autonome e affidando all’Unione europea i fondi per la ricostruzione, con Kiev fuori dalla Nato. In Medio Oriente, invece, offrirebbe pieno sostegno a Israele e cercherebbe di espandere gli Accordi di Abramo, puntando a una normalizzazione con l’Arabia Saudita. La vera incognita è rappresentata dai rapporti e dalle intenzioni della nuova Amministrazione Usa nei confronti dell’Iran.
IMPATTO ECONOMICO DELLE POLITICHE COMMERCIALI E INDUSTRIALI DI TRUMP
Un altro punto cruciale del programma di Trump riguarda il commercio internazionale. Il tycoon prevede una nuova guerra dei dazi, con tariffe più basse per l’Europa e più alte per la Cina. In particolare, potrebbe colpire il settore automobilistico europeo, influenzando negativamente l’industria italiana e le catene di approvvigionamento globali, portando a ritorsioni e a un aumento dei costi. Alcuni analisti, tuttavia, sostengono che il nazionalismo economico di Trump potrebbe spingere l’Europa verso una maggiore autonomia e unità, in particolare nella difesa comune.
GLI SCENARI E I PUNTI INTERROGATIVI SU ENERGIA E AMBIENTE
Sul fronte energia Trump, sul palco di West Palm Beach dove ha festeggiato la vittoria, ha sottolineato come “noi abbiamo più petrolio di qualsiasi altro paese più della Russia”, chiarendo già quale saranno gli indirizzi della presidenza per i prossimi 4 anni.
Come ricorda Sebastiano Torrini su Energia Oltre, “nei giorni scorsi Donald Trump aveva promesso che, se fosse stato rieletto, avrebbe fermato i progetti eolici offshore “dal primo giorno”, impegnandosi anche a “porre fine” all’Inflation Reduction Act, la legge sul clima del presidente Joe Biden che include crediti d’imposta per ridurre il costo dell’energia rinnovabile e per accelerare il ritmo della decarbonizzazione”.
POSSIBILE ADDIO ALL’ACCORDO DI PARIGI SUL CLIMA?
Trump inoltre non ha fatto mistero di voler smantellare le politiche per il cambiamento climatico, delegando la supervisione a una commissione guidata da Elon Musk, con tutto quello che ciò comporterebbe in merito a inevitabili polemiche su potenziali conflitti di interessi.
Vanno ricordate anche le recenti parole del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, il quale ha affermato che il mondo ha bisogno che gli Stati Uniti rimangano nel processo internazionale sul clima per evitare che l’accordo di Parigi venga “paralizzato”, cercando di anticipare i timori che Donald Trump possa far uscire il Paese dall’accordo per la seconda volta. Guterres – puntualizza Torrini – ha affermato che l’accordo storico del 2015 per limitare il riscaldamento globale resisterebbe anche se gli Stati Uniti si ritirassero ancora una volta, ma ha paragonato l’eventuale uscita alla perdita di un arto o di un organo. “L’accordo di Parigi può sopravvivere, ma a volte le persone possono perdere organi importanti o perdere le gambe e sopravvivere. Ma noi non vogliamo un accordo di Parigi paralizzato. Vogliamo un vero accordo di Parigi”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite.
“CHIUDERE I CONFINI”, L’IMPERATIVO DI TRUMP SULL’IMMIGRAZIONE
Sul fronte interno, la vittoria di Trump potrebbe trasformare definitivamente il Partito Repubblicano in un movimento populista e anti-globalista, con una linea dura sull’immigrazione. “Dobbiamo chiudere i nostri confini – ha ribadito sul palco – vogliamo che entrino persone solo legalmente”. Trump ha promesso di chiudere il confine con il Messico, deportare milioni di persone e reintrodurre il controverso ‘muslim ban’.
Infine, Trump ha dichiarato di voler usare la giustizia come arma contro i suoi oppositori e licenziare i dipendenti pubblici ritenuti non fedeli. Una sua rielezione potrebbe consolidare un cambiamento strutturale nella politica americana, rafforzando le tendenze populiste e isolazioniste. In caso di sconfitta, invece, il Partito Repubblicano potrebbe tentare di rinnovarsi, anche se l’influenza della svolta populista di Trump lascerebbe comunque un segno profondo.