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Cosa sta succedendo nel Donbass tra Russia e Ucraina

Donbass Russia Ucraina

Un conflitto che va avanti da sette anni, ora al suo ottavo cessate-il-fuoco che rischia di interrompersi di nuovo. Le posizioni di Russia e Ucraina nella regione del Donbass dove l’equilibrio è appeso a un filo

Riprende la tensione nel Donbass. Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, vuole dare un “vero segnale alla Russia” accelerando l’adesione di Kiev alla Nato, ma dal Cremlino fanno sapere che così “la situazione può solo peggiorare”.

PERCHÉ SI STA PARLANDO DEL DONBASS

Il conflitto tra Ucraina e Russia per il Donbass separatista, ricorda Repubblica, ha provocato in sette anni quasi 14 mila vittime e un milione e mezzo di sfollati. Adesso si sta tornando a parlarne perché a fine marzo il governo ucraino ha lanciato l’allarme a causa di alcuni movimenti di truppe russe lungo i confini orientali della nazione. Si teme, infatti, che le reciproche accuse tra Kiev e Mosca sfocino nell’interruzione dell’ottavo cessate-il-fuoco in tre anni.

LA VERSIONE DI MOSCA

Minimizza il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, il quale sostiene che non ci sia alcuna invasione in programma. Si tratterebbe, invece, secondo Mosca, di un legittimo trasferimento di forze armate entro i confini territoriali della Russia che “non dovrebbe preoccupare nessuno e che non rappresenta una minaccia per nessuno”.

LA VERSIONE DI KIEV

Tuttavia, il Presidente dell’Ucraina sostiene che “le esercitazioni militari e le possibili provocazioni lungo il confine sono giochi tradizionali della Russia”.

Il comandante dell’esercito ucraino, il generale Ruslan Khomchak, sostiene che la Russia ha schierato 28 gruppi tattici di battaglioni – ovvero 20-25 mila truppe – vicino al confine orientale dell’Ucraina e in Crimea. I funzionari russi non lo hanno confermato, né hanno dato cifre precise.

Secondo Khomchak, la Russia ha anche quasi 3.000 ufficiali e istruttori militari nelle unità ribelli in Ucraina orientale.

COSA DICE LA NATO

Un funzionario della Nato ha riferito all’agenzia di stampa Reuters che la Russia stava minando gli sforzi per ridurre le tensioni in Ucraina orientale e gli ambasciatori della Nato si sono incontrati giovedì scorso per discutere la situazione.

La Russia, intanto, ha avvertito la Nato di non inviare truppe per aiutare l’Ucraina altrimenti “misure aggiuntive” verranno messe in campo.

GLI STATI UNITI AL FIANCO DELL’UCRAINA

Le forze statunitensi in Europa temono il peggio e parlano di una “escalation di aggressione russa” nella zona. Venerdì, in una telefonata con Zelensky, il presidente Usa, Joe Biden “ha affermato l’incrollabile sostegno degli Stati Uniti alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina di fronte alla continua aggressione della Russia nel Donbass e in Crimea [annessa alla Russia dal 2014, ndr]”.

UN SOTTILE EQUILIBRIO

Sebbene gli Stati Uniti siano allarmati e abbiano alzato l’allerta al suo massimo livello (“possibile crisi imminente”), secondo gli analisti citati da Repubblica, né alla Russia né all’Ucraina converrebbe fare la prima mossa e interrompere il cessate-il-fuoco.

Putin, oltre a essere ai minimi storici nelle relazioni con l’Occidente, non ha più l’appoggio del suo popolo in materia di interventismo in politica estera; e Zelensky, che deve già difendersi in casa dai nazionalisti e riguadagnare popolarità, rischierebbe di dare alla Russia un pretesto per intervenire nel Donbass.

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