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Se una traduzione fa litigare Israele e Vaticano

Israele Vaticano

Dopo una giornata di forti tensioni diplomatiche tra Israele e il Vaticano, sullo sfondo delle guerra in corso in Medio Oriente, oggi arriva una precisazione dell’ambasciata israeliana che prova a gettare acqua sul fuoco. Ecco cos’è successo

Mentre il Medio Oriente rimane una polveriera, con Israele che risponde ai razzi di Hezbollah lanciando nuovi raid sul Libano, fa notizia la forte tensione generata tra lo Stato ebraico e il Vaticano.

Cos’è successo? Ieri l’ambasciata israeliana presso la Santa Sede, guidata da Raphael Schutz, ha duramente criticato, definendole “deplorevoli”, le parole del cardinale Parolin, il quale aveva sostenuto la reazione all’attacco di Hamas non “proporzionata”. Un duro scambio di dichiarazioni che è piombato sulle relazioni diplomatiche tra Israele e la Santa Sede, facendo toccare il punto più basso dal 7 ottobre, giorno dell’attacco dei terroristi di Hamas.

LE PAROLE DI PAROLIN (VATICANO) E LA REPLICA DELL’AMBASCIATA ISRAELIANA

Ecco la ricostruzione di Repubblica: “All’origine dell’attacco dell’ambasciata israeliana ci sono le parole pronunciate dal cardinale all’uscita del bilaterale con l’Italia per l’anniversario dei Patti lateranensi, martedì sera. Il porporato veneto sottolinea la sintonia con Sergio Mattarella e il governo di Giorgia Meloni e i cronisti gli domandano delle dichiarazioni del giorno del ministro degli Esteri Tajani sulla reazione «sproporzionata» di Israele”.

Parolin espone la posizione assodata della Santa Sede: «Da una parte – dice – una condanna netta e senza riserve di quanto avvenuto il 7 ottobre, e qui lo ribadisco, una condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo, ma nello stesso tempo anche una richiesta perché il diritto alla difesa di Israele che è stato invocato per giustificare questa operazione sia proporzionato e certamente con 30 mila morti non lo è». Parolin cita Sant’Agostino per spiegare che «tutti siamo sdegnati per quanto sta succedendo, per questa carneficina, ma dobbiamo avere il coraggio di andare avanti e di non perdere la speranza».

SORPRESA IN VATICANO PER L’ATTACCO DELL’AMBASCIATA D’ISRAELE

“È questa dichiarazione – spiega Repubblica – a essere bollata come «deplorevole» dall’ambasciata di Israele nel pomeriggio di ieri, mentre Parolin sale all’Aventino. In una nota durissima si legge che «giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate». (…) Oltretevere si respira un’aria di sorpresa per un attacco di inusitata veemenza contro il primo ministro del Papa, che peraltro ha espresso una posizione che collima con quella dell’Italia e di numerose altre cancellerie”.

Tra l’altro, sempre ieri, mentre iniziava a montare il caso, su Vatican News il direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli, rilancia le parole di Parolin per spiegare che “per la Santa Sede la scelta di campo è sempre quella per le vittime. E dunque per gli israeliani massacrati in casa nei kibbutz mentre si accingevano a celebrare il giorno della Simchat Torah, per gli ostaggi strappati alle loro famiglie, come per i civili innocenti – un terzo dei quali bambini – uccisi dai bombardamenti a Gaza”.

SU LIBERO L’AMBASCIATORE ISRAELIANO RIBADISCE IL DISAPPUNTO SULLE POSIZIONI DEL VATICANO

In una intervista oggi a Libero quotidiano, l’ambasciatore Raphael Schutz ha parlato del rapporto tra Israele e Santa Sede, spiegando che «dal 7 ottobre, accanto ad alcuni elementi positivi nelle nostre relazioni, ci sono stati aspetti sotto i quali il quadro della situazione dipinto dalla Santa Sede avrebbe potuto essere migliore», sottolineando «un deficit di empatia, se posso descriverlo in questo modo, riguardo a ciò che sta accadendo in Israele dal 7 ottobre. È evidente anche in un certo uso del linguaggio, quando i portavoce della Santa Sede descrivono ciò che sta accadendo come la ‘guerra a Gaza’»”.

L’ambasciatore Raphael Schutz in sostanza lamenta che la Santa Sede si concentri solo su Gaza ma non dica una parola su tutto il contesto: «Questa – ha aggiunto – non è una guerra a Gaza, ma è una guerra combattuta contro Israele da almeno quattro fronti: Gaza, Libano, Yemen e Siria. Tutti questi fronti sono attivi e stanno attaccando Israele con fuoco armato fin dal 7 ottobre. Quella che sta accadendo è una guerra combattuta contro Israele e orchestrata dall’Iran».

LA PRECISAZIONE DELL’AMBASCIATA D’ISRAELE. TENSIONI RIENTRATE?

Oggi il colpo di scena per provare a gettare acqua sul fuoco, con una nota ufficiale dell’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede con cui precisa che le parole del segretario di Stato Vaticano in occasione dell’anniversario dei Patti Lateranensi sono ritenute “sfortunate” piuttosto che “deplorevoli”.

In termini diplomatici la precisazione è importante e la missione israeliana spiega che si è trattato di una imprecisa traduzione. “In riferimento al comunicato stampa del 14 febbraio si desidera precisare che il comunicato originale era in lingua inglese e successivamente è stato tradotto in italiano. Il comunicato in inglese, in riferimento alle parole di sua Eminenza il cardinale Parolin, così recitava: “it is a regrettable declaration”. Nella traduzione in italiano è stata scelta la parola “deplorevole” che poteva essere anche tradotta in modo più preciso con “sfortunata”, si legge nella nota.

Precisazione che fa rientrare le tensioni diplomatiche tra i due Stati, ma che lascia ovviamente qualche ruggine.

CHI E’ L’AMBASCIATORE ISRAELIANO RAPHAEL SCHUTZ

Raphael Schutz ha assunto l’incarico di ambasciatore di Israele presso la Santa Sede a novembre del 2021, subentrando all’amb. Oren David. Nato nel 1957 in Israele, Schutz è sposato con Michal Ron. È entrato nel Servizio Diplomatico del Ministero per gli Affari Esteri nel 1983 e ha svolto le seguenti funzioni: secondo segretario in ambasciata in Cile (1987-1991); direttore del Dipartimento dei Paesi Euro-Mediterranei, Mae (1996-1999); ambasciatore in Colombia (1999-2001); direttore del Dipartimento dei Paesi dell’Europa Centrale, Mae (2001-2003); direttore generale del Dipartimento degli Affari Culturali e Scientifici, Mae (2003-2005); direttore generale del Dipartimento di Coordinazione, Mae, (2005-2007); ambasciatore in Spagna e Andorra (2007-2011); direttore generale del Dipartimento per gli Affari Europei, MAE (2011-2014); ambasciatore in Norvegia e Islanda (2014-2018); istruttore per la Diplomazia e le Relazioni internazionali all’Israeli College of National Defense INDC.

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